Recensione Doppia: Il fabbricante di giocattoli di Liam Piper
Recensione:
“Lasciate che vi racconti una storia su mio nonno…”. È la frase con cui Adam Kulakov, proprietario di una grande fabbrica di giocattoli a Melbourne, in Australia, ama aprire i suoi discorsi ufficiali. E pazienza se il suo stile di vita di seduttore e bugiardo incallito non ricalca propriamente i valori incarnati dal nobile patriarca. Sì, perché suo nonno Arkady – eroe scampato ai campi di sterminio nazisti, fondatore dell’impresa di famiglia e colonna della società – ha davvero una storia eccezionale
alle spalle: quella di un uomo che, sprofondato nel male più assoluto, scopre la sua vocazione costruendo piccoli, rudimentali giocattoli per i bambini di Auschwitz, e così facendo trova la forza per non soccombere. Ma nulla è come sembra in questo romanzo fitto di ombre e di colpi di scena. Sconvolgente, spietato, appassionante, Il fabbricante di giocattoli è la storia di un segreto inconfessabile. Capace di tracciare, in un vertiginoso gioco di rimandi tra passato e presente, un ritratto senza sconti delle ipocrisie, delle contraddizioni, delle calcolate amnesie così tipiche del nostro tempo.
Recensione - CuorediInchiostro
Questo libro non è quello che sembra.
I personaggi, i luoghi, le loro storie e perfino i giocattoli non sono quello che pensiamo in questo libro.
Ho iniziato a leggerlo in maniera un po' distratta, finchè una frase non mi ha catturata. Ho finito il libro in 4 ore ed è stato come ascoltare una storia vera dalla bocca di persone reali. Perchè le vite di Adam, Arkady e Tess, sono vite che potrebbero essere state davvero.
Questo è un romanzo che colpisce tassello dopo tassello, parola dopo parola...
Un romanzo per non dimenticare ciò che vorrebbe essere dimenticato.
I campi di sterminio; gli uomini che tradivano altri uomini; amori che esistono, ma che non ne hanno il diritto in un mondo dove il proprio amico diventa il tuo assassino.
“Lasciate che vi racconti una storia su mio nonno…”. È la frase con cui Adam Kulakov, proprietario di una grande fabbrica di giocattoli a Melbourne, in Australia, ama aprire i suoi discorsi ufficiali. E pazienza se il suo stile di vita di seduttore e bugiardo incallito non ricalca propriamente i valori incarnati dal nobile patriarca. Sì, perché suo nonno Arkady – eroe scampato ai campi di sterminio nazisti, fondatore dell’impresa di famiglia e colonna della società – ha davvero una storia eccezionale
alle spalle: quella di un uomo che, sprofondato nel male più assoluto, scopre la sua vocazione costruendo piccoli, rudimentali giocattoli per i bambini di Auschwitz, e così facendo trova la forza per non soccombere. Ma nulla è come sembra in questo romanzo fitto di ombre e di colpi di scena. Sconvolgente, spietato, appassionante, Il fabbricante di giocattoli è la storia di un segreto inconfessabile. Capace di tracciare, in un vertiginoso gioco di rimandi tra passato e presente, un ritratto senza sconti delle ipocrisie, delle contraddizioni, delle calcolate amnesie così tipiche del nostro tempo.
Recensione - CuorediInchiostro
Questo libro non è quello che sembra.
I personaggi, i luoghi, le loro storie e perfino i giocattoli non sono quello che pensiamo in questo libro.
Ho iniziato a leggerlo in maniera un po' distratta, finchè una frase non mi ha catturata. Ho finito il libro in 4 ore ed è stato come ascoltare una storia vera dalla bocca di persone reali. Perchè le vite di Adam, Arkady e Tess, sono vite che potrebbero essere state davvero.
Questo è un romanzo che colpisce tassello dopo tassello, parola dopo parola...
Un romanzo per non dimenticare ciò che vorrebbe essere dimenticato.
I campi di sterminio; gli uomini che tradivano altri uomini; amori che esistono, ma che non ne hanno il diritto in un mondo dove il proprio amico diventa il tuo assassino.
Il fabbricante di giocattoli è la storia di una famiglia con mille e più segreti che non devono essere rivelati.
-CuorediInchiostro
Recensione - wonderful fragment°
"Lasciate che vi racconti una storia su mio nonno...". Un incipit, una storia con i fiocchi. Due epoche, presente e passato che si incrociano raccontando pochi personaggi, freddi e forse un po' ignobili.
Liam Pieter ha voluto parlarci di un evento storico drammatico (che forse non è abbastanza come parola). Attraverso una bambola, una celebre bambola che appunto collega le menti dei personaggi fra passato e presente, l'autore ci fa entrare nelle loro vite. Il Fabbricante di Giocattoli parla dell'Olocausto, di come questa parte di storia stia ancora strascicando le deviazioni etiche e civili, e come mai smetterà di farlo. Eventi che hanno segnato per sempre l'umanità di Arkady, e di conseguenza quella di tutta la famiglia. Un nipote carismatico che adesca le adolescenti e una donna insoddisfatta di se stessa che cerca di porre rimedio ai suoi rimpianti. Ed è attraverso di loro, che il lettore non può staccarsi dalle pagine di questo romanzo. La fine di una necessita subito l'inizio della seguente. Emozioni e colpi di scena inaspettati.
Consiglio questo libro con il cuore, e vi consiglio di leggerlo con il vostro cuore. Riflettete sul presente e non dimenticate il passato. Una storia come questa non può che arricchire la vostra umanità.
-wonderful fragment°
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