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Recensione: Secret Invasion

Salve, specchietti!

Riprendiamo a parlare dell’MCU e lo facciamo con l’ultima serie tv uscita su Disneyplus: Secret Invasion.

Nella nuova serie dei Marvel Studios “Secret Invasion”, ambientata nel presente dell’MCU, Nick Fury viene a sapere di un’invasione clandestina della Terra perpetrata da una fazione dei mutaforma Skrull. Fury si unisce ai suoi alleati Everett Ross, Maria Hill e lo Skrull Talos, che si è creato una vita sulla Terra. Insieme, corrono contro il tempo per sventare l’imminente invasione Skrull e salvare l’umanità.

Di chi ti fidi?

Questa semplice seppur insidiosa domanda è stata al centro della campagna marketing del fumetto di Secret Invasion prima e dell’omonima serie tv poi. Il concetto è semplice: quando chiunque intorno a te, persino qualcuno di potente come un Vendicatore o un capo di Stato, può essere uno Skrull, in chi puoi riporre la tua fiducia?

Inquietante, vero? E, in effetti, il primo episodio ha dato quel senso di inquietudine che affonda le radici nella Guerra Fredda e nella paura del Comunismo: chiunque poteva essere una spia dei Russi, perfino il tuo vicino di casa. Tematica della Guerra Fredda che viene ripresa anche all’interno della serie, con l’America sull’orlo di una guerra contro la Russia che porterebbe allo scoppio di una Terza Guerra Mondiale (con ordigni nucleari, attentati… tutta roba già vista e stravista nelle opere di spionaggio, ma che non passa mai di moda).

Se la serie avesse seguito queste premesse, se le promesse fatte allo spettatore nel corso del primo episodio fossero state mantenute negli episodi successivi, allora Secret Invasion avrebbe potuto entrare nell’Olimpo delle migliori serie dei Marvel Studios. Purtroppo, però, dopo il primo episodio ne è venuto un secondo e poi un terzo e così via e il livello non solo non si è alzato (non c’è stato nessun picco, nessun “episodio 4” che di solito si distingue dalla massa) ma, al contrario, è andato via via scemando, fino al terribile crollo del finale.

Insomma, poteva essere una delle migliori ed è diventata una delle peggiori.

Il protagonista assoluto della serie è Fury e già questo ha i suoi pregi e i suoi difetti. È un pregio perché non vedevamo l’uomo che aveva creato gli Avengers in azione dai tempi della scena post credit di Avengers: Infinity War, quando l’unica cosa che era riuscito a fare di fronte allo schiocco di Thanos era stata chiamare aiuto. Conosciamo di più della sua vita privata e, soprattutto, scaviamo a fondo nel suo animo. Lui che era sempre dieci passi davanti a tutti si è ritrovato ad affrontare una minaccia che non poteva combattere, si è sentito, per la prima volta, inutile. Questo lo ha cambiato, lo ha trasformato nella versione vecchia, stanca e debole di se stesso, un Nick Fury difficile da riconoscere e, soprattutto, da temere. I sei episodi fungono, così, da terapia per il vecchio Fury che deve, poco alla volta, ritrovare se stesso, aiutato dal vecchio amico Talos, dalla moglie, e a vecchi alleati. Ecco perché più volte si rifiuta di far intervenire gli Avengers di fronte a questa nuova minaccia. Perché «è personale», perché lui ha creato il problema e lui deve risolverlo, deve sentirsi utile ancora una volta, in prima linea. (Concetto assolutamente nobile se solo non venisse vanificato dal modo in cui risolve il problema)

Il lato negativo del protagonismo del nostro amato Colonello è che la sua centralità distoglie l’attenzione dall’invasione segreta di cui il titolo. Non assistiamo all’umanità contro la razza degli Skrull, ma a Nick Fury contro Gravik, il nuovo generale Skrull. Percepiamo la portata dell’invasione solamente nei primi minuti dell’episodio pilota e nell’ultima sequenza del finale. Finale, da questo punto di vista, fin troppo aperto. Se la serie si chiama Secret Invasion, devi mostrare l’invasione segreta all’interno della serie, non lanciare il sasso perché poi se ne preoccupi un altro prodotto (se mai se ne occuperà).

E qui andiamo al problema più grosso della serie: l’incoerenza con l’MCU e con se stessa. Dai due trailer che ci sono stati mostrati fino ad ora, The Marvels, ambientato dopo Secret Invasion, sembra non aver subito le conseguenze della stessa, lo stesso Nick Fury sembra aver dimenticato ciò che è successo… e sulla Terra le cose non stanno andando proprio benissimo (spero ancora di essere smentita dal film, ma al momento le previsioni non sono più rosee). Come già detto, Fury non vuole coinvolgere gli Avengers perché è una questione personale, ma avrebbe avuto molto più senso una soluzione “da spia” piuttosto che il coinvolgimento di elementi sovrannaturali (nonostante abbia amato lo scontro finale e, anzi, avrei preferito un minutaggio maggiore, ma tradisce il mood della serie). E soprattutto viene rivelato che un personaggio molto conosciuto è stato sostituito da uno Skrull molto prima della Battaglia per la Terra (a.k.a. la battaglia finale di Avengers: Endgame), quando lo stesso Gravik afferma che gli Skrull hanno tradito Fury dopo la Battaglia per la Terra. Non ha alcun senso avere infiltrato qualcuno prima (e inoltre è snervante avere questo genere di risposte da interviste dei registi piuttosto che scoprirle nel prodotto stesso).

Non sto dicendo che la serie è completamente da buttare. Anzi, ci sono stati degli elementi che ho particolarmente apprezzato. Primo fra tutti il rapporto tra Fury e Talos, amici da trent’anni ma sempre pronti a punzecchiarsi. Nei dialoghi tra i due troviamo le battute migliori della serie (altrimenti dai toni molti seri). Il loro rapporto mi ha ricordato un po’ quello tra Sam e Bucky in The Falcon and the Winter Soldier. Altro elemento assolutamente da promuovere è il personaggio di Sonya Falsworth, interpretata da Oliva Coleman. Apparentemente personaggio comico, rivela sotto la sua faccia sempre sorridente una donna forte e spietata, una sorta di Nick Fury al femminile (spero di vederla contrapporsi a Valentine Alegra de la Fontaine un giorno, in uno scontro tra MI6 e CIA).

Promossa a pieni voti anche la colonna sonora, specialmente il theme delle serie, un motivetto inquietante al punto giusto che ti entra in testa e non ne vuole sapere più di uscirne fuori, un po’ l’idea che gli alieni sono tra noi e si nascondono dietro i volti delle persone che conosciamo.

Assegno 3 specchi e mezzo a questa serie dal grande potenziale deluso, che lascia rabbia e amarezza nei fan Marvel, ma con alcuni elementi (tra Sonya, la colonna sonora e il percorso di Nick Fury) che meritano.

Alla prossima,

-IronPrincess



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