Recensione "Jonas e Viriadiana - Il cuore d'inverno" by Francesca Cani


Anno Domini 1095. Cresciuta all'estremo nord del Sacro Romano Impero, Viridiana, giovane dal passato misterioso, è abituata a viaggiare ed esercitare l'arte della guarigione. Fino a quando re Jonas irrompe nel suo villaggio e, per scongiurare una guerra, la reclama come ostaggio in cambio della pace.
Jonas è un sovrano arrogante e un guerriero spietato. Non c'è limite alla sua forza, né al suo desiderio di proteggere il figlio Andreas, unico legame con il suo perduto amore. Dalla dolorosa morte della moglie, infatti, il suo cuore è in silenzio, non sa più amare né provare tenerezza. Eppure, vicino a Viridiana si sente più vivo che mai. Ma non c'è pace nelle terre di confine, e quando il piccolo Andreas viene rapito dai predoni turchi insieme alla sorella di Viridiana, i due seguiranno la via percorsa da Goffredo di Buglione e dai crociati verso l'Oriente. Il mondo sta cambiando, l'esercito di Dio è partito alla conquista di Gerusalemme e i due nemici scopriranno presto che l'amore più grande divampa dal fuoco dell'odio cocente.

Jonas e Viridiana. Il cuore d'inverno può sembrare solo un romance storico; ma in realtà è molto, molto di più: un viaggio inaspettato nella storia e nella geografia del primo secolo del millennio passato. Un'avventura oltre i confini del mondo; un turbinio di emozioni che corrono da un estremo all'altro, un palpito continuo, tutto condito da una piacevole patina di sensualità. La storia di Jonas e Viridiana è sì una storia d'amore, ma anche di crescita, rivalsa, di libertà.

La caratteristica che più mi ha colpito di questo romanzo è la sua ricchezza. È facile cedere alla tentazione di prevedere, in modo scontato, dove porterà la trama o convincersi che saranno pochi i temi trattati; invece il libro trova sempre il modo di stupire con svolte inaspettate e aggiungendo contenuti sempre validi e corposi. Nessuna, neanche una singola riga è posta con superficialità, giusto per riempire lo spazio o allungare il brodo. Al contrario, in neanche trecento pagine il libro presenta un menù di avvenimenti, ambientazioni e personaggi inaspettato nella sua vastità. È uno degli aspetti che più mi fanno apprezzare l'opera.
Da citare è anche il rapporto con la storia. La trama non si intreccia solo con avvenimenti più che importanti e personaggi leggendari, ma anche con una vastità di popoli, culture, tradizioni e religioni non indifferenti. Eppure riesce a farlo mantenendo la coerenza interna, dando un buon quadro di ciò che sceglie di rappresentare, e facendo sentire così vicino (tanto da viverlo sulla propria pelle) un tempo che, in realtà, è fin troppo lontano da noi. D'altronde è noto che l'autrice abbia una vera e propria passione per la ricerca storica, e si vede.

Certo, la scrittura non manca di alcuni scivoloni o piccole e inaspettate cadute di stile, ma sono ingenuità destinate a sparire con il tempo e con l'esperienza, e la penna di Francesca Cani riesce davvero ad appassionare, incollare alle pagine e tenere con il fiato sospeso.

In definitiva mi sento di suggerire la lettura di Jonas e Viridiana. Il cuore d'inverno, che si è rivelato un viaggio inaspettato, nonché una costante e gradita sorpresa. E se ancora siete scettici ho solo un consiglio da dare: affidatevi alle pagine e lasciatevi appassionare dalla storia di Jonas e Viridiana.
Buona lettura!





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