Recensione "Nel silenzio della notte" by G.J. Minett
Nel silenzio della notte è un thriller scritto, con il titolo originale di Lie in Wait, dallo scrittore G. J. Minett. Il romanzo conta un totale di 336 pagine ed è edito in Italia dalla Newton Compton Editori.
In una notte d'ottobre, Owen Hall si ferma in una stazione di servizio e Julie, la ragazza che è in macchina con lui, si avvia sola verso i bagni delle donne. Non farà mai ritorno. Nessuna telecamera l'ha ripresa e Owen è l'unico ad averla vista in quel luogo. La reazione disperata del ragazzo spinge i presenti, allibiti, a chiamare la polizia. Ma le autorità non aspettano altro per rimetterlo sotto torchio.
Owen, infatti, è tra gli indiziati di un delitto che ha sconvolto la provincia: un omicidio avvenuto poco tempo prima e ancora avvolto nel mistero. Owen è l'indiziato perfetto: considerato da tutti e da sempre un "diverso", è grande e grosso, e ha la tendenza a balbettare e a parlare da solo. Ma è davvero lui il colpevole? O qualcuno sta cercando di incastrarlo?
Nessuno tra le persone vicine alla vittima sfugge ai sospetti. E forse intorno a questo omicidio niente è come sembra.
Nel silenzio della notte è un thriller strano. C'è un omicidio, ma se ne scopre l'esistenza solo nella seconda parte del libro.
C'è il mistero della ragazza scomparsa, che dà il via alle danze e sembra avere una grande importanza. Nella mente del lettore, però: la maggior parte dei personaggi gli dedicano appena un briciolo d'attenzione.
Mette parecchi attori in scena e alterna le inquadrature in modo che i capitoli ruotino, a turno, intorno a sette figure in particolare. Peccato che alcune di queste siano poco più che una comparsa.
Nel silenzio della notte è strano perché narra tutto in terza persona ma fa cogliere perfettamente al lettore i pensieri, le emozioni e le personalità di ogni personaggio. È volutamente disorientante perché non presenta i suoi attori, ma li spara sotto agli occhi del pubblico come fosse ovvio che già li conosca. Perché dà per scontati una marea di dettagli, e racconta la trama correndo avanti e indietro, apparentemente senza una logica, fra passato e presente. Perché lascia sia il lettore a risistemare poi i vari fili sbrogliando la matassa, catturandolo tra i suoi misteri e il non detto.
Nel silenzio della notte presenta sotto diversi aspetti, mettendo e mettendosi costantemente in discussione, temi complessi come il bullismo, l'autismo, la psicopatia, i rapporti umani, la manipolazione, la genitorialità, la giustizia, il rigirarsi la realtà ognuno a modo proprio...
Nessuno dei suoi personaggi, alla fin fine, si salva.
G. J. Minett riesce a creare tutto questo giocando molto con la scrittura, unendo bravura, attenzione e cura. Nel silenzio della notte ha un clima tutto suo, che il lettore percepisce fin dall'inizio sulla propria pelle: una costante (e voluta) stonatura di lieve disagio. E anche questo è il risultato dell'abilità dell'autore.
Sì, Nel silenzio della notte è una lettura strana, destabilizzante, a volte quasi disturbante, direi; ma decisamente stimolante e soddisfacente per gli amanti del genere. Credete di poterlo reggere?
Buona lettura!
In una notte d'ottobre, Owen Hall si ferma in una stazione di servizio e Julie, la ragazza che è in macchina con lui, si avvia sola verso i bagni delle donne. Non farà mai ritorno. Nessuna telecamera l'ha ripresa e Owen è l'unico ad averla vista in quel luogo. La reazione disperata del ragazzo spinge i presenti, allibiti, a chiamare la polizia. Ma le autorità non aspettano altro per rimetterlo sotto torchio.
Owen, infatti, è tra gli indiziati di un delitto che ha sconvolto la provincia: un omicidio avvenuto poco tempo prima e ancora avvolto nel mistero. Owen è l'indiziato perfetto: considerato da tutti e da sempre un "diverso", è grande e grosso, e ha la tendenza a balbettare e a parlare da solo. Ma è davvero lui il colpevole? O qualcuno sta cercando di incastrarlo?
Nessuno tra le persone vicine alla vittima sfugge ai sospetti. E forse intorno a questo omicidio niente è come sembra.
Nel silenzio della notte è un thriller strano. C'è un omicidio, ma se ne scopre l'esistenza solo nella seconda parte del libro.
C'è il mistero della ragazza scomparsa, che dà il via alle danze e sembra avere una grande importanza. Nella mente del lettore, però: la maggior parte dei personaggi gli dedicano appena un briciolo d'attenzione.
Mette parecchi attori in scena e alterna le inquadrature in modo che i capitoli ruotino, a turno, intorno a sette figure in particolare. Peccato che alcune di queste siano poco più che una comparsa.
Nel silenzio della notte è strano perché narra tutto in terza persona ma fa cogliere perfettamente al lettore i pensieri, le emozioni e le personalità di ogni personaggio. È volutamente disorientante perché non presenta i suoi attori, ma li spara sotto agli occhi del pubblico come fosse ovvio che già li conosca. Perché dà per scontati una marea di dettagli, e racconta la trama correndo avanti e indietro, apparentemente senza una logica, fra passato e presente. Perché lascia sia il lettore a risistemare poi i vari fili sbrogliando la matassa, catturandolo tra i suoi misteri e il non detto.
Nel silenzio della notte presenta sotto diversi aspetti, mettendo e mettendosi costantemente in discussione, temi complessi come il bullismo, l'autismo, la psicopatia, i rapporti umani, la manipolazione, la genitorialità, la giustizia, il rigirarsi la realtà ognuno a modo proprio...
Nessuno dei suoi personaggi, alla fin fine, si salva.
G. J. Minett riesce a creare tutto questo giocando molto con la scrittura, unendo bravura, attenzione e cura. Nel silenzio della notte ha un clima tutto suo, che il lettore percepisce fin dall'inizio sulla propria pelle: una costante (e voluta) stonatura di lieve disagio. E anche questo è il risultato dell'abilità dell'autore.
Sì, Nel silenzio della notte è una lettura strana, destabilizzante, a volte quasi disturbante, direi; ma decisamente stimolante e soddisfacente per gli amanti del genere. Credete di poterlo reggere?
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