Piccoli Riflessi: Mi piace Spiderman… e allora? di Giorgia Vezzoli
Specchietti!
Eccomi qui per parlarvi della
nuova idea che mi balena da un po’ per la testa, ovvero quella di dedicare una
vera e propria rubrica ai più piccoli. Chi segue il blog da tempo sa che spesso
ci siamo occupate di testi adatti a un pubblico giovane, io ne ho letti
tantissimi per conto mio, perciò ho pensato: perché non condividere questi
preziosi capolavori accompagnandoli con una breve recensione?
Nasce, dunque, Piccoli
Riflessi che si occuperà dei nostri piccolissimi e giovani lettori, con la
speranza che i nostri suggerimenti aiutino ad alimentare la passione per la
lettura.
Che ne dite? Vi piace l’idea?
Ma bando alle ciance,
partiamo subito con il primo titolo che abbiamo letto per voi.
Si tratta di Mi piace
Spiderman… e allora? Una storia di Giorgia Vezzoli edita Settenove.
Trama:
Cloe ha sei anni, racconta
storie che la sua mamma trascrive al computer e ha una passione: la sua
cartella nuova di Spiderman che lei ha scelto per cominciare la prima
elementare. Intorno a Cloe tutti - ad eccezione dei suoi genitori - giudicano
questo acquisto con un’unica frase: “Ma è da maschi!”. Cloe vorrebbe giocare a
calcio con i suoi compagni, adora le magliette dei supereroi e ha un pungiball
coi guantoni per sfogarsi “come Rocky” quando è arrabbiata. Intorno a lei, il
mondo della scuola, dei giocattoli e persino degli inviti è rigidamente diviso
tra maschi e femmine. Cloe gioca con Johanna che “coi maschi non ci gioca mai
perché il suo papà non vuole”. Vorrebbe essere libera di chiedere alla
parrucchiera di pettinarla con una bella cresta come i suoi compagni maschi “perché
i maschi possono fare tutto”. Il libro affronta varie tematiche legate agli
stereotipi, alla graduale consapevolezza della propria identità di genere ma
anche al confronto tra i bambini e una realtà sempre più multiculturale. Età di
lettura: da 4 anni
Quanti di voi hanno mai
sentito l’espressione “è da maschi” o “è da femmine”?
A quanti di voi è mai stato
detto?
La storia, o meglio, il
diario di Cloe, è un modo originale e divertente di avvicinare i bambini alla
consapevolezza della propria identità a prescindere dalle etichette, dagli
stereotipi e dagli schemi che, ormai e per fortuna, vanno troppo stretti a
questa società moderna.
Cloe ama Spiderman, vuole
giocare a calcio con i suoi compagni di classe e si vede giudicata da chi pensa
che ci siano “giochi da maschi” o “giochi da femmine”.
Le domande che pone Cloe ai
suoi genitori possono farci riflettere su quanto sia importante rivendicare la
propria identità a prescindere da ciò che pensano gli altri e soprattutto a
prescindere da come ci giudicano gli altri.
Imparare a essere se stessi è
una sfida che richiede molta fatica, ma ben più arduo e imparare a non
giudicare il prossimo, accettandolo per ciò che è.
Ho davvero apprezzato questa
lettura e, come me, l’hanno fatto i bambini con i quali l’ho condivisa.
Penso che Cloe rappresenti
una grande fetta di bambine che hanno il dovere e il diritto di scegliere
consapevolmente come, quando, a cosa e con chi giocare.
Spero che questa prima
recensione della nuova rubrica vi sia piaciuta!
Io come al solito vi saluto e
vi do appuntamento alla prossima lettura,
vi abbraccio,
Mil Palabras
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