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Recensione: All that's left in the world


Trama
Che cosa rimane quando non hai più niente da perdere? Speranze azzerate e un umorismo nero con cui affrontare il mondo. Con questo bagaglio viaggia Andrew, solo, affamato e ferito, attraverso un'America spettrale, colpita da un virus che ha sterminato buona parte della popolazione mondiale. I pochi sopravvissuti sono gente pericolosa, disperati che non esitano a uccidere a sangue freddo chiunque contenda loro una latta di cibo o qualche medicina abbandonata sugli scaffali dei negozi saccheggiati. Andrew lo sa. Per questo, quando bussa alla baita di Jamie in cerca di aiuto ed è accolto da un fucile spianato, si aspetta che sia la fine. E invece no. Andrew e Jamie si riconoscono, perché in fondo si assomigliano: tutti e due provano un'innata repulsione per la spietata legge del più forte, e fidarsi uno dell'altro diventa inevitabile. La fiducia diventa amicizia, e l'amicizia con il tempo si trasforma in un legame più profondo. Ma i due ragazzi nascondono anche dei segreti e, nel corso del lungo viaggio che li attende, dovranno mettersi a nudo e chiudere i conti con il passato, lottando fianco a fianco per costruire una nuova vita insieme. Ma, proprio quando ogni cosa sembra perduta, scopriranno che l'amore è tutto ciò che resta, tutto ciò per cui vale la pena rischiare, vivere e morire.
Questa recensione dovrebbe chiamarsi: non avevo intenzione di leggere questo romanzo!
Sì, perché non era in tbr, non era in programma, non sapevo neanche che esistesse... Finché la Rizzoli non l'ha recapitato alla mia porta e io avevo appena terminato una lettura e non sapevo che cosa avevo voglia di leggere, l'ho scoperto solo quando ho avuto tra le mani Andrew e Jamie e una storia che inizia come un film. 

"Spero che nell'Aldilà ci sia un piccolo cinema dove si possa stare seduti in silenzio a guardare la sequenza di eventi che conducono ai momenti decisivi della propria vita."

Va bene, lo confesso subito... Il mio cuore si è sciolto! 
Così, senza che nessuno gli chiedesse niente.
Lo stile scorrevole dell'autore, nonostante la complessità della trama e dei personaggi, mi ha rapito fin dalle prime pagine. Quello che abbiamo davanti dovrebbe essere un romanzo di formazione per ragazzi, ma io, che di anni ne ho ormai trenta, l'ho apprezzato da morire e nonostante per me i quindici anni siano passati da metà della mia vita, neanche per un attimo ho pensato di star leggendo un romanzo "solo per ragazzi". 

"«Io ti copro le spalle e tu le copri a me?»"

 Ho vissuto le emozioni di Jamie e Andrew, ho riso e pianto con loro, e ho assistito alla nascita del loro amore in un mondo ormai al collasso. 
In un mondo pieno (o vuoto, dipende dai punti di vista) di persone che continuano a sorprendere, nel bene e nel male, nonostante la fine della civiltà come la conosciamo oggi. 
Brown sa scrivere, sa metterci davanti a delle scelte e fa leva sulla nostra umanità, talvolta spiegandoci quanto questa sia pesante, quanto i sensi di colpa siano un fardello difficile da portare... Soprattutto da soli. 

"«Solo perché di solito i mostri si trovano nelle favole, non significa che non esistano anche nella vita reale. E soprattutto che non esistano oggigiorno.»"

Ciò che mi ha colpito di più è stata la riflessione sull'accettazione e sulla normalità in un mondo che sta cambiando. Come reagiamo quando ciò che consideriamo "anormale" diventa la nuova realtà? E come reagiamo invece quando decenni di lotta per vedersi riconosciuti diritti imprescindibili vengono spazzati via solo perché a essere rimasti al mondo sono dei fanatici che vogliono decidere "chi ha il diritto" di restare quando al mondo non resta più nessuno.
Il tema dell'amore LGBT+ viene affrontato con profondità e sensibilità, aggiungendo qualcosa in più, qualcosa di importante, a una trama già coinvolgente. Spesso si parla di politically correct, di quanto sia importante rappresentare "minoranze" all'interno di romanzi, film, serie TV, finendo però spesso per mettere in imbarazzo la categoria rappresentata. Brown non lo fa invece. 

"Ho bisogno che sia rimasto qualcosa a questo mondo in cui valga la pena credere."

L'amore di Jamie e Andrew neanche una volta ci porta a chiederci qualcosa a riguardo, perché non sono la rappresentazione di una categoria. 
Sono Jamie e Andrew.
Durante il corso della narrazione ci troviamo davanti al pov alternato e veniamo a conoscenza della vita di entrambi, dei loro sogni "prima", di come siano diventati ciò che sono "oggi", delle loro famiglie e dei loro errori. Del peso di dover crescere quando ancora non si è pronti, il tutto in un viaggio on the Road in cui conosciamo uomini, dolci vecchiette, animali che si comportano come bestie e uomini che si comportano peggio delle bestie. 

"Stiamo affrontando la fine e non è giusto, ma è cosí. Va tutto bene. Il mondo è finito e non rimane altro che un sacco di merda. E lui. Noi. Quindi va bene così."

Infine, il finale è stato semplicemente meraviglioso, così tanto che per un po' non ho trovato il coraggio di parlavi di questo romanzo. Non vedo l'ora che arrivi in Italia il secondo volume per scoprire cosa accadrà a Jamie e Andrew e soprattutto per altre cose che non vi dirò perché sono troppo spoiler! 
Fidatevi però se vi dico che sicuramente finirà nella mia top 10 del 2024. 
Voto? Ovviamente Specchio Speciale!
Alla prossima

Commenti

  1. Amo i romanzi MM e più in generale Lgbtqia+, ma meno il genere apocalittico. Inserisco il titolo in lista. Grazie per il suggerimento.

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  2. Ammazza che recensione 😍Da leggere assolutamente 🫰🏼

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  3. Avevo già letto la trama e lo avevo messo in lista, ma dopo la vostra recensione sicuramente sarà tra le mie prossime letture.

    RispondiElimina

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