Recensione: Rutka - La bambina segreta
Trama
Nel cortile di via Rybna 13, a Lódz, Zosia si annoia a morte. Ma quando la bizzarra zia Róia entra nella sua vita, e veloce si installa nel suo cuore, il mondo intorno a lei si trasforma. I muri degli edifici non sembrano più così scrostati, il salice al centro del cortile non è più tanto ricurvo e, tra i rami, fa capolino una treccina rossa sconosciuta. È Rutka, una vicina che Zosia non sapeva di avere. Con lei si accendono magia, follie e avventure surreali, e l'immaginazione spazia senza limiti. Ma, mentre corrono mano nella mano per la città, una musica triste scorre sotto i loro piedi e un racconto muto si svolge sotto il nostro sguardo: i muri, le ombre, le immagini misteriose evocano le storie di dolore degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. C'è il Signore Bianco che ingoia farfalle, e c'è la stazione di Radegast, da dove partono vagoni carichi di persone dirette al Pianeta di Diamante. Un mondo che emerge dai ricordi di chi è sopravvissuto, ma che non riesce a prendere il sopravvento. A prevalere, in questa emozionante storia di amicizia e di scoperta, dove passato e presente danzano insieme, sono il desiderio di vivere e le infinite possibilità di quel tesoro che è l'infanzia.
Tutti sappiamo cosa sta accendo in questi giorni in Ucraina e come la loro guerra stia diventando la guerra di tutti noi, ma il mondo non si ferma, cerca di andare avanti e anche noi di Libri Riflessi lo facciamo, confidando nella divulgazione culturale. La guerra non è l’arma delle persone intelligenti, ma degli ignoranti che non hanno altro mezzo di confronto se non le armi. Oggi ho deciso di parlarvi di un libro che mi è arrivato qualche tempo fa da parte della Rizzoli, un libro che parla, a modo suo, della guerra (la seconda guerra mondiale in questo caso): Rutka – La Bambina Segreta di Joanna Fabrica.
Inizio con il dirvi che questo è un libro meraviglioso; un romanzo che è stato un po’ un sogno e un po’ il riflesso di un ricordo; una storia che tutti dovremmo leggere prima o poi nella vita. Ho pianto diverse volte, man mano che capivo il senso della storia e mi affezionavo ai personaggi che hanno vissuto all’interno di queste pagine. All’inizio, nei primissimi capitoli, ero confusa, non riuscivo a capire dove l’autrice volesse andare a parare, ma alla fine mi sono innamorata incondizionatamente di Zosia, Rutka e della loro strana e bellissima amicizia.
Ci sono tante persone in questo libro, alcune ai contorni, come fantasmi, altre come disegni sul pavimento che vanno via con l’arrivo della pioggia. Ci sono personaggi che vivono attraverso le cose, le fotografie, le storie sussurrate dai vecchi palazzi cadenti di una cittadina che ha visto la disperazione e poi ha dimenticato come fosse fatta la tristezza.
Tra tutte queste persone spiccano Zosia, una bambina che si annoia nei suoi ultimi giorni estivi e che vorrebbe non dover mai tornare a scuola perché non avrebbe niente da raccontare ai suoi amici; Rutka, con i suoi capelli rossi, gli occhi malinconici e le storie buffe; Rutka che aspetta i suoi genitori, all’interno numero 7 di un edificio fatiscente; c’è po zia Roia, sulla sedia a rotelle, che corre più veloce di un treno e che prepara dolci prelibatezze. C’è il signore Bianco che cattura farfalle che somigliano a bambini e un pollo senza testa che ama indossare una bombetta di colore rosso.
L’autrice ha uno stile così scorrevole e poetico, da catturare il lettore e dipingere davanti ai suoi occhi un mondo che cambia, un mondo che è e che è stato, a volte l’una e l’altra cosa contemporaneamente. Nonostante alcune cose risultino buffe o inverosimili, riesce a rendere tutto realistico, come una storia che per essere capita davvero deve essere semplificata: la seconda guerra mondiale viene raccontata come un passato che è presente, con le voci dei palazzi e le valigie che ancora attendono di esser trovate dal proprio proprietario, come a volerci ricordare che nulla finisce davvero se non si è tratto un insegnamento… Il finale del romanzo poi mi ha lasciata con un sorriso e allo stesso tempo con le lacrime agli occhi.
Non so come altro potrei convincervi a leggere “Rutka - La Bambina segreta”, se non dicendovi che è un romanzo che diventa molto personale, che entra dentro che voi siate più vicine alle bambine o alla zia, perché tutti noi abbiamo una storia da raccontare, basta solo avere la pazienza di ascoltarla per primi.
Specchio speciale e nient’altro da aggiungere.
Alla prossima lettura,
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