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Recensione "The Help" by Kathryn Stockett


In The Help c'è una frase che amo molto:
 Non era quello lo scopo del libro? Far capire alle donne:
"Siamo semplicemente due persone, e non sono molte le cose che ci separano.
Molte meno di quante pensi".
Sono quasi certa di poter affermare che nessuno della mia famiglia abbia mai chiesto a Demetrie come ci si sentisse a essere una nera al servizio di una famiglia bianca in Mississippi. È un'idea che non ci ha mai sfiorato la mente. (...)
Demetrie morì quando avevo sedici anni. Per molto tempo ho rimpianto di essere stata troppo giovane e distratta per rivolgerle quella domanda, e ho passato anni ad arrovellarmi sulla risposta che mi avrebbe dato.
Ecco perché ho scritto questo libro.


È con le parole appena citate che Kathryn Stockett, autrice di The Help, spiega il suo libro. Lei stessa si dice sicura di non sapere cosa potesse realmente significare essere una donna nera in Mississippi negli anni Sessanta. Eppure, lo ammette, prova a darsi una risposta.
Il suo tentativo è un romanzo di più di cinquecento pagine, che scivolano leggere sotto gli occhi quasi fossero ricoperte di sapone. Così il lettore si trova immerso nell'atmosfera di Jackson, una piccola cittadina nel sud degli Stati Uniti, nel non poi così lontano 1962. In quell'America in cui le linguette delle lattine stanno per essere inventate e Bob Dylan è ancora pressoché sconosciuto, un tema scottante viene forzatamente nascosto dalla società: la segregazione razziale. È in questo incerto contesto che si intrecciano le vite di tre donne d'età, carnagione ed estrazione sociale completamente diverse: Eugenia "Skeeter" Phelan, giovane neolaureata che torna a casa dopo l'università, e per cui la madre desidera un buon matrimonio, ma che vuole invece realizzare il suo sogno, diventare scrittrice; Aibileen, domestica di colore che ha allevato decine di bambini bianchi prendendo il posto delle madri assenti, e la sua amica Minny, la miglior cuoca del Mississippi la cui sfacciataggine la porta spesso, inevitabilmente, a perdere il lavoro. Sembrano avere nessun punto di incontro, ma verrano accumunate da uno stesso progetto segreto. Il vento della libertà inizia a soffiare.

Il primo aspetto che colpisce di questo libro è l'essere un romanzo tutto al femminile. Mentirei se dicessi di non averlo apprezzato. Seppure sono ovviamente presenti personaggi maschili, più o meno importanti, sono donne tutte le vere protagoniste della vicenda. Di più, sono donne che vivono in una società in cui femminilità significa unicamente bellezza, eleganza, un buon matrimonio, una bella casa e una vita fatta di ozio e frivolezze con le amiche. Ma The Help è principalmente un libro sulla ribellione pacifica, a volte silenziosa, ma costante, di chi i limiti imposti da altri non li vede o vuole superarli. Una storia di donne che lottano non soltanto per i propri diritti, ma per essere libere, padrone della propria esistenza.
Che siano protagonise del proprio racconto lo si percepisce fin dalle righe iniziali. Sono proprio loro, infatti, a narrare le vicende in prima persona. Tre punti di vista diversi, in cui l'intero stile cambia in base alle caratteristiche del singolo personaggio, si alternano intrecciando un'unica, ben amalgamata, trama. Inutile sottolineare la bravuta dell'autrice nel maneggiare la penna, indispensabile per creare questo effetto.
Una parentesi, inoltre, deve essere aperta sulla segregazione razziale, uno dei temi fondamentali del libro nonché, purtroppo, ombra sempre attuale anche nelle società più moderne. Di essa se ne è molto parlato non solo tra i banchi di scuola, ma anche in molti libri, film, serie televisive, e tanti altri prodotti culturali. Trovo sia un bene che se ne continui a discutere, non unicamente perché è giusto non dimenticare: ci sono ancora tante sfumature, al riguardo, da svelare e approfondire. Personalmente mi è piaciuto molto il modo in cui Kathryn Stockett ha trattato un tema così delicato, soprattutto per lei che, fin da giovanissima, l'ha vissuto "da bianca". Non c'è un inutile pietosismo o semplice banalizzazione nella sua scrittura. Al contrario, l'autrice vuole mostrare, cercando di essere il più oggettiva possibile (nonostante utilizzi la prima persona) le dinamiche, le emozioni, i pensieri e tutte le più piccole sfacettature di quella società. Personalmente credo abbia svolto un ottimo lavoro.
Nel 2011 Tate Taylor ha diretto l'omonimo film, tratto dal romanzo, che ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui tre nomination agli Oscar (Miglior film, Miglior attrice protagonista, Miglior attrice non protagonista) e la vittoria dell'Oscar come Miglior attrice non protagonista a Octavia Spencer.
Credo che The Help sia uno di quei libri che tutti dovrebbero concedersi di leggere, uno di quelli che hanno tanto da donare a chi ha il coraggio di aprirli e di lasciarsi rapire dalle sue pagine. Di certo non mi stancherò facilmente di consigliarlo!
Buona lettura!



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