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Recensione serie tv: Patrick Melrose




Patrick Melrose. Qualcuno ne ha sentito parlare? L’ho visto ormai un po’ di mesi fa in Inghilterra e quando sono torna in Italia ero tutta: “Hai visto la nuova serie di Benedict Cumberbatch? Ha vinto ai Bafta, è stupenda e lui…” Risposta (dopo essere stati investiti senza pietà da un camion di parole) “No, mai sentita” o (dopo essere divenuta un’apneista in cerca di qualcuno con cui confrontare le mie opinioni, senza scoraggiarmi) “Cosa?”

Eppure in Italia su Sky c’è, l’ho cercata. Ma sembra che tutti si siano fermati a Killing Eve e non abbiano dato una chance a questa.

Ecco invece perché ne vale assolutamentissimamente la pena:

       1.  C’è Benedict. È il personaggio principale, Patrick
       2.    Se la motivazione uno non vi basta (siete strani gente, lasciatevelo dire), guardatela per il fatto che sono solo 5 episodi. Inizia e finisce. Niente seconde stagioni da aspettare.
       3. Davvero una terza motivazione anche? Allora posso dirvi che se ha fatto faville ai Bafta ( che per chi non lo sapesse sono i British Academy Film Awards) un motivo c’è. La storia è tratta da lo stesso numero di libri che costituiscono gli episodi della serie e per tanto ogni episodio ne segue uno. Sono strutturati davvero bene e Patrick è un personaggio molto interessante da scoprire.

Ma veniamo al punto, di cosa parla?
La serie si apre con Patrick che rimane orfano di padre. Libertà e gioia sono mischiati a un cocktail di ricordi, conditi da tanta droga e alcol. Tra comportamenti instabili e tentati suicidi, mantenere una relazione con una ragazza si fa un tantino difficile e forse la strada più semplice da tenere in considerazione è quella della disintossicazione…
Ma se si droga Patrick un motivo c’è ed è quello che andiamo a scoprire assieme a quanto possano essere disfunzionali le famiglie di un certo livello sociale, quanto possa essere problematica una guarigione, il matrimonio e soprattutto riuscire ad essere al meglio un genitore. Cosa assai difficile quando si ha avuto genitori come quelli di Patrick…




È tratto, tra l’altro, dalla storia vera dell’autore di romanzi, Edward St Aubyn.
Oltre alla fantastica performance di B. Cumberbatch che sembra a tratti tornare a uno Sherlock notevolmente più umano e strafatto, gli altri attori e personaggi non sono da meno, ma un po’ per via del ruolo che ricopre, un po’ per via della bravura, rimangono infine tutti nella sua ombra.
Questa serie è tra le mie preferite, una piccola meraviglia da scoprire o da far scoprire ( la miglior scusa per un rewatch). 


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