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Avete presente la trama che avete appena letto?
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Le prime sei righe sono vere, però. Lars ha davvero solo tre amori, vorrebbe far conoscere tutti i sapori possibili e immaginabili alla figlia e la moglie li abbandona, in quanto il ruolo di madre le sta stretto.
Peccato che il padre dopo neppure venti pagine muoia.
Eva viene accudita dagli zii, senza sapere inizialmente che questi non sono i suoi genitori, dato che è ancora una neonata quando la tragedia accade, ergo Lars non ha il tempo, purtroppo, di insegnare proprio nulla alla figlia.
Eva durante l'infanzia sviluppa la passione di coltivare peperoncini, rivendendoli poi a un ristorante messicano.
Non è il suo talento per il piccante a trovarle un lavoro, tanto da rinunciavi in fatti in tenera età, dopo una abbuffata finita male.
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Si potrebbe dire che Eva ne sia la protagonista, ma in realtà è la constante. Il romanzo, infatti è suddiviso in otto capitoli, tutti narrati da personaggi differenti, che durante la loro vita hanno avuto modo di conoscere o sentir parlare di Eva.
Un'idea interessante, quanto difficile da portare avanti.
Avendo letto, infatti, la trama sopra, tutto mi aspettavo che dovermi approcciare a così tante persone, per riuscire a scorgere qualche frammento della vita della giovane chef.
Lei, infatti, è spesso solo una comparsa nelle vite altrui, come succede nella realtà, dato che solo noi siamo protagonisti della nostra storia. Il fatto è che per me loro erano comparse, mentre Eva colei di cui avrei voluto leggere e intuire i pensieri.
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Non sono poi riuscita del tutto a capire come Eva sia potuta cambiare così tanto, passando da una bambina emarginata ad una ragazza dark e infine a una chef piena di gusto sia per quanto riguarda la cucina, quanto la moda.
E poi il capitolo finale, l'acclamata cena... pagine dedicate alla famosa madre, di cui finalmente sentiamo riparlare, dopo che questa, viene a sapere del successo di Eva ed è per tanto giunto il momento di agire.
Non ho quindi apprezzato molto questo libro, superata la novità nello stile di scrittura, l'unico motivo per cui continuavo a leggere era per sapere della protagonista e non delle vicissitudine altrui, collocate però in primo piano.
Lost Inside My Universe
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