Recensione: La profezia dell'armadillo - Graphic Novel

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"Si chiama "profezia dell'armadillo" qualsiasi previsione ottimistica fondata su elementi soggettivi e irrazionali spacciati per logici e oggettivi, destinata ad alimentare delusione, frustrazione e rimpianti, nei secoli dei secoli. Amen."

Trama:

Zerocalcare scopre che Camille, il suo primo amore, è morta. Da una parte, questo evento riporterà alla luce tanti ricordi, attimi in cui lui avrebbe potuto confessarle i suoi sentimenti, ma che non ha saputo sfruttare; dall'altra parte, Zerocalcare dovrà dare la notizia a tutti i suoi amici, coi quali già fatica ad approcciarsi.

Recensione:

La profezia dell'armadillo
è la prima graphic novel di Zerocalcare, attualmente pubblicata da Bao Publishing. Nel 2012 vince il premio Gran Guinigi nella categoria "Miglior Storia Breve".

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Sarò onesta con voi: ho sempre saputo dell'esistenza di questo autore, ma non mi aveva mai interessata più di tanto. Guardavo le sue opere e le snobbavo, preferivo rileggermi per la millesima volta qualcosa della Satrapi piuttosto che dargli una chance. Mi sembrava un fenomeno del web a cui dare poco conto. Avete presente, no? Quelle strisce di un dato autore che una volta tanto beccate su Facebook e che scherzano sulla stessa identica cosa su cui scherzano le altre strisce di un altro autore. Ecco, giusto per farvi capire quanto mi stiano simpatici quelli che ottengono un successo immotivato sul web.

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Ammetto di aver pensato di aver preso un granchio qualche mese fa, quando una booktuber -Ilenia Zodiaco, per la precisione- che seguo da anni ne ha parlato molto, ma molto bene. Avendo gusti abbastanza simili a quelli di Ilenia, mi sono detta: "Va bene, per natale so cosa farmi regalare".
Scelta saggia.
Ti aspetteresti di tutto da La profezia dell'armadillo, davvero. Poi lo leggi e tutto diventa più chiaro, capisci il perché del successo di Zerocalcare. Ti sorprendi nel pensare: "Quindi non è come gli altri".
Ho adorato tutto del volume, al punto da averlo letto in pochissime ore. In un certo senso, Zerocalcare mi ricorda un po' Eduardo De Filippo. Lo so, lo so: potrà sembrarvi un paragone assurdo, ma lasciate che vi spieghi. De Filippo amava il sarcasmo e amava fare della denuncia tramite il teatro. In molti ricordano i suoi spettacoli perché, partendo da qualcosa di tragico, riuscivano comunque a far ridere. Lui, infatti, sosteneva proprio questo, che di tutto si può ridere. Ecco, Zerocalcare fa esattamente la stessa cosa: parla di cose serie, ma facendo ridere e sorridere il lettore non togliendo nulla al racconto drammatico. A mio parere, non c'è potere più forte.
Attenzione: se siete sensibili alle tematiche quali depressione, anoressia, ansia patologica e mammut a Rebibbia, forse è il caso che voi lasciate perdere.
So che ne è stato tratto un film, che purtroppo non ho visto. Lo cercherò disperatamente nei cataloghi di Netflix e Amazon Prime e vi farò sapere. Nel caso non dovessi trovarlo, cercherò su Amazon il dvd.


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