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Review Party: Custode dell'Oltretomba di Emanuela A. Imineo


Salve, specchietti!

Oggi il nostro blog partecipa al review party di Custode dell’Oltretomba, secondo volume della dilogia di Emanuela A. Imineo (trovate qui il cover reveal, qui la recensione al primo volume, Al di là di Borgo Opaco e qui la recensione alla novella Nascosta nell’Abisso).

Trama:

Borgo Opaco non ha più l’aspetto bizzarro e fiducioso a cui eravamo abituati. La scelta di Moon ha rotto un delicato equilibrio e quel luogo a metà strada tra il mondo degli uomini e quello degli dei, ha perso l’innocenza e conosciuto la morte. Neanche Metelaine è più come ricordavamo: la giovane strega tutta boccoli e buone maniere è fiaccata da una vita spesa al confine con l’Oltretomba. Tutti i giorni, Metelaine fa i conti con le conseguenze delle azioni di Moon, spegnendosi una sepoltura dopo l’altra, un errore dopo l’altro. Osiride però rimescola le carte in tavola con una proposta, perché esiste una vita per riparare tutto ciò che si è rotto: Metelaine deve partire alla ricerca di un oggetto segreto e dal potere divino. Questa volta sarà lei a dover compiere una scelta, mettendo tutto in discussione, anche sé stessa. Da Valle Eterea alle Montagne dei Dimenticati per poi scendere nell’Oltretomba, Metelaine affronterà un cammino di vendetta e redenzione per poter pagare il prezzo delle scelte altrui, ma anche delle proprie.

Ritroviamo Moon e Metelaine a distanza di un anno dagli eventi di Al di là di Borgo Opaco. Entrambe, per motivi diversi, sono diventate l’ombra di loro stesse. Moon, devota alla dea Lilith che la usa solo per i suoi oscuri scopi, ha perso ogni briciolo di buonsenso, ridotta a un animale aggressivo e mosso da istinti selvaggi e da follia pura. In più, continua a parlare con l’anima di ciò che era Providenza. Metelaine, invece, perde se stessa ogni giorno di più, con ogni anima che aiuta a liberare dal suo corpo, con ogni corpo che seppellisce personalmente.

Ecco, chiariamolo subito: Custode dell’Oltretomba non è un romanzo per tutti. Le tematiche e gli argomenti affrontati sono molto forti, le tinte cupe lo pervadono dall’inizio alla fine, soprattutto in quel finale che è tutto tranne che lieto. Uno dei passaggi più forti l’ho trovato nella bambina che Metelaine non riesce ad aiutare o, meglio, che non vuole realmente aiutare. Mi sono dovuta fermare con la lettura per digerire meglio la questione e sono una che normalmente non batte ciglio anche davanti a scene molto forti.

Alle voci di Moon e Metelaine si alterna quella di Castalia, la madre di Moon che ha sacrificato tutto pur di proteggere sua figlia da Anubi e che si ritrova a nell’Oltretomba in una specie di tirocinio per diventare una Custode.

Delle tre, devo dire che Castalia è risultato il personaggio più interessante a mio avviso. Moon mi era quasi fastidiosa, con i suoi modi da fare dettati dalla follia, un atteggiamento che spesso si contraddice e il più delle volte risulta infantile. Mi aspettavo un personaggio più cupo, più immerso nell’oscurità, un vero cattivo, invece Moon sembra solamente una bambina capricciosa con una dieta discutibile.

Metelaine è una sorta di antieroe, una ragazzina con più spessore rispetto a Moon, ma, nonostante sia afflitta da più responsabilità e più colpe rispetto all’amica, si distrae facilmente dal suo compito, tanto che le cose si sarebbero potute svolgere meglio e in maniera più rapida se solo fosse stata un po’ più attenta.

Avrei preferito, invece, che fosse dato un po’ più di spazio a Castalia, divisa tra l’ombra della donna, moglie e madre che era e il suo nuovo compito, spesso difficile, pesante, perché carico di responsabilità che neanche degli dei come Osiride e Anubi sono riusciti ad affrontare.

La prima parte della storia mi è sembrata piuttosto lenta e ho fatto fatica ad essere rapita della narrazione, forse anche per lo stile non molto scorrevole. Si riprende verso la metà, con l’incontro tra Moon e Metelaine e l’interazione tra le due amiche di un tempo, così cambiate rispetto a un anno primo e al loro brusco allontanamento. Una missione le accomuna, seppur per motivi diversi, e sono costrette a prendere delle decisioni difficili insieme, trovando un punto d’incontro anche se tra loro non esiste più niente che le unisca.

La fine, come già detto, è tutt’altro che lieta. È brusca e agonizzante, forse fin troppo. Non che pretendevo un happy-ending come nelle favole, sarebbe stato anche ridicolo dato il filo conduttore della storia, ma le ultime pagine del libro mi hanno dato l’idea di essere state frettolose, come se fossimo arrivati alla fine dello spazio disponibile e bisognasse chiudere tutto al più presto. Avrei preferito una prima parte del romanzo più concisa per dare più respiro alla fine che meritava di essere sviluppata più ampiamente, più diluita e con più risposte. Molte cose, infatti, vengono presentate, vengono spiegate, ma poi vengono abbandonate senza dare alcuna risposta al lettore. Certi dubbi sarebbero giustificabili in presenza di un terzo libro che, però, non sembra essere previsto.

Tre specchi e mezzo per questo romanzo che perde un po’ della spinta iniziale del primo volume, ma che consiglio comunque a chi è stanco dei lieti fine e vuole esplorare un po’ di più l’oscurità del genere umano.

Ringrazio l’autrice per la copia digitale del romanzo e vi appuntamento alla prossima,



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