Recensione: Doctor Strange nel Multiverso della Follia
Buongiorno, specchietti!
Oggi vi parlo dell’ultimo film
Marvel Studios al cinema: Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
In “Doctor Strange nel
Multiverso della Follia” dei Marvel Studios, l’MCU apre il Multiverso e spinge
i suoi confini oltre quanto abbia mai fatto in passato. Viaggiate nell’ignoto
con il Doctor Strange, il quale, con l’aiuto di vecchi e nuovi alleati mistici,
attraversa le complesse e pericolose realtà alternative del Multiverso per
affrontare un nuovo avversario misterioso. Il film è diretto da Sam Raimi e
Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Eric Hauserman
Carrol e Jamie Christopher sono i produttori esecutivi. La sceneggiatura è di
Michael Waldron.
Signore e signori, benvenuti nel Multiverso!
Dopo averne avuto un assaggio e
averne studiato le regole di base nei precedenti prodotti (mi riferisco a Loki,
What If…? e Spider-Man: No Way Home), con Doctor Strange nel
Multiverso della Follia facciamo un balzo in avanti e ci gettiamo a capofitto
nel multiverso e tutto ciò che ne comporta.
Il film segue le vicende di
America Chavez, una ragazza con il potere di aprire portali tra gli universi.
America non è in grado di gestire il suo potere, in più è inseguita tra gli universi
da un misterioso nemico che vuole ucciderla per rubarle il potere. A sua difesa
interviene Doctor Strange… anzi, intervengono i Doctor Strange.
Perché quando giochi con il
multiverso, allora devi mettere in conto che lì fuori esistono tante diverse
versioni di te o, per dirlo con il linguaggio di Loki, “varianti”.
Ecco, un primo plauso a Benedict
Cumberbatch per aver saputo realizzare tutte le diverse varianti di Doctor
Strange dando a ognuna una sua caratterizzazione.
La sua buona interpretazione,
però, viene messa in ombra dal magistrale lavoro fatto da Elizabeth Olsen. Wanda/Scarlet
Witch è uno dei miei personaggi preferiti del Marvel Cinematic Universe e ho a
dir poco amato la caratterizzazione data al personaggio in questo film. Confesso
che ho apprezzato maggiormente Elizabeth Olsen in Wandavision (complice
anche una seconda visione in lingua originale che mi ha fatto assaporare
maggiormente il suo magistrale lavoro), ma anche in questo prodotto la sua
recitazione è qualcosa di incredibile.
Cumberbatch da una parte, Olsen dall’altra,
al centro o meglio in alto, a dirigerli, Sam Raimi. Il padre della celebre
trilogia di Spider-Man torna ai cinecomics quindi anni dopo e lo fa portandosi
dietro la sua caratteristica firma.
Chi mi conosce sa che non
sopporto gli horror e che di solito non li guardo. Doctor Strange nel Multiverso
della Follia non può essere considerato un horror, ma è senza alcun dubbio
il film che più ci si avvicina in tutto il Marvel Cinematic Universe presente,
passato e anche degli anni a venire (almeno per quanto riguarda i prodotti annunciati
fino ad ora).
Ci sono delle scene che spingono
fino al limite il suo essere vietato ai minori di 13 anni, non tanto per la
presenza di sangue, quanto per la violenza e la tensione e persino la paura suscitate
dall’intera scena. Ho letto recentemente Avengers: Divisi e ho trovato
in questo film lo stesso livello di violenza presente nel fumetto, nonché la
stessa tematica di fondo.
Tutto il film è ad altissimo livello,
ma due scene spiccano sopra le altre. Sto parlando della scena degli illuminati
dove, oltre alla presenza di diversi camei (chi sa, sa. Non sarò io a parlare)
troviamo proprio quegli elementi che vanno oltre ai limiti che ci si
aspetterebbero da un film Disney, e la scena, per così dire, “musicale”,
spettacolare sia come azione, sia visivamente e soprattutto che vede un sensazionale
Danny Elfman in uno dei suoi momenti più alti.
Un altro degli elementi che ho più
apprezzato in questo film sono stati i colori, vividissimi. Possiamo notarne la
forza sin dalle prime scene, sugli abiti di Strange e sulla sua cappa che
mantiene quel rosso acceso anche nell’oscurità.
Non esiste un punto, un dettaglio, un qualcosa che possa definirsi brutto. Tutto è perfettamente bilanciato, anche le battute non sono mai esagerate, al contrario servono a equilibrare una pellicola che altrimenti poteva risultare molto pesante, con delle situazioni che vanno a colpire direttamente i sentimenti dello spettatore.
L’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è una trama a grandi linee prevedibile. Ti viene detto quasi subito chi è il cattivo (anche se è molto intuibile) e non ci sono grossi colpi di scena, come abbiamo avuto ad esempio in Eternals, ma è un po’ un problema comune ai cinecomics la cui trama si riduce solitamente a: un buono, un cattivo, uno scontro e nella maggior parte dei casi la vittoria del buono. È un film che comunque va digerito. Ho scelto di non scrivere la recensione a caldo subito dopo la visione al cinema perché nei giorni seguenti ho ripensato al film e ho apprezzato sempre più i minimi dettagli (cosa che non è successa con altri prodotti dove nei giorni successivi mi sono invece soffermata a notare dei difetti).
Per concludere, quindi, Doctor
Strange nel Multiverso della Follia è un prodotto autoriale, dove il
regista incide la sua firma, inserito in un universo complesso, quello del
Marvel Cinematic Comics, dove si incastra alla perfezione e che, anzi, riesce a
spingere al limite, facendoci desiderare nulla di meno per un possibile terzo
capitolo su Doctor Strange o per un eventuale nuovo prodotto su Wanda. Tanta azione,
bilanciata da tanti sentimenti e la giusta quantità di risate, con delle
sequenze visivamente pazzesche e un alto livello nella recitazione dei
protagonisti.
Per tutti questi motivi non posso
che assegnare lo specchio speciale.
Alla prossima,
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