Recensione: High School Musical The Musical - La Serie - Stagione 2

 

Salve, specchietti!

Nonostante il forte caldo estivo, la vostra Iron Princess è sempre qui per parlarvi di una delle ultime serie di Disneyplus. Mi riferisco a High School Musical The Musical – La Serie. «Ma come?» direte. «Non ne avevamo già parlato l’anno scorso?» Avete ragione, ma come vi avevo già anticipato nella recensione alla prima stagione (che potete recuperare qui), la serie è tornata per una seconda stagione (e speriamo di averne anche una terza).

Trama:

Gli studenti di teatro della East High School allestiscono una produzione de “La bella e la bestia” per il musical primaverile. La signorina Jenn guida il cast nel tentativo di vincere una prestigiosa competizione teatrale studentesca locale mentre affrontano la loro scuola rivale, la North High.

Si torna alla East High, si torna a teatro, si torna tra i Wildcats. Perché non importa quante altre avventure dovranno affrontare Ricky, Nini e gli altri, non importa quanti altri spettacoli porteranno sul palco, nei loro cuori resteranno sempre dei Wildcats. E ce lo urlano sin dal primo episodio, quando ci offrono un’ampia panoramica sulle principali canzoni di High School Musical 2. Ma in questa seconda stagione della serie ispirata all’iconico film di Disney Channel non si va in vacanza in piscina né è il secondo High School Musical lo spettacolo che i nostri protagonisti sono chiamati a recitare.

Stavolta la serie parla agli eterni romantici, agli amanti dei classici Disney, perché lo spettacolo è quello de “La bella e la bestia”. E, diciamocelo, chi non ama “La bella e la bestia”? Chi non l’ha visto almeno una volta? Chi non ne conosce le canzoni a memoria?

Le canzoni originali, in un modo o nell’altro, ci sono tutte. Qualcuna la ascoltiamo durante le prove, qualcuna direttamente durante lo spettacolo, altre in altri momenti che non sto qui a spoilerarvi. Adoro questo intrecciarsi delle prove con la vita personale dei vari personaggi che spesso e volentieri rischia di influire su quello che porteranno sul palco, ma avrei gradito vedere più dello spettacolo vero e proprio negli ultimi episodi. So che non potevano mostrarcelo tutto, ma nella prima stagione avevano mostrato di più. Quel poco che si è vestito, comunque, emozionante e coinvolgente come se fosse stato uno spettacolo vero e non una scena di una serie tv.

Dei personaggi, rispetto alla prima stagione alcuni sono rimasti gli stessi, alcuni sono migliorati, altri, purtroppo, sono peggiorati.

Parto proprio da quest’ultimo punto: Ricky. Già nella prima stagione, Ricky ha avuto dei momenti di alti e bassi, dovuti alla difficile situazione che stava affrontando con i genitori. Una tale insicurezza di certo poteva starci, ma nella seconda stagione Ricky non ha fatto altro che peggiorare, arrivando ad avere degli atteggiamenti, a mio avviso, molto infantili, arrivando perfino ad allontanarsi dai Wildcats e quelli non sono semplicemente degli amici, sono una famiglia. Mi dispiace ma mi ha deluso.

Tra i personaggi che invece sono maturati parecchio troviamo EJ, totalmente un’altra persona rispetto all’inizio della prima stagione, e Nini che da attrice di musical quasi improvvisata come l’avevamo conosciuta ha acquisito consapevolezza del suo talento, diventando addirittura perno centrale di tutto il club di teatro.

La mia preferita di tutta la serie, però, è Ashlyn. Scelta per interpretare Belle, lei che è ben lontana dai canoni di “principessa”, si ritrovare per la prima volta a dubitare. Tutto il suo discorso attorno alle sue insicurezze è meraviglioso, dovrebbe essere visto da ogni singolo adolescente… e non solo.

Così come è meravigliosa la coppia formata da Ashlyn e Big Red. Contraria a ogni tipo di stereotipi, è l’emblema dell’essere fatti l’una per l’altra, del capirsi e accettarsi, del sostenere i sogni degli altri, che siano puntare a Broadway o lavorare nella pizzeria di famiglia. La semplicità di Big Red, capace di grandi gesti come se fossero la cosa più normale del mondo e la tenacia di Ashlyn, perfetta in ogni cosa che fa, ma fragile dentro, sono la cosa migliore di tutta la serie.

Nel complesso, una stagione con alti e bassi, con degli ottimi momenti (lo spettacolo in sé, come già detto, l’episodio “in DAD”, dove hanno saputo sopperire ai problemi della pandemia, canzoni originali favolose, messaggi profondi di accettazione di se stessi e degli altri e di supporto reciproco), ma anche con parti sotto le aspettative, personaggi che perdono spessore (il già citato Ricky) ed episodi leggermente sottotono.

Il mio giudizio per questa stagione che consiglio comunque di vedere è di 4 specchi e mezzo, sperando in un ritorno con una terza stagione che faccia anche tornare alla grinta coinvolgente della prima.

Alla prossima,



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