News: E' nata la "Mondazzoli". Così la Mondadori inizia (e continua) la conquista dell'editoria italiana
La notizia è rimbalzata nei nostri telegiornali e quotidiani per tutto il giorno: è nata la "Mondazzoli".
Questo, infatti, è il nome (non ancora ufficiale) dato all'unione tra Mondadori e Rizzoli. Quello che è meno ovvio, però, è che il Gruppo Mediaset non si è limitato all'acquisto della sopracitata casa editrice, ma ha incorporato (quasi) l'intero Rcs Libri. Solo l'Adelphi, nelle mani di Roberto Calasso, sembra aver scampato questo destino.
La cessione era quasi inevitabile per il Gruppo Rcs Libri, gravemente indebolito dalla crisi; la vendita, però, non è stata così immediata. Le trattative, infatti, sono state portate avanti per quasi nove mesi, con rinvii, polemiche ed indiscrezioni. Alla fine, comunque, la famiglia Berlusconi è riuscita ad impossessarsi della divisione Libri (l'accordo, infatti, lascia a tutte le testate del Gruppo RCS la possibilità di continuare ad esercitare un'attività editoriale libraria. RCS mantiene, inoltre, la titolarità del marchio Rizzoli per tutti gli utilizi, esclusa l'attività libraria), alla "modica" cifra di 127,5 milioni.
Grazie a "Mondazzoli", la Mondadori arriva a possedere dal 27% (prima dell'acquisto) a circa il 40% del settore Libri, e dal 13% al 25% del settore Editoria Scolastica. Nell'immagine laterale sono elencate le case editrici attualmente sotto al marchio Mondadori.
Immagine presa dal servizio del 05/10/2015 del TG3 delle 14.30 |
Grazie a "Mondazzoli", la Mondadori arriva a possedere dal 27% (prima dell'acquisto) a circa il 40% del settore Libri, e dal 13% al 25% del settore Editoria Scolastica. Nell'immagine laterale sono elencate le case editrici attualmente sotto al marchio Mondadori.
Se questa percentuale quasi monopolistica - che nel concreto rivela che più di un libro su tre comprato in libreria o sul web, ed un libro su quattro nel settore scolastico sono a marchio Mondadori (o sottoposti) - non risulta abbastanza sconvolgente, per farsi un'idea più completa sulla grandezza della situazione, può essere utile dare uno sguardo alle conseguenze che questo accordo può avere anche sui piccoli editori.
Le Librerie Mondadori sono, attualmente, una delle maggiori catene di negozi italiane. Questo penalizza i piccoli editori, sprovvisti di rivendite in proprio, e quindi costretti ad appoggiarsi a librerie esterne. Il predominio del marchio Mondadori rischia, perciò, di schiacciarli inesorabilmente.
Nelle settimane precedenti, polemiche sono state fatte, oltre che dalle piccole e medie case editrici, dagli stessi autori (in particolare quelli Bompiani), che si sono impegnati a scrivere un appello. Lo stesso Umberto Eco, insieme ad altri scrittori ed intelletuali contrari a questa unione e alla nascita del colosso "Mondazzoli", vi ha apposto la propria firma. A quanto pare, però, esso non è stato ascoltato con la dovuta attenzione.
A essere fiscali, l'affare "Mondazzoli" non può dirsi ancora concluso. Sarà infatti l'Antitrust, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a cui spetta la valutazione dell'operazione, a dare o meno il via libera definitivo alla creazione del colosso editoriale. Sebbene per ora questa fase di stallo sembra aver leggermente frenato le polemiche (oltre ad aver rallentato le trattative degli ultimi giorni), sembrano pochi quelli ancora capaci e disposti a sperare in un rifiuto dell'Autorità.
Vada come vada, purtroppo ora non si può ancora dare un verdetto definitivo, se non dire che certamente ci troviamo sulla soglia di una rivoluzione del settore editoriale.
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