Recensione “La strada” by Ann Petry
Siamo
negli anni della Seconda guerra mondiale e Lutie Johnson è una giovane donna
nera che vive a Harlem con Bub, il figlio di otto anni. Quella di Lutie non è
certo una vita facile: si è lasciata alle spalle un marito infedele e
irresponsabile e deve tirare avanti da sola. Ma è sorretta da un'idea: crede
nel sogno americano ed è convinta di poter aspirare a un'esistenza migliore
grazie a una vita di duro lavoro. "La strada" è la storia di una
lotta: la lotta di Lutie alla ricerca di una casa per il figlio, per farlo
crescere lontano dalla paura e dalla violenza, per tenerlo lontano dalla
strada, insomma. Le vicende di Lutie e Bub si intrecciano con quelle di diversi
personaggi, che vivono nella stessa casa o nella stessa via, tutti alle prese
con la stessa disperata lotta per la sopravvivenza. E le loro vite disegnano il
ritratto doloroso di una realtà così lontana nel tempo eppure ancora così
vicina. A più di settant'anni dalla pubblicazione di questo romanzo, Lutie
Johnson resta una figura potentissima - nera e sola è alle prese con un mondo
ostile alle donne e pervaso di razzismo -, e la sua vicenda cruda e vibrante ci
racconta la storia amara dell'altra faccia del sogno americano, mostrandoci una
New York troppo spesso dimenticata. Quando venne pubblicato nel 1946, "La
strada" fu il primo romanzo di un'autrice afroamericana a vendere più di
un milione di copie, ed è tuttora considerato un grande classico della
letteratura americana, nel quale la potenza della testimonianza e la forza
della letteratura si sommano regalandoci pagine indimenticabili. Introduzione
di Tayari Jones.
Salve Specchietti!
Questa settimana il blog partecipa al Review Party de La
Strada di Ann Petry, edito da Mondadori. Si tratta di un romanzo di narrativa
storica pubblicato per la prima volta nel lontano 1946 che subito fece parlare
di sé, sia per la bellezza e la veridicità della trama, sia per la sua autrice,
una donna afroamericana che a gran voce ha voluto mostrare la sua realtà al
mondo. Un mondo che spesso ha chiuso gli occhi e si è girato dall’altra parte
per non guardare.
Le parole di Ann Petry, però, le hanno lette in tanti e
ancora oggi, da quelle parole, possiamo imparare e riflettere tanto. Ringrazio dunque
la Mondadori che ha deciso di ridare luce a questa storia che oggi più che mai
si rivela attuale e meritevole di attenzione.
Lutie ci porta nella sua vita, ad Harlem con suo figlio Bub. Ci
fa vedere quanto sia difficile essere una donna di colore ghettizzata dall’americano
oppressore, ridotta alla fame, distrutta dal lavoro usurante e molto spesso
costretta a scegliere la via della criminalità o della prostituzione per poter
vivere, se vivere è il termine che si può utilizzare in questi casi.
La strada di Lutie è lunga, tortuosa, scomoda e spaventosa
per molti, ma se vi fidate di me, non potrete che essere dalla sua parte. Sempre.
La forza di questa protagonista è invidiabile: decide di
mollare tutto e, per suo figlio, di cercare una vita migliore che gli permetta
di andare a scuola, di non avere il futuro segnato dal carcere o dalla morte
che grava sulle teste di molti dei suoi coetanei. Lutie vuole inseguire i suoi
sogni e le sue speranze, vuole interrompere gli ingranaggi di un meccanismo
fatto di razzismo, di ipocrisia e brutalità, vuole cambiare un mondo che calpesta
le donne, le ignora, le ammutolisce.
Con uno stile incalzante, incredibilmente attuale pieno di metafore
originali e descrizioni che ci donano una vivida immagine della quotidianità del
tempo, Lutie ci mostra la sua strada, la sua lotta fatta di tante cadute, di troppi
ostacoli. Una lotta che deve diventare la lotta di tutti noi, affinché il
colore della pelle, la religione il sesso o qualsiasi altra diversità diventino
motivo di razzismo e di discordia.
Ho amato questo romanzo in ogni suo aspetto: lo stile, l’estremo
realismo delle scene descritte, l’immensa forza di questa donna che attraverso
il suo cammino ci mostra delle verità che per molto tempo sono rimaste nascoste
da una patina dorata e ammaliante chiamata American Dream.
Un romanzo che vale molto più di cinque specchi, un romanzo
che ha cambiato il panorama della letteratura mondiale e che spero continui a
essere letto per molto, molto tempo.
Vi auguro una buona lettura e vi do appuntamento al prossimo
romanzo!
A presto, la vostra Mil Palabras
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