Review Party: Lei di Nicolò Targhetta
Tra la presentazione e gli approfondimenti, "Lei" di Nicolò Targhetta mi è entrata dentro silenziosamente, in punta di piedi.
Quasi ha chiesto: Disturbo? Se vuoi passo un'altra volta.
Ma no, il mio cuore aveva deciso che era giunto il momento. Aveva deciso che io e questo romanzo dovevamo conoscerci.
Vi lascio qui i link di tutti gli approfondimenti che ho fatto e vi ricordo che oggi ci sarà la recensione su tutti i blog e di passare per le loro tappe.
Presentazione
Intervista
Lei - tra stereotipi e perfezione
Ciao, io sono CuorediInchiostro, ho 26 anni e sono innamorata.
Ciao, io sono CuorediInchiostro, ho 26 anni e ho ancora paura.
Questa recensione è un po' personale... spero vada bene lo stesso. Di solito lo sapete che sono imparziale e cerco di essere professionale, ma questa volta è un po' più difficile per me. Spero capiate comunque quello che voglio dirvi.
"Lei" è un romanzo ricco.
Non ricco come quando hai la carta di credito che si autoricarica, ma come quando hai i fiori tra i capelli e un libro tra le mani.
"Lei" è come quando fuori piove, ma c'è la musica e tu vuoi ballare.
La cosa che più ho amato di questo romanzo è stato il fatto che l'autore ha scelto di non dare un nome alla sua protagonista. L'ha descritta, nei suoi interessi, sogni e timori, ma non le ha dato un nome.
Perché? Perché potrebbe essere chiunque.
Anche il posto in cui abita può essere qualunque, fatto di case luride da affittare, di scatoloni numerati e supermercati troppo piccoli in cui incontri gente sbagliata.
"Lei" è fatta di libri, di sogni non realizzati e di una vita che non è come avrebbe voluto, ma come gli altri hanno creduto dovesse essere.
Come se a un certo punto della vita tutte le donne dovessero desiderare: bambini, un reddito, un caffè in centro con le altre mamme, case, libri, auto, viaggi e fogli di giornale e magari anche uno che non si addormenta mentre fa sesso.
Lo stile di Nicolò Targhetta è pulito, delicato quasi pop potremmo dire. Uno stile che diventa quasi una persona con cui parlare, tipo "hey, lo sai che questo punto e virgola ti dona?".
"Lei" parla nella sua testa. Parla con le barbe, con gli scontrini, i poster e la sua fototessera di quando era un'adolescente e sperava in altro. "Lei" sorride anche quando non vuole fare qualcosa e fa a pugni per finta, ma anche per davvero.
Questo romanzo è un piccolo gioiello, un libro che leggi in fretta e poi rileggi perché vuoi tenerlo un po' dentro e poi ne parli alle tue amiche perché ti senti capita.
Ti senti capita da quella donna senza nome, che ha paura della felicità perché non è altro che qualcosa di flebile; che ha paura dei suoi attacchi di panico, ma impara a conviverci; ti senti capita da quella donna che è cresciuta in un modo in cui non avrebbe voluto crescere per essere qualcuno che non è "Lei".
Donne, leggete questo romanzo. Vi capirete un po' di più.
Uomini, leggete questo romanzo. Ci capirete un po' di più.
Assegno lo specchio speciale a Nicolò Targhetta e alla sua "Lei".
Alla prossima,
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