Review Party: Hunger Games #3 - Il canto della rivolta

Trama
Contro tutte le previsioni, Katniss è sopravvissuta agli Hunger Games per la seconda volta. Ma anche se ora è lontana dall'arena sanguinaria, non può dirsi salva. Capitol City è molto arrabbiata. Capitol City vuole vendetta. E chi è destinato a pagare per i disordini? Katniss, ovviamente, la Ragazza di fuoco. Come se non bastasse, il Presidente Snow tiene a precisare che ormai tutti sono in pericolo, nessuno escluso: la famiglia di Katniss, i suoi amici più cari, tutti gli abitanti del Distretto 12.
Ora che la scintilla si è trasformata in un ardente fuoco di rivolta, alla Ghiandaia Imitatrice non resta che spiccare il suo volo verso la libertà. 



Eccoci qua, siamo giunti all terzo volume di Hunger Games, Il canto della rivolta. 


Anche questa volta vi lascio la lista dei blog partecipanti per questa tappa. Forse non lo sapete, ma siamo molti di più, ci siamo infatti divisi in due giorni per ogni libro della trilogia. A giorni invece partirà l'evento sul prequel che tutti noi stavamo aspettando. 

“Se noi bruciamo, voi bruciate con noi!”
Come mi sento? 
Provo un senso di vuoto, come di qualcosa che è finito e che non ritornerà più. Sì, lo so che dobbiamo ancora affrontare il prequel e che posso rileggere la trilogia quando voglio, ma quello che ho provato in questa rilettura non tornerà più. 

Sarà il periodo, saranno gli ormoni, sarà il caldo che ogni giorno avanza sempre di più, ma ho provato, nel bene e nel male, delle emozioni fortissime e contrastanti e so che Katniss, Peeta e gli altri, non li vivrò più come adesso.
 “Quello di cui ho bisogno per sopravvivere non è il fuoco di Gale, acceso di odio e di rabbia. Ho abbastanza fuoco di mio. Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione. La promessa di una vita che continua, per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito. Di una vita che può essere ancora bella. E solo Peeta è in grado di darmi questo.”

Anche la seconda arena è stata affrontata e finalmente siamo fuori dai giochi... forse, perché chi ci ha salvato vuole farci diventare il simbolo della rivolta. 
"Il distretto 12 non esiste più" - così finisce il secondo volume e con questa frase sia le certezze di Katniss, che le nostre, sono crollate. Se c'era un posto in cui potevamo sentirci a casa era proprio il distretto 12: lì c'erano i ricordi, i boschi in cui sentirsi liberi e le ultime raccomandazioni di un padre scomparso troppo in fretta con le sue canzoni proibite e gli archi infallibili. 

Il terzo volume è stato difficile da affrontare, le morti e i momenti divertenti si susseguono in un mix che tengono il lettore in bilico e completamente sull'attenti, come un soldato che si addestra per una guerra che non conosce. 

Nonostante molti critichino tantissimo questo finale di trilogia, io lo trovo assolutamente perfetto. Certo, la Collins ha calcato un po' troppo con alcune morti, ma non poteva regalarci più di così, con quel finale che non è proprio lieto... ma neanche proprio nero, con quella speranza che sale dalla terra sottoforma di primule. E non è forse la vita un po' così? 

“Rimettere insieme i pezzi richiede dieci volte il tempo che serve per crollare.”
Il modo della Collins di descrivere l'amore poi... parliamone? Io dal primo istante ho tifato per Peeta con tutto il mio cuore e, dopo tanti anni, confermo la mia scelta. Lui è così dolce, così giusto e puro in un mondo che cerca di distruggere le cose belle. La Collins l'ha presentato, ci ha fatte innamorare, disperare, ridere, per un momento l'ha portato via da noi per poi riconsegnarcelo completamente cambiato... e poi è tornato. Forse non come prima, ma alla fine forse è meglio così. 
“Mi ami. Vero o falso?” io gli rispondo: “Vero.”

I personaggi che ci sono in questa trilogia sono per me vecchi amici e potrei stare per ore a parlare di loro e con loro... Mi mancheranno tremendamente.

Non esistono voti per "Il canto della rivolta", che è un inno alla ribellione e allo stesso tempo alla pace, perché se nel mondo continuiamo a fare "occhio per occhio, dente per dente" alla fine non ci saranno più vincitori, ma solo vinti e disperazione. 

Detto questo, gli Hunger Games sono finiti, o forse no... 


Attenzione: Commento Sclerato Post- Recensione! 

Adesso mi tocca leggere il prequel! Davvero? La Collins non ha finito di giocare con i miei sentimenti? 
Se siete arrivati fin qui e non volete seguire i miei scleri vi dico: chiudete la recensione! 
Altrimenti.... 

Finnick! Perché ha ucciso Finnick? Dopo il matrimonio? Con un bambino in arrivo? E Prim? Perché? Che aveva fatto?  Ho capito che rappresenta lo stacco tra quello che era Katniss e quello che invece sarebbe stata, ma alla Collins questa non la perdono. 
La morte di Snow invece? Applausi!  Questa era necessaria. 
Spero che il prequel non mi porti a innamorarmi di lui, altrimenti ciaone! 
Okay, ora ho finito davvero. 

Alla prossima recensione, 

Commenti

  1. Sono d'accordo con ogni tua parola. Soprattutto su Finnick e sul prequel. SPERIAMO BENE.

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