Recensione "La vittima silenziosa" by Caroline Mitchell


La vittima silenziosa è uno dei thriller con cui la Newton Compton ha inaugurato il nuovo anno. Con le sue 351 pagine, il romanzo è firmato Caroline Mitchell, una detective della polizia che ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla scrittura, diventando in breve tempo un'autrice bestseller.

Emma è una moglie attenta, una madre amorevole e... un'assassina, seppure involontaria. Per anni ha tenuto nascosto il corpo senza vita dell'insegnante che, quand'era solo una ragazzina, si era approfittato di lei. È un segreto che avrebbe dovuto rimanere sepolto per sempre, ma la promozione inaspettata di Alex, il marito di Emma, cambia tutto. Possono finalmente trasferirsi in una casa più grande con il loro bambino. Ma questo significa che Emma non può lasciare la vecchia casa senza essere sicura di aver distrutto ogni prova.
È per questo che raggiunge il giardino, intenzionata a disseppellire il cadavere e sbarazzarsene una volta per tutte. Quello che non può sapere, però, è che nel punto in cui avrebbe dovuto trovarsi il corpo, non c'è più nulla.
Qualcuno deve averlo trovato.
Sconvolta, Emma confessa tutto al marito. Ma è solo l'inizio dell'incubo. Perché Alex scopre cose di sua moglie che non avrebbe mai potuto immaginare. E che difficilmente riuscirà a dimenticare...

Ho notato La vittima silenziosa quando sono entrata casualmente in libreria per sfuggire al freddo, essendo in anticipo per un caffè. Era sul bancone delle novità, appena accanto all'ingresso. Inutile dire che non sono potuta uscire dal negozio senza averne acquistato una copia.
A farmi avere l'imprinting con il libro è stata sicuramente la sua trama. E, modestia a parte, ammetto di averci visto giusto: la trama è uno dei punti forti del romanzo. Insieme ai personaggi.

L'intera storia, tra passato e presente, è narrata in prima persona da tra figure diverse che si passano a turno il microfono: Emma, la protagonista; Alex; e Luke, il nostro cadavere. Il che, bisogna dirlo, è una scelta più che azzeccata, perché ci permette di immergerci in tre mondi totalmente diversi, con punti di vista, pensieri ed emozioni spesso anche opposti. In più non scordiamoci che l'autrice ha lavorato per anni in polizia. Cos'ha a che vedere questo con la recensione, mi chiedete?

Caroline Mitchell si è trovata spesso a lavorare a casi di crimini violenti, a stretto contatto con le vittime quanto con i carnefici. Il che significa che sa perfettamente cosa sta facendo quando porta il lettore nella pelle dei suoi personaggi, sondandone gli angoli più oscuri.
Così l'autrice non presenta solo una trama intrigante, accattivante e che incolla alle pagine per la voglia di scoprire cosa accadrà poi; ma immerge il suo pubblico nella psiche di vittime e carnefice.

Ciò che mi è piaciuto meno di La vittima silenziosa è la sua scrittura. Non sto assolutamente dicendo che sia scritto male, ma che poteva essere scritto meglio. Mi riferisco ad alcune parti di raccontato-non-mostrato; e, soprattutto, alla fretta.
Fretta che si percepisce in momenti diversi della storia, quando sarebbero stati apprezzati o necessari degli approfondimenti in più, invece si è corso un po' troppo (con il rischio di apparire quasi superficiali). Fretta che diventa quasi fastidiosa nel finale, dove il racconto accelera vertiginosamente, lasciando un accenno di confusione. Al termine del libro le risposte sono state date bene o male tutte, ma molte sono solo accennate e spetta al lettore completarle.
Personalmente ne sono rimasta un po' delusa, perché il romanzo avrebbe potuto dare molto di più se non fosse stato limitato da questa stessa fretta.

Per il resto La vittima silenziosa resta un buon thriller, interessante soprattutto per i punti di vista dei suoi personaggi. E se in un giorno particolarmente freddo vi ritrovaste a rifugiarvi in libreria, state sicuri che non potrete uscirne senza una copia in mano. Provare per credere.
Buona lettura!





Commenti

  1. Libro inutile, trama da soap opera, il colpo di scena lo si capisce prima ancora la scrittrice si illuda di cominciare prepararne il terreno. Sul finale “i cattivi” diventano stucchevoli e sembra di vedere Gargamella che ridacchia da dietro il cespuglio nel tentativo di acciuffare i puffi. Un libro degno di far da trama ad un fotoromanzo anni ‘80.

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