Review Tour: More than a hat trick di Len McCabe
Buongiorno Specchietti, oggi il blog partecipa al review tour di More than a hat trick, il romanzo d'esordio di Len McCabe, uscito il 25 maggio per la Ode Edizioni.
Noi non siamo un qualcosa di confezionato, siamo unici e singoli, non ci sono altre come te o altri come me. E nessuno ha il diritto di dirci come vivere la nostra vita.
Bentornati
Specchietti!
Oggi la
sottoscritta partecipa a un nuovo review tour, stavolta targato Ode Edizioni.
Il romanzo di
cui vi parlo è More than a hat trick, di Len McCabe, uno sport romance
dolce e coinvolgente che mi ha regalato qualche ora di piacevole
intrattenimento.
I protagonisti
sono Reese, una giovane e timida studentessa universitaria, e Graham, il
capitano della squadra di hockey del college.
Reese è una
ragazza solitaria, concentrata sullo studio e sul lavoro, con un passato
particolare che le ha reso impossibile vivere le stesse esperienze dei suoi
coetanei e l’ha quindi portata a rimanere in disparte, in un certo senso
spettatrice della vita degli altri.
Graham è un
giocatore di hockey che sogna di diventare un professionista e si impegna a
fondo per raggiungere il suo obiettivo. È popolare, ha tanti amici, tra cui
Nat, quasi un fratello per lui, con il quale condivide il proprio sogno.
Reese e Graham
si incontrano un po’ per caso, un po’ per destino, e basta un semplice e innocente
tocco per creare una forte connessione tra loro.
Reese è
intimidita da lui, da ciò che prova e dalla sua popolarità, si considera agli
antipodi rispetto a Graham e ai suoi amici, perché quel mondo le è così
sconosciuto da attirarla e terrorizzarla al tempo stesso.
Graham è affascinato dalla misteriosa fata che prepara deliziosi pasti per lui
e i suoi coinquilini, la stessa che con quel tocco misterioso lo ha folgorato.
Quando,
finalmente, le carte saranno messe in tavola, i due potranno iniziare
un’avventura che li porterà a scoprire nuovi sentimenti e bisogni, a vivere un
sogno dal quale, però, entrambi saranno costretti a svegliarsi bruscamente.
Sapete,
Specchietti, questa storia mi ha lasciato dentro emozioni contrastanti e alcune
delle scene del romanzo continuano a farmi compagnia anche dopo la sua meritata
conclusione.
I due
protagonisti sono personaggi vivi, intensi, che amano, si vivono, commettono
errori e impiegano del tempo ad ammettere di aver sbagliato e a tornare sui
propri passi. A volte si fanno vincere dalle paure, altre dall’orgoglio, altre
ancora dalla rabbia. Non sono personaggi immacolati e nel corso della storia
abbiamo modo di imparare a conoscere molte sfaccettature delle personalità di
questi due ragazzi. Solo alla fine riusciamo a comprendere del tutto Reese e le
sue motivazioni, mentre Graham a un certo punto si perde, logorato dalla paura
di soffrire ancora e dal rancore.
More than a hat trick è una storia che parla di sport, di amore, di famiglia, di seconde possibilità. Parla soprattutto di un legame così forte da piegare quasi la ragione, da restare saldo nel tempo, fino a superare un vuoto che sembrava incolmabile.
L’hockey è una parte essenziale della mia vita e sempre lo sarà, però ho capito che prima di essere un giocatore sono un uomo. E come uomo ti dico che il mio hat trick vincente è seduto in tribuna.
Lo stile è semplice, fresco, delicato, contestualizzato con l’ambientazione e l’età dei personaggi e l’intreccio è costruito in modo sapiente alternando passato e presente fino al momento in cui essi si ricongiungono. Ho apprezzato molto le parti prettamente sportive, che mostrano una volontà di rendere il romanzo un effettivo sport romance e di non catalogarlo come tale solo perché uno dei protagonisti pratica uno sport.
Avrei preferito
sapere qualcosa in più del passato di Reese un po’ prima, durante la narrazione,
per aver modo di inserire il personaggio in un contesto familiare che ne
spiegasse un po’ il modo di agire; invece, fino a quasi alla fine del romanzo,
mi sono ritrovata a chiedermi: “ma questa ragazza non ha nessuno? Da dove
viene, come ci è arrivata lì?”, ecco, le risposte ad almeno un paio di queste
domande avrei preferito averle prima, così da poter empatizzare di più con
Reese.
Graham è stato
praticamente l’uomo prefetto per buona parte del romanzo e ha conquistato subito
il mio cuore. Poi, però, il dolore lo ha reso scontroso, a volte quasi crudele
nei confronti di Reese e questo suo atteggiamento, seppur in parte
comprensibile, non ha fatto impazzire la me lettrice, lo ammetto.
Ho amato i
personaggi secondari, gli amici di Graham, che accolgono Reese a braccia aperte
sin da subito, inglobandola in quella grande famiglia sempre pronta a sostenere
i propri membri.
Nat e Shay – la
sua ragazza – mi sono piaciuti molto e vorrei sapere qualcosa in più su di
loro. Ho amato tanto anche Oliver, il nonno di Graham, un uomo generoso e
saggio che con la sua presenza ha in qualche modo fatto sì che il nipote fosse
accanto a Reese anche quando non c’era. E poi Bonnie, l’adorabile sorellina di
sei anni di Graham, la prima a conquistare il cuore di Reese.
In conclusione,
la storia è ben costruita, lo stile pulito, il ritmo incalzante e i personaggi
ben tratteggiati.
Per essere un
esordio, devo dire che l’autrice è partita davvero con il piede giusto!
Faccio a Len
Mccabe un grande in bocca al lupo per le sue prossime storie e assegno a More
than a hat trick quattro specchi.
Se amate gli sport romance, l’hockey e le storie d’amore a lieto fine, vi consiglio di inserire questo romanzo nella vostra lista di letture.
Alla prossima,
Specchietti!
Graziee3
RispondiElimina