Recensione: Dormire in un mare di stelle volume 2 di Christopher Paolini
Salve, specchietti!
Torno finalmente a parlarvi degli
scritti di Christopher Paolini e lo faccio con il secondo volume di Dormire
in un mare di stelle edito Rizzoli (potete recuperare la mia recensione al volume 1 qui).
Trama:
La nostra civiltà è in pericolo.
Restano poche speranze, ora che la guerra dilaga in ogni angolo dell’universo
contro non una, ma due potenti specie nemiche. Kira e i compagni dell’astronave
Wallfish si trovano davanti a un bivio: eseguire gli ordini ricevuti e
abbandonare la missione, oppure infrangere le regole e lanciarsi in un folle
viaggio verso il cuore dello scontro? Kira sa di essere l’unica in grado di
proteggere l’umanità e restituirle un futuro perché – ormai lo ha capito – il
misterioso reperto alieno che è diventato tutt’uno con il suo corpo e la sua
mente potrebbe rivelarsi l’arma decisiva per fermare il conflitto. Deve
esercitarsi, però, imparare il prima possibile a padroneggiare le infinite
sfumature di questo nuovo potere straordinario. È ricercata dalle autorità,
fronteggia continui attacchi nemici, eppure Kira non ha più dubbi. Il pensiero
della sua famiglia, di falconi e la sua banda la accompagnano nell’ultima,
colossale avventura oltre i confini dell’umano. Il traguardo è lontano e
incerto, ma lei farà l’impossibile per raggiungerlo. È tutto ciò che desidera,
il solo destino di salvezza: riportare la pace tra le stelle.
Però, possiamo mai fidarci degli
umani, soprattutto di politici provenienti dalla Terra? Ovviamente no. Quindi
le trattative non vanno a buon fine e Kira è costretta ancora una volta a
cavarsela da sola. Beh, non è proprio da sola. Con lei ci sono gli uomini e le
donne della Wallfish e, soprattutto, la Lama Morbida. E adesso che lei e la
Lama Morbida hanno imparato a convivere e a conoscersi, il limite a quello che
possono fare insieme diventa sempre più distante, più labile, fino ad annullarsi
completamene. Perché la Lama Morbida, o il Seme, come poi scoprirà Kira,
non è un’arma, non è quella la sua funzione primaria, ma è una fonte di vita e
come tale può creare.
Oltre alla nuova evoluzione della
Lama Morbida/Seme ritroviamo tutto l’equipaggio della Wallfish, entropisti
compresi, e soprattutto ritroviamo Falconi e Gregorovich. Da un lato quindi
Falconi, o Salvo come ormai lo chiama Kira, che ha imparato ad aprirsi con la
protagonista e da cui, ormai sembra chiaro, Kira è attratta, dall’altro
Gregorovich che in questo secondo volume ho apprezzato particolarmente ed è diventato
uno dei miei personaggi preferiti, se non il preferito in assoluto. All’apparenza
psicopatico, nasconde diverse fragilità date dal suo essere legato
indissolubilmente alla nave e alla sua paura per la solitudine dopo ciò che gli
è successo prima di incontrare l’equipaggio della Wallfish. Per proteggere la
sua “famiglia” prenderà delle decisioni sbagliate per cui, sinceramente, non mi
sento di condannarlo.
Ecco, proprio il finale è forse la
parte che più mi ha lasciata insoddisfatta. Da una parte, mi ricordava molto il
finale di Inheritance, quindi avrei preferito qualcosa di più originale,
dall’altra avrei gradito una conclusione diversa per Kira perché è come se ci
fosse il lieto fine per tutti tranne che per lei e, dopo aver letto in suoi
pensieri per circa 1300 pagine, finisci con l’empatizzare con lei e desiderare per
lei quel lieto fine che le è stato brutalmente strappato all’inizio del
romanzo. Questa, però, è solo una mia opinione personale. In ogni caso, il
finale è perfettamente in linea con il romanzo e non ne intacca la bellezza.
Per di più, il finale è molto aperto, il che permette all’autore – un giorno, chissà
– di ritornare a raccontare le storie di questo universo.
Un’altra chicca che mi sento di
sottolineare sono le note dell’autore a conclusione di tutto, dove Paolini racconta
senza mezzi termini le difficoltà che ci sono state dietro la stesura di questa
storia. Una storia che è nata ai tempi non sospetti della pubblicazione di Eldest
e la cui stesura ha impiegato ben nove anni, nove anni in cui molto è cambiato dalla
prima stesura. Paolini, infatti, ci sbatte in faccia la realtà, ci dice
chiaramente che non riusciva a scrivere il romanzo e che la prima stesura era
stata bocciata dalla sua beta-reader (la sorella Angela), dal suo agente e
dalla sua editor. Leggere adesso questo meraviglioso libro che ci ritroviamo
tra le mani e sapere quante ne ha dovute passare prima di essere scritto in
questo modo ci mostra chiaramente l’autore oltre le parole ed è una cosa che
apprezzo parecchio. In più, può essere una fonte di stimolo per gli aspiranti
autori che, leggendo il romanzo, avranno pensato “vorrei saper scrivere così”.
Ecco: potete farcela. Dovete solo impegnarvi.
Assolutamente specchio speciale più che meritato anche per questo secondo volume, in attesa di vedere realizzato il film (di cui sono stati già comprati i diritti) e che Christopher Paolini ci regali un’altra delle sue favolose opere (e magari questa volta impieghi meno tempo per scriverle).
Concludo ricordandovi di fare un salto
sul sito ufficiale dell’opera, dove oltre a degli articoli di approfondimento e
a notizie sul film potete trovare delle immagini ufficiali di alcune delle
strane creature di cui si parla nel romanzo (compresa la Lama Morbida).
Alla prossima,
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