Recensione – La figlia del re dei pirati
Alosa, capitana di una nave pirata, ha diciassette anni e
una missione: recuperare un’antica mappa, chiave per trovare un fantastico
tesoro. Per riuscirci, si lascia catturare dai pirati nemici che la nascondono
sul loro vascello.
Tra lei e la mappa c’è solo un ostacolo: Riden, il secondo
di bordo, ovvero il suo rapitore, che si dimostra più intelligente e abile del
previsto, oltre che bello in modo sleale. Ma niente paura: Alosa ha più di un
asso nella manica, e nessuno potrà riuscire a fermarla; né a ostacolare la sua
rocambolesca ricerca della mappa.
Azione, avventura, amore e un pizzico di magia sono gli ingredienti di questa amatissima storia di pirati.
Quando ho creato il barattolino della tbr con tutti i mini
libri, non avrei mai immaginato di pescare proprio questo romanzo. Era sulla
mia libreria da quasi un anno e pensavo che sarebbe rimasto lì finché non mi
avesse chiamata. La tbr di un lettore però agisce in maniera misteriosa, ed è
così che “La figlia del re de pirati” è finito nelle mie mani prima e nel mio
cuore poi.
La storia è molto semplice, fantasy, con colpi di scena che
chi legge da sempre immagina facilmente, ma forse è questo che mi è piaciuto,
quel senso di sicurezza, l’impressione di trovarmi in un’avventura nella quale
mi sarei divertita un mondo.
Ci sono due persone che portano avanti l’intera narrazione: Alosa e Riden. Due pirati di fazioni opposte che sentono tra loro un legame, che si punzecchiano in continuazione, che sprizzano tensione da tutti i pori ma che di fatto passano più tempo a salvarsi la vita a vicenda che a capire cosa provano l’uno per l’altra. Alosa ha un bel caratterino che nessuno è capace di domare, lei è il Mare, le tempeste e lui il marinaio che vuole calmare quell’oceano che forse ama proprio per la sua imprevedibilità. Riden è un pirata, un gentiluomo e soprattutto… è sexy da morire.
Le vibes alla “Pirati dei Caraibi” le ho sentite tutte anche se “La figlia del re dei pirati” ha un pizzico di fantasy in meno.
Il worldbuilding non è molto preciso, sappiamo di trovarci
in un regno in cui pirati e terrestri hanno stretto una tregua grazie al
leggendario re dei pirati, padre di Alosa. Di lui sappiamo che è spietato e ha
un piano che per lui vale più della vita di sua figlia. Le descrizioni però
sono accurate e tutto sembra realistico. Il vero protagonista non è il regno,
ma il mare e di lui sappiamo abbastanza.
Lo stile scorrevole della Levenseller è adatto a questo tipo di romanzo che vuole semplicemente intrattenere e far sospirare chi come me darebbe la vita per essere al posto di Alosa e… non per Riden.
Per il mare.
Voto: 4/5
Aspettiamo di vedere che succede nel secondo volume che è
già uscito e che ovviamente si trova in attesa nel mio barattolino.
Consigliato a:
- - Chi vuole un’avventura
- - Chi ama i pirati
-- - Tutti quelli che si sentono chiamati dal mare
Non consigliato a:
- Chi cerca qualcosa di impegnativo
- Chi vuole un fantasy strutturato
- Chi non ama lo slow burn
Alla prossima,
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