Recensione "Recovery Road"


Recovery Road è una serie tv americana trasmessa su Freeform a partire dal gennaio 2015. Lo show si basa sull'omonimo romanzo young adult scritto da Blake Nelson, ma per quanto lo segua abbastanza fedelmente, tende a distaccarsene in alcuni punti.
Sebbene venga etichettata come un teen drama, la serie sembra allontanarsi dal lato dispregiativo spesso associato alla definizione, per la complessità dei temi proposti e la validità nel trattarne. Prima di tutto, la dipendenza da alcol e droga.
Maddie Graham è un'adolescente con problemi d'alcolismo e dipendenza da droga che nega di avere. Quando però la sua consulente scolastica trova della vodka nel suo armadietto, Maddie viene posta davanti a una scelta: iniziare un programma di disintossicazione o venire espulsa. Così la ragazza entra in una comunità, dando inizio al lungo, difficile e doloroso percorso di recupero, che la porterà a scontrarsi con la sua vita da teenager e l'esistenza degli altri ricoverati.
Uno degli aspetti che ho particolarmente apprezzato della serie è il modo di trattare i suoi complicati temi. Non è facile parlarne senza cadere negli stupidi cliché dati dal comune perbenismo. E sebbene all'inizio sembri presentarli in modo superficiale e con i soliti stereotipi, in realtà l'analisi si fa sempre più profonda e complessa; fino a distruggere quegli stessi cliché iniziali, rivelando il delicato mondo che vi si nasconde dietro. Un piccolo esempio ne è il mostrare come la causa della dipendenza non può essere ricondotta a un'unica ragione esterna, ma il ribadire continuamente la responsabilità personale nel cadere e nel risalire. A questo proposito, mi è piaciuta particolarmente la rappresentazione della comunità, un ambiente caldo e familiare che è molto facile idealizzare ma che invece, pur mantenendo le caratteristiche di un luogo positivo, fa intendere allo spettatore che non è un posto da favola in cui ognuno vorrebbe vivere, proprio perché viene costantemente ribadita la negatività della dipendenza e la difficoltà e il dolore del percorso di ripresa. Questo non avviene solo per quanto riguarda questi temi, ma con tutti gli altri argomenti proposti, nonché con i personaggi, un altro dei punti forte della serie. Anch'essi inizialmente possono apparire piatti e poco sviluppati, ma in realtà ognuno di essi nasconde una forte e complicata caratterizzazione, nonché un percorso personale, che tocca sfumature diverse e viene via via rivelato. Insieme ai suoi personaggi, anche la serie cresce episodio dopo episodio, articolandosi sempre più e compiendo passi da gigante. Ed è meraviglioso vederli tutti sbocciare e migliorare sotto i propri occhi. Notevole è, inoltre, la recitazione di alcuni attori.

Personalmente ho trovato un po' scontata la storia d'amore che coinvolge la protagonista (dettata, comunque, dal romanzo d'origine), ma l'amore in generale non è mai trattato superficialmente dalla serie, che invece ne mostra diverse e complesse sfumature.
Recovery Road conta una sola stagione e dieci episodi di quaranta minuti ognuno. Purtroppo, infatti, non è sopravvissuta alla moria di show attuata la scorsa primavera, e, sinceramente, questa è stata una delle perdite che più mi hanno dispiaciuta. Come scritto in precedenza, la serie è cresciuta tantissimo in sole poche puntate, raggiungendo livelli considerevoli e diventando uno show che tanto ha detto e tanto avrebbe ancora da dire; nonché un prodotto che, dati gli standard del canale e i metodi di Freeform per trattare certi argomenti, vanta una certa originalità. Per questo vedo la sua cancellazione come un'ingiustizia, oltre che una mossa stupida, soprattutto dopo un finale di stagione che preannunciava una season two carica di aspettative.

Ne consiglio, comunque, la visione, perché sarebbe un vero peccato perdersi un prodotto del genere, così come lo è non avere la possibilità di vederne gli sviluppi futuri.
Buona visione!



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