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Recensione: Home Team

Trama

Drew Miller ha sempre voluto frequentare la Fallwood University, un college di Division 1, grazie a una borsa di studio sportiva. Il basket è infatti una delle sue passioni.

Quando scopre l’identità del suo compagno di stanza, pensa che si tratti di una coincidenza, un assurdo caso di omonimia.

Perché non può essere davvero quel Greyson Quinn.

Il suo ex migliore amico, la persona che odia più di chiunque altro al mondo.

Greyson Quinn desidera giocare nell’NBA. La borsa di studio alla Fallwood University gli permetterà di competere ad alti livelli nel torneo universitario e, quindi, di essere a un passo dal suo sogno.

Solo che… non aveva previsto lui.

Drew Miller.  

Il suo ex migliore amico, la persona che ha perso due anni prima.

Alleati sul campo, ma nemici fuori, il loro sarà uno scontro all’ultimo canestro, dove passato e presente si mescolano e la posta in gioco sono i sentimenti. Sarà possibile soffocarli oppure ne saranno travolti?



Non poteva rischiare. I sentimenti di Greyson verso di lui erano di amicizia, fratellanza. Nulla di più. Sperare in qualcosa di diverso era da sfigati. 
Torna Alexandra Rose con un romanzo delizioso che ha tutto: una storia d’amore, una buona dose di sport e tanto tanto angst, ma partiamo dall’inizio, perché devo toccare più tematiche e ho paura di dimenticare qualcosa. 
Quando leggo un romanzo in cui c’è un risveglio bisessuale ho sempre paura di quello che leggerò, perché spesso purtroppo in alcuni che ho letto i protagonisti (o uno dei due) passano dal non sopportarsi all’amarsi nell’arco di pochissime pagine, ma qui, in HOME TEAM la nostra Alexandra ha raccontato tutto dai sentimenti arrabbiati di Drew a quelli confusi di Greyson che, in un crescendo atomico, raggiungono quota e spiccano il volo. 
Drew e Greyson sono, all’inizio, dinamite. E parlo sia dei bambini che sono stati agli adolescenti che sono adesso, perché anche se c’è astio nel cuore del primo e una serie di sentimenti confusi nel secondo, insieme scoppiettano come petardi durante il capodanno cinese. 
Caso vuole (o meglio la sapiente penna della Rose) che finiscano non solo nella stessa scuola ma anche nella stessa camera. 
Ed ecco che entrambi devono far fronte ai loro sé stessi giovani adulti. 
L’unica cosa che non è cambiata è il caratteraccio di Drew che, forse, anche per merito di Grey è sempre più acuto e stridulo. Più Grey è dolce con Drew, più cerca di fargli cambiare idea su sé stesso e sulla loro amicizia, più Drew s’incavola. Più cerca di fargli capire che quell’estate è stato solo spaventato da ciò che sentiva, più Drew non comprende e si chiude a riccio nelle sue felpe nere. 
Ed è un crescendo la loro storia, perché niente è più dolce del loro riscoprirsi e dalla loro voglia di tornare quelli di prima, non solo in campo. Perché lì, be’, sono ancora pazzeschi. E qui tocchiamo un altro tasto imponente della Rose, perché prima di HOME TEAM avevo letto solo un altro sport romance a tema basket che mi aveva convinta davvero e non credevo ne avrei amato un altro. Invece, eccomi qui, a fare il tifo per loro sia in campo che fuori, con tanto di striscioni e cori da stadio. 
«Ti avevo detto che non ti avrei toccato finché non avessi capito i miei sentimenti per te»
La storia di Drew e Grey, quindi, fra alti e bassi, fra litigate stizzite e difese alte, fra tiri liberi e poca libertà d’azione in alcuni ambiti, fra luce e ombra, cresce e si rivela essere la rappresentazione perfetta dello sport romance male to male. È dolce, ma spigoloso. È schietto, ma delicato. Un continuo evolversi insieme ai pensieri dei due ragazzi che piano piano scoprono di nuovo in loro stessi ciò che erano, ciò che sono e ciò che saranno destinati a essere. 
«Voglio che tu sia mio» gli sussurro sulle labbra. 
«Sono sempre stato tuo»
Basterà però scoprirsi di nuovo per stare allo scoperto? Greyson riuscirà a non scappare di nuovo da sé e dalla sua paura? Drew riuscirà a perdonare Grey per essere stato un ragazzino spaventato?
Non sono qui per dirvelo, anzi, sono qui per invogliarvi a leggerlo e a innamorarvi della loro storia così come ho fatto io. Pagina dopo pagina. Capitolo dopo capitolo. 


Grazie Alexandra Rose per averlo scritto e per essere stata come al solito perfetta in ogni sfumatura.
Alla prossima


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