TramaMi segue. Mi sento i suoi occhi addosso ovunque vada.
Un bicchiere di whiskey vuoto sul bancone della mia cucina, una rosa rossa al suo passaggio.
Apro gli occhi nel cuore della notte, e lui è lì.
Mi osserva. Mi assaggia. Non mi lascia scampo.
Da quando sono tornata in questa casa, la mia vita non è più la stessa.
Sto cercando di scoprire la verità sul passato della mia famiglia.
Lettere. Diari. Frasi interrotte. Non mi lasciano scampo.
La seguo. La tengo d'occhio ovunque vada.
Un sorso di whiskey quando passo a trovarla, una rosa rossa prima di andare via.
La osservo dormire. Voglio sentire il suo sapore. Non la lascerò andare, ora che l'ho trovata.
Questo è il primo volume della dilogia "Il gatto e il topo" di HD Carlton. Si tratta di due dark romance che trattano tematiche che potrebbero disturbare diversi lettori. Si invita a leggere le avvertenze a inizio libro prima di procedere con la lettura.
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Non pensavo di leggere un dark romance, non uno come questo almeno. A luglio, durante un brutto blocco del lettore, ho iniziato a scorrere lo shop di Amazon dal mio fidato Kindle, in cerca di qualcosa che potesse smuovermi. Mi sono imbattuta in "Ti ho trovata, Adeline", una storia di cui avevo già sentito parlare, ma non abbastanza da convincermi che fosse adatta a me.
E invece l’ho preso.
L’ho iniziato.
E mi sono ritrovata completamente catturata.
La scrittura di H.D. Carlton è magnetica. Lo stile è scorrevole, diretto, a tratti quasi ipnotico, e ti trascina dentro questo gioco psicologico di caccia e fuga in cui si alternano la voce del predatore e quella della preda. Leggendo mi sono sentita entrambe le cose: inseguita e braccata, ma anche spinta dalla stessa ossessione di chi insegue. È una sensazione disturbante e affascinante allo stesso tempo, il genere di tensione che ti tiene incollata alle pagine anche quando vorresti chiuderle per prendere fiato.
I personaggi sono costruiti con grande attenzione. Adeline è fragile ma determinata, divisa tra il desiderio di scoprire la verità sul suo passato e la consapevolezza del pericolo che la circonda. Lui, Zade, è il cuore oscuro della narrazione: le sue scelte sono moralmente discutibili, persino inaccettabili, eppure c’è un “perché” che non ti permette di allontanarlo. Non è il tipo di uomo che accetterei mai nella vita reale — anzi, lì sarebbe un enorme “bello, smamma” — ma sulla carta funziona alla perfezione. Leggere di un uomo così è proprio ciò che rende il romanzo così potente: ti trascina oltre i tuoi confini, ti fa esplorare lati che normalmente respingeresti.
Quello che ho apprezzato di più è che, nonostante la parte dark, la narrazione resta solida e mai gratuita. Ogni dettaglio, dalle lettere ai diari, fino ai piccoli gesti ossessivi, contribuisce a costruire un’atmosfera che ti rimane addosso. Non si tratta solo di una storia d’amore disturbata, ma di un viaggio dentro l’ossessione, il desiderio e i limiti morali di ciascuno di noi.
E poi… il colpo di scena finale! Non posso fare spoiler, ma vi assicuro che lascia senza fiato. Appena chiuso il libro mi sono fiondata sul secondo volume, curiosa di scoprire come si evolverà questa dinamica malata e affascinante.
In conclusione, è stata una sorpresa inaspettata. Un libro che non pensavo facesse per me e che invece ha saputo conquistarmi e trascinarmi in un mondo dove il confine tra passione e pericolo si fa sempre più sottile.
Allert: Fate attenzione ai TW!
Alla prossima,

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