Recensione "Shadowhunters - The Mortal Instruments" by Cassandra Clare
Serviamo liberamente
perché amiamo liberamente,
giacché dipende dalla nostra volontà
amare o meno;
da essa dipende se stiamo in piedi
o cadiamo.
(Paradise Lost - John Milton)
Ammetto che il mio primo approccio alla storia di Shadowhunters (The Mortal Instruments) non è stato dei più amichevoli: popcorn alla mano, le amiche giuste con cui condividere il divano, ho iniziato la visione del film Shadowhunters - Città di Ossa pronta a ridere di e a commentare una delle migliori trashate di questi anni. In effetti la pellicola datata 2013 (su cui non spenderò altre parole) è stata decisamente all'altezza delle mie aspettative, e se mi ha regalato un pomeriggio divertente, di certo non mi ha dato una buona impressione della storia. Eppure mi ha lasciato qualcosa, come una piccola curiosità, qualcosa che mi ha spinto, dopo alcuni anni, a dare una seconda possibilità ai libri. Quando qualche settimana fa ho iniziato a sfogliare il primo libro della serie The Mortal Instruments, comunque, le mie aspettative erano decisamente basse. È stata una meravigliosa sorpresa, invece, vedere che i romanzi riescono a raggiungere livelli decisamente più elevati.
Shadowhunters - The Mortal Instruments è la serie con cui Cassandra Clare apre il mondo degli Shadowhunters, che conta al suo interno più di una saga. Pubblicata dal 2007 al 2014, si compone di ben sei volumi, i cui titoli sono, in ordine, Città di Ossa, Città di Cenere, Città di Vetro, Città degli Angeli Caduti, Città delle Anime Perdute e Città del Fuoco Celeste. Per evitare spoiler accennerò essenzialmente solo la trama del primo libro.
Clary Fray è una qualunque sedicenne di New York; o almeno questo è quello che ha sempre creduto, finché una sera, in un club dove è andata a ballare con il suo migliore amico Simon, assiste a un omicidio. Solo che a essere ucciso è stato in realtà un demone, e i tre ragazzi che l'hanno trafitto sono guerrieri dal sangue angelico. Clary ancora non lo sa, ma la sua vita sta per essere totalmente sconvolta. Quando poi, meno di ventiquattro ore dopo, sua madre scompare e la ragazza viene attaccata da un altro demone, Clary si ritrova catapultata all'inizio di una nuova avventura che metterà in discussione il suo mondo, il suo passato, e perfino lei stessa.
L'idea a base della scrittura della Clare, e su cui l'autrice pone l'accento con cura ben attenta, è l'accettazione di se stessi (in una società spesso chiusa) e il concetto secondo cui si diventa e si è ciò che si è in base alle scelte che si prendono e alle conseguenze che ne derivano. Non a caso i protagonisti della saga sono adolescenti: come la scrittrice stessa ha in seguito dichiarato, infatti, voleva "raccontare la storia di personaggi che fossero al passaggio cruciale tra l'adolescenza e l'età adulta, in cui le proprie scelte determinano il tipo di persona che si diventerà piuttosto che riflettere ciò che si è già". La scelta, perciò, diventa un tema fondamentale, che si affianca a quello della famiglia e del sangue (ricoprono entrambi un'importanza considerevole). Un posto d'onore è occupato anche dall'amore in tutte le sue forme, e dalle diverse e complicate sfumature che esso può assumere. Sono inoltre presenti personaggi omosessuali e bisessuali, e devo dire che ho apprezzato tantissimo la scelta del parlarne con la giusta serietà e delicatezza. Non è facile trattarne in modo adeguato neanche nell'editoria di oggi, purtroppo, e l'averlo fatto non può che farmi apprezzare maggiormente l'autrice. E, a proposito di personaggi, è bello vedere come la Clare riesce a metterne in campo moltissimi e a caratterizzarli e gestirli senza mai perdere il filo. Mi è dispiaciuto però vedere che seppure le loro storie vengano narrate, a coloro che non ricoprono il ruolo di protagonisti viene lasciato molto meno spazio rispetto a questi ultimi. Questa scelta è sicuramente dovuta a una questione di necessità, essendo già la trama principale abbastanza corposa; ma mi sarebbe piaciuto veder maggiormente sviluppate le storie secondarie. A ciò comunque l'autrice sembra star cercando di rimediare con le successive saghe (come Le Origini e The Dark Artificies) e raccolte di racconti inediti (ad esempio Pagine Rubate, Le cronache dell'Accademia Shadowhunter e Le Cronache di Magnus Bane).
Se a farmi innamorare dei libri sono stati non solo i personaggi ma anche la profondità e la delicatezza con cui la scrittrice tratta i temi principali, ho molto apprezzato anche la capacità della Clare di creare un intero nuovo universo, strutturandolo, rendendolo solido e vivo, e dimostrando di sapercisi muovere con grazia e leggerezza, districandosi tra mitologia, letteratura e differenti culture. La trama inoltre è ben lavorata e capace di stupire con svolte inaspettate e che dimostrano una grande cura da parte dell'autrice.
Infine alcune parole vanno spese sullo stile, fluido e mai scontato. Personalmente non mi trovo molto d'accordo con la traduzione per due motivi principali. Innanzi tutto la resa della penna della Clare, che in originale è molto attenta e ha continui richiami alla sfera sensoriale, così che il lettore percepisce quasi ogni parola sulla propria pelle. Tutto questo purtroppo si perde nella trasposizione in Italiano. La seconda motivazione dipende dal range d'età del pubblico a cui i libri sono stati rivolti dagli editori. Seppure infatti l'autrice avesse pensato la storia come una serie di romanzi fantasy non unicamente per teenager, i libri vengono catalogati come young adult. Questo si riflette anche nella traduzione, dove la scrittura originariamente non così tanto informale e giovanile subisce un inevitabile abbassamento. Considerate queste premesse, non si può giudicare negativamente il lavoro del traduttore, che raggiunge gli obbiettivi prefissati. Eppure forse sono proprio questi obbiettivi che personalmente non condivido, se portano a una perdita stilistica, anche se piccola.
Nell'ottobre 2014 venne annunciato l'adattamento televisivo di The Mortal Instruments, andato in onda dal gennaio 2016, e che va ad aggiungersi al già vastissimo mondo di Shadowhunters.
Se ci avessi pensato qualche settimana fa, nel sfogliare le pagine iniziali di Città di Ossa, non lo avrei davvero creduto possibile, invece giunta alla fine di questa prima saga mi sento di consigliare volentieri tutti e sei i romanzi (e gli annessi), nella certezza che si riveleranno ancora una volta una bella sorpresa e una piacevolissima ed entusiasmante lettura.
Appuntamento alla settimana prossima con la recensione della serie tv tratta dalla saga!
Buona lettura!
Copertine italiane |
Clary Fray è una qualunque sedicenne di New York; o almeno questo è quello che ha sempre creduto, finché una sera, in un club dove è andata a ballare con il suo migliore amico Simon, assiste a un omicidio. Solo che a essere ucciso è stato in realtà un demone, e i tre ragazzi che l'hanno trafitto sono guerrieri dal sangue angelico. Clary ancora non lo sa, ma la sua vita sta per essere totalmente sconvolta. Quando poi, meno di ventiquattro ore dopo, sua madre scompare e la ragazza viene attaccata da un altro demone, Clary si ritrova catapultata all'inizio di una nuova avventura che metterà in discussione il suo mondo, il suo passato, e perfino lei stessa.
Copertine americane |
Dorsi del nuovo cofanetto americano |
Infine alcune parole vanno spese sullo stile, fluido e mai scontato. Personalmente non mi trovo molto d'accordo con la traduzione per due motivi principali. Innanzi tutto la resa della penna della Clare, che in originale è molto attenta e ha continui richiami alla sfera sensoriale, così che il lettore percepisce quasi ogni parola sulla propria pelle. Tutto questo purtroppo si perde nella trasposizione in Italiano. La seconda motivazione dipende dal range d'età del pubblico a cui i libri sono stati rivolti dagli editori. Seppure infatti l'autrice avesse pensato la storia come una serie di romanzi fantasy non unicamente per teenager, i libri vengono catalogati come young adult. Questo si riflette anche nella traduzione, dove la scrittura originariamente non così tanto informale e giovanile subisce un inevitabile abbassamento. Considerate queste premesse, non si può giudicare negativamente il lavoro del traduttore, che raggiunge gli obbiettivi prefissati. Eppure forse sono proprio questi obbiettivi che personalmente non condivido, se portano a una perdita stilistica, anche se piccola.
Nell'ottobre 2014 venne annunciato l'adattamento televisivo di The Mortal Instruments, andato in onda dal gennaio 2016, e che va ad aggiungersi al già vastissimo mondo di Shadowhunters.
Se ci avessi pensato qualche settimana fa, nel sfogliare le pagine iniziali di Città di Ossa, non lo avrei davvero creduto possibile, invece giunta alla fine di questa prima saga mi sento di consigliare volentieri tutti e sei i romanzi (e gli annessi), nella certezza che si riveleranno ancora una volta una bella sorpresa e una piacevolissima ed entusiasmante lettura.
Appuntamento alla settimana prossima con la recensione della serie tv tratta dalla saga!
Buona lettura!
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