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Recensione: Cars On The Road

Salve, specchietti!

Dopo essere sopravvissuti alla valanga di annunci e trailer che la Disney ci ha riversato addosso durante i tre giorni del D23Expo, recuperiamo una delle serie arrivate sulla piattaforma di streaming della Casa di Topolino durante il Disney+ Day, ovvero Cars on the Road.

In anteprima esclusiva per il Disney+ Day, i Pixar Animation Studios tornano nell’universo di Cars con una serie originale tutta nuova intitolata “Cars on the Road”, che accompagna Saetta McQueen e l’amico Cricchetto in un viaggio lungo le strade della provincia americana per raggiungere la sorella di Cricchetto, in un percorso dove ogni sosta è un’avventura a sé, costellato com’è di posti stravaganti e personaggi tanto coloriti quanto strampalati.

Collocato temporalmente dopo la trilogia di Cars (ce ne accorgiamo per la presenza di un determinato personaggio nell’ultimo episodio), Cars on the Road è tutto tranne che un sequel. È un’avventura, una breve deviazione dal tracciato di corse del campione in rosso. Infatti, basta conoscere anche solo vagamente i personaggi personali e anche i più piccoli possono godersi questi nove mini-episodi di una decina di minuti ciascuno.

Da amante della Formula 1, devo ammettere che uno degli aspetti che mi ha sempre più attratto del franchise di Cars è il suo profondo legame con il mondo delle corse, lo straordinario modo in cui riesce a far percepire l’adrenalina del circuito anche allo spettatore, la maniera in cui ci fa vivere le gioie e i dolori di un pilota durante la sua ascesa e anche durante il suo declino. È uno dei motivi, ad esempio, che mi porta a preferire il terzo capitolo della trilogia, più incentrato sulle corse, al secondo, di impianto più comico-spionistico.

In questa serie, invece, Saetta rallenta. Anzi, si mette addirittura in secondo piano, lasciando che sia il suo migliore amico a brillare, proprio come era avvenuto nel secondo film. Si scala di marcia, quindi, per citare Sally, si fa «un giretto» nelle strade americane, con diverse tappe e diverse avventure lungo il percorso.

“Tutti noi abbiamo poco tempo a disposizione su questo pianeta e dobbiamo sfruttarlo al meglio, insieme alle persone che amiamo. Il percorso che scegliamo può rivelarsi spaventoso o metterci alla prova o può farci mettere in discussione i motivi per cui abbiamo intrapresto questo fantastico viaggio, ma è proprio vero che sono le curve improvvise e i dossi lungo il percorso a rendere la vita degna di essere vissuta.”

Saetta, dopo un «cambio d’abito» nel primo episodio, si presenta per l’occasione con una nuova veste, con un adesivo «da viaggio» che ha sostituito il consueto sponsor della Rust-eze. Cricchetto, invece, è sempre Cricchetto, ruggine compresa. Ma in fondo a noi piace così.

I due partono per un’avventura on the road, costellata da diverse tappe, come il parco dei dinosauri, il circo o il set di un film, con riferimenti ad alcuni iconici prodotti della storia del cinema, come Shining o Mad Max. Allo stesso modo, gli episodi affrontano generi diversi, ammiccando all’horror ma approdando fino alle sponde del musical.

Come dicevo prima, la cosa che mi è dispiaciuta di più della serie è stata non vedere le corse e quindi uno dei punti forti del franchise (sebbene uno degli episodi riprenda le storiche frasi auto-motivazionali di Saetta), ma non manca lo spirito del primo Cars, quel bisogno di rallentare per godersi la vita e le persone che amiamo e magari, perché no, farsi nuovi amici, così come i nostri Saetta e Cricchetto hanno conosciuto Ivy.

Assegno alla serie 4 specchi e mezzo e vi do appuntamento alla prossima.

-Iron Princess



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