Recensione: L'anello dei Faitoren di Emily Croy Barker
E se bastassero poche, enigmatiche parole a trasformare una ragazza molto delusa in una creatura dai poteri eccezionali? Nora Fischer non ha mai pensato di possedere doti straordinarie o di essere destinata a grandi cose. Anzi, da quando il fidanzato l’ha lasciata e la speranza di una promettente carriera universitaria è svanita nel nulla, è convinta di valere ben poco. Finché un giorno, dopo una festa in campagna, si imbatte in una vecchia lapide su cui legge alcuni versi dal significato oscuro. Pochi istanti e Nora stenta a riconoscere il luogo in cui si trovava fino a un attimo prima: davanti a lei si staglia un maestoso palazzo circondato da un parco lussureggiante, e una donna vestita di bianco la accoglie con entusiasmo. Nora non sa ancora di trovarsi al cospetto di Ilissa, la potente regina dei Faitoren. Trascinata in un turbinio di feste, passeggiate a cavallo e cene fastose, coperta di splendidi abiti e gioielli, Nora diventa la donna seducente e irresistibile che ha sempre sognato di essere: la compagna ideale per il bellissimo principe Raclin, che la chiede in sposa. Ma qualcosa stride in quell’universo perfetto. Chi sono le creature spaventose che Nora scorge nottetempo? Sta forse impazzendo o qualcosa di terribile si nasconde dietro le lusinghe di Ilissa? E quell’uomo strambo che dice di essere il mago Aruendiel, perché insiste a metterla in guardia dai Faitoren e a volerle insegnare le arti magiche? C’è un pericolosissimo sortilegio da sciogliere, quello dell’anello che Raclin ha messo al dito di Nora.
Un romanzo pieno di amore e crudeltà, per adulti e ragazzi, dove la magia è protagonista assoluta. Una storia che ha l’atmosfera della fiaba classica e il passo epico del fantasy contemporaneo.
Nora è Elizabeth Bennet. O meglio la sua versione moderna.
Ma chi sarà il suo Darcy?
Quando all'inizio del libro, con la prerogativa di dimenticare l'invito al matrimonio del suo ex Adam, che ancora ama e il ricevimento delle nozze di un amico a cui a breve deve partecipare, Nora s'incammina per un sentiero vicino, che la porta nel folto sottobosco di una montagna.
Peccato non lasci nessun biglietto che avvisi della sua escursione e allo stesso tempo si imbatta in un cimitero ritrovandosi in un bellissimo giardino, dopo aver letto alcune iscrizioni su di una lapide.
E qui parte il fantasy.
Il fatto che nessuno abbia percepito, in particolar modo la sua migliore amica, il morale della protagonista lascia da pensare, soprattutto dopo che questa senza esitazioni si lascia trascinare da una festa all'altra, preoccupandosi minimamente, inizialmente, del fatto che i suoi amici non abbiano notizie di lei.
Ma si fa di tutto per dimenticare il dolore, anche credere nelle illusioni.
Nora da un giorno all'altro si ritrova invaghita, poi innamorata persa di Raclin e la sua personalità inizia a sfumare.
E questo è il momento in cui la ragazza diventa tanto insipida quanto antipatica.
Non prova affatto a dibattersi contro le magie che, inconsapevolmente, le sono state scagliate, seppur la sua coscienza la metta in guardia più di una volta.
Inizia a dimenticare particolari, non ha più opinioni ne pensieri propri, diventando una vera marionetta che finisce per sposare un principe che neppure la ama, ma che anzi la tradisce appena può.
Fortunatamente, per andare a cercare dei fiori, Nora si allontana dai Faitoren incontrando così Aruendiel.
copertina dell'edizione inglese |
Un personaggio non proprio simpatico, anzi ad un primo approccio alquanto burbero, che non si lascia neppure impietosire nello scoprire che Nora è la moglie di Raclin.
Insomma col senno di poi si può benissimo dire che molte delle colpe, su quel che accade successivamente a Nora, si possano attribuire al mago. Perchè lui sapeva!
Sapeva a cosa andava incontro la giovane e seppur la metta un poco in guardia non fa nulla per lei...in parte.
In parte perchè forse, un pochino, ma giusto un pochino, Aruendiel è disposto ad aiutarla, anche se quando ciò avviene è tardi...
Ma non disperate questo romanzo è lungo seicento pagine, quindi dato che se va bene saremmo alle prime duecento, ne avvengono ancora di cose. ;)
Dopo aver lasciato i Faitoren, prima che il mago insegni veramente qualche trucco alla ragazza passeranno più di cento pagine, e gli eventi che avvengono durante questi sono sì interessanti, ma sarebbero potuti esser maggiormente "compressi", soprattutto considerando il finale...
Comunque una volta che Nora impara qualche magia è ben lungi da potersi dire una maga, figuriamoci una ragazza dai poteri eccezionali!
Ripara tazze, sa fare qualche magia col fuoco e con l'acqua è alquanto inesperta, solo grazie ad alcune formule matematiche riesce a cavarsela un poco, ma è la prima ad ammettere che ha scelto un percorso di studi opposto proprio perchè non è mai stata portata per tali materie...
La storia d'amore lascia alquanto a desiderare, dopo che questa ha lasciato i Faitoren. Non vi è un solo bacio e l'uomo di cui è innamorata è un uomo di più di duecento anni che, al contrario dei vampiri a cui ormai siamo abituati, ne dimostra nei suoi giorni migliori almeno sessanta.
Ce l'ho messa tutta per immaginare Aruendiel sulla stessa scia di Howl ("Il castello errante di Howl", se non l'avete visto lasciate perdere questa recensione e anche la vostra vita per due ore e correte a vederlo!), ma è stato semplicemente impossibile ad un tratto, quando il mago ha iniziato a rivelare tutti gli acciacchi del caso...
Il finale poi mi ha lasciato alquanto spiazzata. Se dopo quattrocento pagine tra loro non accade praticamente nulla, senza "praticamente" perchè non accade proprio nulla, la protagonista pare avere la rivelazione del secolo, proprio da "Orgoglio e Pregiudizio".
Come personaggio femminile Nora, dopo aver lasciato Raclin, non è male. Abbastanza emancipata, ma in alcune situazioni non abbastanza, spesso non dimostra i suoi trent'anni, tanto che davvero semplice dimenticarsi di ciò.
Raclin gioca, invece, piuttosto bene il suo ruolo di antagonista, contrariamente a quello di principe, dove in questo caso è più insapore persino di Nora (durante la prima parte), senza essere però soggetto a nessuna maledizione.
Mentirei se dicessi che appena finito non sono corsa su Amazon per vedere se vi fosse un seguito, anche in lingua originale, ma purtroppo non ve ne era traccia e le domande senza risposta, alla fine, sono ancora molte, da spuntare alla lista.
Non è quindi semplice dare un giudizio a questo libro, che ha senza dubbio uno stile di narrazione irresistibile, persino durante gli eventi più noiosi.
Lost Inside My Universe
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