Review Party: Sorelle Brontë - Agnes Grey
Agnes Grey è un romanzo lineare, semplice ed elegante, delicato come la primavera, ma che tratta temi molto importanti come: la voglia di farsi strada nel mondo, l'amore per la propria famiglia e la voglia di riscattarsi in un mondo in cui le donne devono seguire una strada che per loro è già stata definita. Se sei ricca devi sposare l'uomo che i tuoi genitori scelgono per te e se sei povera, devi lavorare e celare molte volte i tuoi sentimenti, ma soprattutto devi imparare a essere invisibile.
La storia è narrata in prima persona e all'inizio si ha come l'impressione che sia autobiografica. Agnes parla al lettore come se stesse scrivendo una lettera a una cara amica, anticipando quello che prova o giustificandolo, come se avesse paura del nostro giudizio verso di lei. Attraverso le sue parole la accompagnamo dalla prima infanzia all'età adulta e conosciamo, seppure in maniera meno descrittiva rispetto a "Cime tempestose" e "Jane Eyre", la società in cui viveva la scrittrice e i modi di fare, ma soprattutto come è proprio del romanzo vittoriano, abbiamo una visione completa sulle differenze tra le varie classi sociali.
Attraverso le parole di Agnes, Anne Brontë ci mostra che non sempre, anzi quasi mai, a una ricchezza materiale corrisponde una ricchezza d'animo e lo fa attraverso le giovani e i giovani ricchi che la nostra Agnes deve istruire.
La storia d'amore tra Agnes ed Edward Weston mi ha fatto battere il cuore per la sua semplicità e il modo in cui è nata, spontanea come i fiori in primavera. Il modo in cui lui presta attenzione alle sue parole; il modo in cui si accorge di lei anche quando lei pensa di essere invisibile, mi hanno fatto sospirare come sempre faccio con questo tipo di storie.
Nonostante sia stato scritto a metà dell'1800, "Agnes Grey" è un romanzo attuale che ancora oggi può insegnare molto, perché parla di indipendenza, d'amore e di tante altre cose che in qualunque epoca e in qualunque luogo possono trovare con il lettore dei punti in comune.
Davvero non capisco quindi perché Anne sia meno famosa delle sue sorelle. È vero, "Agnes Grey" non parla di passione e follia e magari i personaggi sono meno caratterizzati rispetto a "Cime tempestose" e a "Jane Eyre", ma forse, se iniziassimo a leggere prima questo e poi gli altri due potremmo apprezzare e capire un po' di più quel mondo che ci sembra ormai così lontano da noi.
Assegno quattro specchi a "Agnes Grey" e al volume della Oscar che davvero merita.
Alla prossima,
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