Recensione: Mulan - live action
Salve miei amati specchietti.
Oggi, dopo anni di attesa e mesi di
rinvii vi parlerò finalmente del live-action di Mulan, appena approdato su
Disneyplus anche per i comuni mortali che non hanno fatto l’accesso vip.
Premetto che il cartone animato del
1998 di Mulan è in assoluto il mio classico preferito, così come Mulan è la mia
principessa Disney preferita. Premetto anche che ho studiato il cinese e che adoro
il genere wuxiapian, quindi quando ho saputo che il live-action tratto
dal mio classico preferito sarebbe stato un wuxiapian ero a dir poco
entusiasta.
Ammetto, però, che le prime opinioni
in merito al film mi avevano preoccupato. Ho cercato di stare alla larga dalle
recensioni altrui per goderne il più possibile in purezza, tuttavia non ho
potuto fare a meno di notare un generale dissenso che, in un primo momento, mi
stava facendo desistere dalla visione.
Niente di più sbagliato.
Bisogna sempre vedere o leggere
qualcosa con i propri occhi prima di poterlo giudicare e il film di Mulan ha
confermato questa mia opinione. Sì, perché, a dispetto di quello che ho sentito
in giro, io l’ho adorato.
Cosa comporta questa decisione per i
fan del 1998?
Significa niente Mushu, niente
canzoni, niente Shang, giusto per concentrarci sui cambiamenti più importanti.
Ammetto che all’inizio ho storto il naso anche io per queste modifiche (che
Mulan sarebbe senza Mushu?), ma dopo aver visto il film ho capito che non
avrebbe potuto essere diversamente.
Essi, però, non sono scomparsi del tutto. Mushu viene sostituito dalla fenice che veglia sulla famiglia Hua e accompagna i suoi guerrieri in battaglia. Al posto di Shang troviamo Honghui, membro del Quinto Battaglione proprio come Mulan o, meglio, come Jun, l’identità maschile che Mulan assume per infiltrarsi nell’esercito. E le canzoni che tanto amiamo vengono abilmente riarrangiate e inserite nella colonna sonora. Così vediamo Mulan prepararsi per il suo incontro con la mezzana sulle note di “Molto onore ci darai” e più volte i momenti decisivi della storia sono accompagnati dalle note di “Riflesso”.
E ancora, rivediamo l’addestramento
che accompagna “Farò di te un uomo”, esercizio dopo esercizio, e ne risentiamo
il testo nelle parole del sergente Qiang (“Noi faremo un vero uomo di ciascuno
di voi”) e del comandante Tung (“Tranquilli come una foresta, ma con il fuoco
dentro”), così come ascoltiamo i maschilisti discorsi sulla donna ideale di
Yao, Ping e Po che conoscevamo ormai a memoria dopo “Per lei combatterò”.
Tra le novità della storia ho particolarmente
apprezzato il personaggio di Xianniang. Donna come Mulan, guerriera come Mulan,
ma vista con gli occhi del disprezzo, dell’uomo che vuole sempre sentirsi
superiore. Il suo ruolo è un po’ il ruolo della coscienza, quella parte che si
rende conto di ciò che sta succedendo, del cambiamento che è necessario nella
società affinché lei e quelle come lei vengano riconosciute per ciò che sono:
non delle streghe da temere, ma delle guerriere, potenti come gli uomini. È lei
a suggerire a Mulan di mostrarsi per quello che è, di liberarsi dei freni,
della menzogna che le impediva di combattere al meglio.
Queste emozioni, questo messaggio che
deve essere raccontato a ogni bambina che non si sente mai abbastanza, che
cerca il suo posto in un mondo, ancora oggi, nel 2020, troppo maschilista, è
stato ampiamente valorizzato dalla regista Niki Caro in questo nuovo
adattamento. Essa ha saputo coniugare questa spinta di rinnovo per la società
con il rispetto per la tradizione, la tradizione disneiana da una parte, con i
rimandi al film del 1998, e la tradizione cinese dall’altra, con lo stile wuxiapian
dato alla pellicola.
Alla prossima,
sono ancora assolutamente indecisa
RispondiEliminaThank youu
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