Review Party: Loki - Il giovane dio dell'inganno


Buongiorno, specchietti. Oggi il blog partecipa al review party dell’ultimo lavoro firmato Marvel.
No, tranquilli, non vi siete persi un’uscita al cinema (N.d.R. tenetevi pronti perché mancano meno di due mesi a Black Widow), ma parliamo del romanzo Loki – Il giovane dio dell’inganno di Mackenzi Lee, edito in Italia da Mondadori.
Vediamo subito la trama.

TRAMA
Non è ancora giunto il momento di misurarsi con gli Avengers: per ora il giovane Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l'apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. È l'unica che apprezzi la magia e la conoscenza. Un giorno però Loki e Amora causano la distruzione di uno degli oggetti magici più potenti conservati ad Asgard e lei viene esiliata su un pianeta dove i suoi poteri svaniscono. Privato dell'unica persona che abbia visto la sua magia come un dono piuttosto che una minaccia, Loki scivola sempre più nell'ombra di suo fratello Thor. Ma quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos'è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, la città di Jack lo Squartatore, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino.

RECENSIONE


Dimenticatevi per un attimo del dio sicuro di sé che ha dato del filo da torcere agli Avengers, che li ha addirittura creati dopo aver ucciso a sangue freddo il povero agente Coulson, dimenticatevi anche di quello stesso dio che, dopo una vita di inganni e tradimenti, si sacrifica nel vano tentativo di sconfiggere Thanos; in questo romanzo troviamo un giovane Loki che muove i primi passi nel regno di suo padre Odino al fianco del bellissimo, biondissimo, fortissimo (e anche stupidissimo) fratello maggiore Thor.

Thor era nato per essere re, tutta la reggia lo sapeva. Lo capivano tutti quelli che lo guardavano. Gli dei non avrebbero potuto creare un modello più scontato di sovrano: biondo, imponente, veloce e forte senza alcuno sforzo. Loki era stato fatto con i ritagli della sua sagoma, le parti di scarto cadute sul pavimento del laboratorio, da spazzare e buttare nel fuoco.

Dimenticatevi anche del dio dell’inganno così come lo conosciamo. Il principe di Asgard è appena un Ingannatore, come ama definirlo la sua Incantatrice, Amora.
Già dalle primissime pagine troviamo questo nuovo personaggio mai citato nei film Marvel: Amora, l’apprendista-maga allieva di Karnilla, il braccio destro di Odino. Da subito, inoltre, capiamo che Amora ha un’influenza non indifferente su Loki. Amora è il suo punto di riferimento, l’amica, la confidente, l’unica che lo capisce, ma anche, forse, colei che lo porta sulla cattiva strada. Da un certo punto di vista, Amora è un po’ la sorella che non ha un mai avuto, con lei ha quel rapporto di complicità che non riesce ad avere con il fratello, troppo perfetto, troppo muscoloso, troppo impegnato a rendere suo padre fiero di lui.
Ed è proprio Odino che, inconsapevolmente, dà inizio alla storia raccontata nel romanzo. Come ogni dieci anni, il padre degli dei sta controllando nell’Occhio degli Dei, un potente manufatto magico, le minacce che il suo regno dovrà affrontare nell’imminente futuro, quando vede l’unica cosa che non vorrebbe vedere: uno dei suoi figli che guida un esercito contro Asgard. Allarmato, cerca di nascondere la sconvolgente rivelazione, ma la curiosità è una brutta bestia e Loki fa di tutto per sapere che cosa ha sconvolto tanto il padre. Il temperamento di Loki lo porterà, però, a causare un grosso guai, scatenando la furia di Odino. Amora lo difenderà, prendendosi tutta la colpa, e per questo sarà esiliata su Midgard. Finisce così la prima parte del romanzo. Forse una premessa un po’ troppo lunga e che, a prima vista, sembra scollegata dal resto della storia, ma acquisirà sempre più senso man mano che si prosegue con la lettura dell’opera.
Nella seconda parte, infatti, troviamo Loki in costante competizione con il fratello per assicurarsi il trono (Odino non ha ancora scelto il suo erede). I due sono stati inviati alla ricerca delle Pietre delle Norne, dei potenti amplificatori magici che, nelle mani sbagliate, potrebbero causare la distruzione di Asgard.
Adesso, chiunque abbia visto anche solo il primo film su Thor sa che i due fratelli insieme potrebbero combattere qualsiasi guerra, ma risolvere una missione diplomatica non è proprio nelle loro corde. Vi ricordate, ad esempio, quando il dio del tuono ingaggia guerra contro i giganti di ghiaccio di Jotunheim non rispettando la volontà del padre? Ecco, in questo caso ci troviamo ad Alfheim con gli Elfi di Ghiaccio, ma la situazione è molto simile, ad eccezione del fatto che stavolta Thor è abile a dare la colpa a Loki. Risultato? Loki viene punito e spedito su Midgard a indagare su strani avvenimenti che stanno accadendo tra gli umani, affiancato dalla cosiddetta Sharp Society, ovvero dalla Signora S., da Theo e da Gem.
Inizia qui quella che possiamo identificare come la vera e propria storia del romanzo, anche se quella prima parte apparentemente scollegata continua a frullarci in testa.
E qui mi fermo.
Perché questo romanzo è ingannatore, così come il suo protagonista. Ti fa credere di sapere esattamente come andrà a finire, ma accade sempre qualcosa che ti scombussola tutte le certezze e, man mano che si va avanti, questi plot twist sono sempre più frequenti.

«Lo sai chi sono» rispose Loki. «La mia storia esiste da secoli. È scritto in ogni libro che tu abbia mai letto, in ogni mito che adori. Sono il cattivo delle tue storie. Non potrò mai essere nient'altro.»
«Allora scrivine di nuove» disse Theo, sempre più accalorato per tenere testa a Loki. «Nessuno ha il proprio destino fissato nelle stelle.»

L’autrice è abilissima a entrare nella testa di Loki e illudere il lettore di esserci entrato, lasciandolo, però, sempre un passo indietro, limando gli angoli dei suoi pensieri nell’ombra, utilizzando un’efficacissima narrazione in terza persona con focalizzazione interna. Loki ti affascina, Loki ti seduce, ma ti inganna, ti sconvolge. Dà proprio quella sfaccettatura che ha fatto amare il personaggio nei panni di Tom Hiddleston. Sembra quasi di vederlo lì, con quel sorriso britannico, girare per i quartieri della Londra Vittoriana, sistemandosi i lunghi capelli con un movimento del capo.
Oltre alla psicologia, infatti, altro particolare decisamente curato sono le ambientazioni. Asgard, Alfheim, ma soprattutto Londra sono descritti nei dettagli, dipingendo davanti al lettore lo scenario in cui si muovono i personaggi.
Tra il mistero, l’azione, le battute e il fascino dell’antieroe che si forma, l’autrice riesce a inserire in maniera brillante anche i temi sociali. La sessualità dai contorni sfumati di Loki non è mai stata un mistero, ma qui viene esplicitata e accostata all’omosessualità di Theo. Da una parte un asgardiano libero di essere e di amare chi vuole, dall’altra un terreste, un midgardiano, arrestato per aver baciato la persona sbagliata. Quello che più mi ha colpito è stata la reazione di Loki al racconto di Theo. Loki non riesce a capire come si può decidere chi una persona debba amare, la considera una concezione primitiva. Ecco: anche noi terresti, midgardiani, dovremmo considerarla una concezione primitiva. Questo romanzo è un young adult, verrà letto da un pubblico giovane. Allora, se l’idea di Loki entrasse nella mente di ogni giovane lettore, forse il mondo sarebbe un posto migliore.

“«È bello…» ripeté Theo, sfiorando con il pollice il bordo della sua tazza da tè «sapere che c’è un posto là fuori nel cosmo in cui le persone come me non devono avere paura.»”

Chi mi conosce sa che ho studi da traduttrice, quindi non posso fare a meno di lodare anche la traduzione di questo romanzo a opera di Francesca Giulia La Rosa. Una buona traduzione si vede quando non vedi più la lingua di partenza e si vede soprattutto quando ci sono dei giochi di parole. Se il gioco di parole regge perfettamente nella lingua di arrivo, allora è una buona traduzione. Vi faccio un esempio di ciò che avviene in questo romanzo:

«È un nome stupido, giusto perché lo sappiate» disse Loki. «SHARP Society. Non vuol dire nulla, sembra “sciarpa”.»
«Sta per Società…» iniziò la signora S., ma Loki la interruppe.
«Sì, ho sentito.»
«Abbiamo scelto un acronimo e siamo risaliti al nome» borbottò Theo.
«Magari potreste trovare qualcosa di più appropriato. Potreste chiamarvi Società Con Evidente Mancanza di Intelligenza, in breve…»

Società Con Evidente Mancanza di Intelligenza. SCEMI. “Scemi” è una parola italiana. Il gioco di parole sembra essere creato appositamente sulla parola italiana. Non so come fosse in inglese, probabilmente “STUPID”, ma il solo fatto che io me lo stia chiedendo e non lo stia percependo dal testo, significa che la traduzione è ottima.

Evito di parlare del finale, lascio a voi il piacere di scoprirlo pagina dopo pagina, ma sappiate che la storia è canon e confluisce direttamente nel primo film di Thor. Possiamo a tutti gli effetti considerarlo un suo prequel. Quindi è un romanzo che ogni fan Marvel deve assolutamente leggere!
Specchio speciale più che merito per il romanzo sul dio dell’inganno (per il dio dell’inganno in carne e ossa… non esiste una misura midgardiana che lo possa classificare! <3 ) e non vedo assolutamente l’ora di leggere altro di questa autrice (ha un contratto con la Disney per altri due romanzi sui villain Marvel).
Vi lascio sotto una piccola parte spoiler con degli Easter Egg che ai fan più accaniti faranno sicuramente piacere e vi rimando al prossimo articolo della vostra Iron Pricess (che si sta preparando all’arrivo di Disney Plus e alla perdita totale di vita sociale). <3
 Non si sentiva un principe. Non sarebbe mai stato un re. Non era fatto per essere un soldato, e non era sicuro di voler essere cattivo. Ma non era sicuro di aver la possibilità di decidere.L'unica cosa che sapeva era di essere potente.Abbastanza potente da causare la fine del mondo. 

Parte spoiler
Attenzione: non leggete se non volete rovinarvi la lettura del romanzo.
Ho notato durante la lettura alcuni Easter Egg che rimandano direttamente ai film Marvel. Ve li elenco di seguito. Se ne trovate altri, fatemelo sapere con un commento.
-          Loki usa per combattere dei pugnali che si fa comparire direttamente dalle maniche. Sono gli stessi pugnali che rivediamo nei film, ad esempio nella scena sul ponte arcobaleno durante la battaglia contro Hela in Thor: Ragnarok
-          L’intero romanzo verte intorno l’ambizione di Loki al trono e il suo disappunto nel constatare che il favorito di suo padre sia Thor. Più volte nei film Loki farà di tutto per conquistare il trono, anche con metodi illeciti. Ottiene la reggenza del trono durante Thor e tra la fine di Thor: the dark world e Thor: Ragnarok assume l’aspetto di Odino per poter regnare su Asgard.
-  Sempre in Thor: Ragnarok, Loki, con l’aspetto di Odino, organizza spettacoli teatrali per commemorare la sua morte. Alla fine del romanzo, infatti, Loki rivela ad Amora che una volta diventato re avrebbe intenzione di finanziare il teatro nella capitale.
-          Nei vari film, Loki ha fatto più volte uso della sua abilità di cambiare aspetto a piacere. È un’abilità che va perfezionando nel corso del romanzo.
-          Il romanzo si conclude con l’annuncio di Odino sulla nomina di Thor come erede al trono. In effetti, all’inizio di Thor troviamo il dio del tuono pronto a essere incoronato re.
-          Sempre in Thor, il protagonista viene punito con un esilio su Midgard senza poteri. È quasi la stessa punizione che viene data ad Amora all’inizio del romanzo.
-          Durante la missione diplomatica presso gli Elfi di Ghiaccio, Loki si accorge che la sua pelle sembra blu. È un riferimento al fatto che lui, in effetti, è di nascita un Gigante di Ghiaccio, figlio del re Lafey, e quindi il vero colore della sua pelle è blu, come si scopre in Thor.
-          Ammetto, questa mi ha fatta urlare, ma se mi chiamo “IronPrincess” ci sarà un motivo. A un certo punto, la Signora S. rivela a Loki che qualche anno prima ha indagato su una fabbrica di munizioni di un certo signor Stark… facendo un rapido calcolo con le date, si tratta presumibilmente del nonno del nostro amato Tony, quindi padre di Howard. La famiglia Stark trova sempre modo di far notare la sua presenza.
-          Loki dimostra più volte di non amare il nome della SHARP Society. Tra i vari suggerimenti che dà per cambiare il nome, c’è anche “SHIELD”. SHIELD è il nome dell’agenzia segreta fondata, tra gli altri, da Howard Stark e Peggy Carter e che, nella maggior parte dell’arco temporale dei film, sarà guidata da Nick Fury.

-IronPrincess

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