Recensione: Agatha All Along
Salve, specchietti!
Siete pronti a liberare la strega
che è in voi? Oggi parliamo infatti dell’ultima serie Marvel Television per
Disneyplus: Agatha All Along.
La famigerata Agatha Harkness
si ritrova senza poteri quando un sospetto Ragazzino dark l’aiuta a rompere l’incantesimo
di cui era vittima. Il suo interesse si risveglia quando lui le chiede di
accompagnarlo sulla leggendaria Strada delle Streghe, una sfida di prove magiche
che, se superate, conferiscono a una strega ciò che le manca. Insieme, Agatha e
il misterioso Ragazzino, radunano una congrega senza speranze e vanno per la Strada…
Radunate la congrega, la Strada
delle Streghe ci aspetta!
Agatha All Along ci è
stata presentata come la seconda stagione di Wandavision (di cui trovate
la mia recensione qui) e non poteva esserci definizione più vera. La
serie prende a grandi mani dalla “serie madre”, a partire dal titolo stesso. “Agatha
All Along” era, infatti, il titolo della canzone che svelava come ci fosse
Agatha dietro i tanti avvenimenti che avevano sconvolto la vita di Wanda.
E allo stesso modo di Agatha, anche
i Marvel Studios hanno voluto giocare con noi, attraverso il marketing, con il
titolo della serie che cambiava ogni tot mesi per poi scoprire che sì, è sempre
stata Agatha.
Ed è sempre stata Agatha anche in
questa serie, un titolo perfettamente calzante. Perché? Dovrete guardarla per scoprirlo.
Una vera strega non rivela i suoi segreti.
"Posso essere buona."
Possiamo dividere gli episodi
della serie in tre gruppi. Il primo è formato dal primo episodio che può essere
considerato a tutti gli effetti come una sorta di decimo episodio di Wandavision,
con l’incantesimo, l’inganno, la finzione della serie tv. Solo che in questo
caso non abbiamo sit-com ma una serie true crime in cui la mentre imprigionata
di Agatha, nel personaggio della detective Agnes, cerca di ricostruire quanto è
successo fino adesso (il furto del Darkhold, la morte di Wanda…)
Abbiamo poi il blocco principale di
episodi, la maggior parte, che racconta le avventure di questa bizzarra e
improbabile congrega sulla Strada delle Streghe, le varie prove che devono
affrontare, le sfide, i prezzi da pagare, i dolori, fino a raggiungere il
premo.
L’ultimo gruppo di episodi è costituito
da due episodi di origini. Infatti scopriamo veramente chi è Agatha, qual è il
carico emotivo che si porta dentro, cosa la spinge a fare quello che fa, cosa
nasconde dietro la maschera di menzogne e perché… “it was Agatha all along”.
Ma, cosa molto importante,
scopriamo chi è il ragazzino e cosa vuole dalla Strada.
Devo ammettere che, avendo letto
i fumetti (e partecipando alle varie discussioni Marvel sul web) sapevo
esattamente chi si celasse sotto il sigillo imposto sul personaggio di Joe Locke.
Eppure, la rivelazione mi ha fatto letteralmente saltare sulla sedia per il
modo in cui è costruita, con quell’escalation che porta fino all’esplosione dei
suoi poteri.
E poi XXX è un personaggio che
adoro nei fumetti, per quanto purtroppo abbia letto ancora poco su di lui.
I riferimenti alla cultura di massa non si limitano solo al primo episodio, ma sono sparpagliati per tutta la serie. I titoli di coda sono pieni di immagini di streghe, anche molto famose (come la strega di Biancaneve che, tra l’altro, vediamo comparire anche sulla Strada) o nelle varie prove. Una delle prove a un chiaro richiamo ai film horror, un’altra rimanda a classici Disney e al Mago di Oz, un’altra ancora alla scena musicale, e così via… (e vi prego, ditemi che non sono l’ultima ad aver colto un riferimento alla puntata musical di Buffy nella prova musicale).
"Chiunque può essere una strega se viene addestrata."
Tutti gli attori della serie
hanno fatto un lavoro eccezionale. Conosciamo già Kathryn Hahn per Wandavision,
ma qui è riuscita addirittura a superarsi. Fa un lavoro magistrale, al punto
che possiamo quasi leggere l’anima grigia di Agatha nel suo sguardo, quella
dicotomia tra le menzogne e il menefreghismo di cui si riveste e il dolore che
si porta dentro. E Joe Locke non è di certo stato di meno.
Tra i personaggi di contorno non posso non nominare Lilia Calderu, interpretata da Patti LuPone, protagonista di un meraviglioso episodio che gioca molto sul montaggio di varie situazioni, e Aubrey Plaza nei panni della “schizzata” Rio Vidal. Anche in questo caso, come per il Ragazzino, sono un’ammiratrice del personaggio nei fumetti (per quanto anche qui ci troviamo davanti a un personaggio estremamente grigio o più grigio scuro… quasi nero) e la Plaza è stata meravigliosa nel ruolo e in tutte le sue complesse sfumature.
"Ho amato essere una strega."
Ho apprezzato anche che siano
ritornati, anche se brevemente, i vari abitati di Westview visti in Wandavision,
prima tra tutti la Signora Hart Signora Davies.
Ma il personaggio che più ha
attratto i cuori e le menti degli spettatori è, senza alcun dubbio, la Ballata
della Strada delle Streghe. Presente in tutti gli episodi, in più versioni (ne
esistono sei pubblicate ufficialmente, ma non contano, ad esempio, quando
Agatha la mormora tra sé e sé nel primo episodio) questa canzone è diventata
letteralmente la mia ossessione sin dal giorno in cui è stata presentata sul
palco del D23.
E non parlo di personaggio a caso…
È come se la Ballata avesse vita propria, ancora più della Strada stessa. È mezzo
per accedere alla Strada, è il modo per superare una prova, è un incantesimo di
protezione, è una sigla, è un legame madre/figlio, è un inganno, una fonte di
ispirazione, un mezzo per appropiarsi del potere. Sentitela una volta e comincerete
a cantarla per giorni. (In fondo è scritta dai coniugi Lopez, gli stessi che
scrivono le canzoni per Frozen e ci hanno ossessionato con “Let it go”).
"Down down down the Road. Down the Witches Road. Seguimi perché la gloria attende te."
Cos’altro dire se non consigliarvi
di fare questo salto, cantare la Ballata e percorrere la Strada insieme a questa
enorme congrega che si è formata grazie ad Agatha All Along.
Ovviamente Specchio servo delle
mie brame… Ehm, volevo dire specchio speciale per questa “seconda
stagione di Wandavision” che mi ha fatto ridere, mi ha tenuta con il fiato sospeso, ma mi ha fatto anche emozionare.
In attesa della terza che
dovrebbe essere rappresentata da Vision Quest.
Alla prossima,
-IronPrincess
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