Review Tour: Ti prenderai cura di me? di Arianna Bonati

 


TRAMA

"Ogni volta che ti innamori, paghi un pegno. Dai qualcosa di te a un’altra persona, piccola o grande che sia, gli fai dono di un pezzettino della tua essenza, della tua anima. È doloroso, sì, ma essenziale. Se la persona ti abbandona, tu perdi irrimediabilmente ciò che hai ceduto."

Hana è una studentessa di umili origini, con un passato difficile alle spalle.
Andrea è un ragazzo di buona famiglia, molto arrogante, a cui non sembra mancare nulla.
I due si ritrovano per casualità alle quattro di notte.
Lei si era presa una cotta tremenda per lui, quando frequentavano il liceo.
Lui non sembra averla dimenticata.
Si lasciano con un misto di malinconia e troppi non-detti.
Dopo qualche anno, la sorte, con la sua crudele ironia, li fa rincontrare di nuovo.
"Ti prenderai cura di me?" gli aveva scritto Hana, in una lettera d'amore che assomigliava a
una canzone.
E lei? Riuscirà a prendersi cura di lui?
Il destino ha concesso loro un'ultima possibilità.



Buongiorno Specchietti,
Oggi sono qui con voi per raccontarvi di un romanzo che mi ha rapito il cuore.
Sto parlando di Ti prenderai cura di me? di Arianna Bonati, edito Ode Edizioni, uscito il 19 ottobre. 

Specchietti, sono davvero in difficoltà a scrivere questa recensione, perché la storia che ho avuto l'opportunità di leggere in questi ultimi giorni mi ha stravolta. 
Avete presente le montagne russe? Quel susseguirsi di ansia e aspettativa, di euforia e terrore, con quell'onnipresente brivido lungo la schiena e la stretta che vi serra il petto? Ecco, questo è lo stato emotivo in cui mi sono ritrovata sin dalle prime pagine del romanzo. 
Quando ho letto la trama e ho deciso di prendere in carico la recensione, non avevo capito; non avevo idea che mi sarei trovata catapultata in una storia di questo tipo, perché, in certi casi, le parole non possono descrivere le sensazioni che si provano. Cercare di spiegare in poche righe la storia di Hana e Andrea è come provare a mettere un oceano in un bicchiere, impossibile. 
È per questo che fatico a scrivere una recensione che abbia un senso logico, ma forse è anche questo il bello, no? Ritrovarsi confusi, sconvolti, straripanti di emozioni una volta chiuso un libro. Farò comunque del mio meglio, lo prometto. 

L'autrice ci catapulta nella vita di due ragazzi, Hana e Andrea. Cresciuti in modo diverso, in ambienti opposti, due universi paralleli che però sono destinati a sfiorarsi più e più volte, fino alla collisione che scatenerà un'esplosione epocale, o un maremoto. 
Hana è un'infermiera, una persona remissiva, abnegante, proiettata sugli altri e mai su stessa per paura delle ombre che infestano il suo cuore. Non ha avuto una vita facile. Ha perso la madre, il padre è un alcolista recidivo, la campana di vetro in cui la madre l'ha segregata sin da bambina l'ha resa incapace di imparare a difendersi in un mondo fatto di predatori. Hana è la preda facile. 
È la ragazzina dai sogni romantici che a 14 anni dona una lettera d'amore ad Andrea, un ragazzo bellissimo, ricco, viziato, arrogante, annoiato. Lui è un predatore e, prevedibilmente, le cose non finiscono bene. 
Un altro incontro tra i due, anni dopo, è il secondo sfiorarsi dei loro mondi contrapposti. Una nottata in piazza, davanti a un locale. Lui con gli amici, la sua ragazza bella, ricca e superficiale. Lei con il viso rigato dalle lacrime, un abito troppo corto e la voglia di dimenticare tutto. Anche in quell'occasione, nessuno dei due si avvicina troppo all'altro. 
Ma se è vero che esiste un filo rosso legato al mignolo di ognuno di noi, allora quel filo porta Hana e Andrea a scontrarsi un'ultima volta, quella decisiva, quando lei viene assunta come infermiera personale di un ragazzo malato di tumore al terzo stadio. Il ragazzo è Andrea. 
Lui è ancora l'arrogante ragazzo che le aveva fatto perdere la testa anni prima, ma con una rabbia distruttiva che gli brucia le viscere e, di tanto in tanto, esplode disintegrando ogni cosa.
Ha tanto bisogno di aiuto, ma non è abituato a chiederlo. Ha sempre avuto tutto e subito. È viziato, insolente, arrogante.
Possono esistere due persone più distanti l'una dall'altra? Eppure, c'è anche qualcosa che li accomuna, un'oscurità che Hana tiene segregata dentro di sé, la stessa oscurità che porta Andrea a bruciare tutto ciò che ha intorno.
A volte le persone si possono anche salvare. Hana diventa il perno su cui Andrea può imparare a contenere il suo demone, quella pazienza che non ha mai avuto. Hana può essere lo stimolo che lo spinge a cambiare, a essere migliore, ad accettare la paura e non combatterla con la rabbia. 
E Hana? Lei sembra destinata a essere distrutta da questo legame, a finire in cenere.
Ho paura. Ho paura di ferirti e di essere ferita. Ho paura di spegnere la tua fiamma o di bruciare insieme a te all'inferno. Ma quanto è bello vederti brillare?
Hana lotta per negare i suoi sentimenti, perché insito in lei c'è un terrore primordiale di essere abbandonata e di soffrire e Andrea non è proprio la persona più affidabile del mondo. In più, come lui ricorda più e più volte, la sua vita ha una data di scadenza.
A cosa può portare una relazione simile? A niente.
A volte i momenti sereni sembrano esistere per non durare. Come se il concetto stesso di temporalità fosse incompatibile con la felicità. 
Questo però, non impedisce ad Hana e Andrea di provare un amore così denso e disperato da risultare quasi ossessivo, di aggrapparsi l'uno all'altra, di scontrarsi, farsi del male, perdonarsi e tornare dall'altro in una danza disperata che tiene il lettore appeso con un cappio al collo fino all'ultima parola. 
Sei tutto ciò che mi rimane. Tutto ciò che voglio e non posso avere. Tutto ciò per cui vale ancora la pena lottare.
Questa storia ha talmente tante sfaccettature da dover essere riletta più volte, al fine di poterle cogliere tutte. Parla di amore, di morte, di abbandono. Parla di paura, di oscurità, di debolezza. Una storia viva, vera, a tratti cruda, che mostra senza filtri le fragilità dei personaggi e i loro lati più oscuri. 
Che Andrea sia un antieroe è palese sin dal principio, ma ciò che sconvolge maggiormente è quello che pagina dopo pagina scopriamo di Hana. Sembra pura, impeccabile, devota al prossimo, ma questa è solo la maschera che indossa per ignorare le ombre che infestano la sua anima, quelle ombre che già in passato l'hanno sopraffatta e portata vicino al punto di non ritorno. Hana deve capirle e accettarle, non soffocarle, né ignorarle, perché sono parte di lei. 
Il dolore che pervade le pagine, l'ineluttabilità di una malattia che non lascia scampo, la sofferenza che muove ogni azione disperata dei protagonisti è tangibile, eppure quel filo di speranza c'è sempre, perché non può essere altrimenti, perché l'amore, in qualche maniera, salva sempre, anche se in modi che non riusciamo a comprendere, e quella sofferenza, quel crescere insieme come innamorati ma soprattutto come persone non può essere vano.
Tu sei riuscita a rendermi un uomo migliore, io invece ti ho distrutta. E su questo rimugino di continuo, è davvero il mio unico rimorso. Quindi, se non vuoi farlo per te, fallo per me. Sii forte. Sii coraggiosa. Dimostrami che queste settimane non sono state uno sbaglio, che anche io sono stato in grado di insegnarti qualcosa. 
La bellezza di questa storia d'amore risiede soprattutto nelle piccole cose. I gesti semplici, eppure non scontati per chi è abituato a pensare solo a se stesso, come Andrea, o per chi, come Hana, li ha ricevuti in rarissime occasioni. Le emozioni sono così tangibili che persino solo un abbraccio o uno sfiorarsi delle dita hanno il sapore di una conquista straordinaria. 
Oltre a creare una storia struggente e dei protagonisti eccezionali, l'autrice vanta anche uno stile invidiabile, una capacità rara di sviluppare una storia ricca di eventi e assai corposa in maniera mai ripetitiva o scontata. Gli stessi momenti introspettivi dei personaggi non sono mai uguali a se stessi, ogni volta i personaggi fanno un passo in più verso la consapevolezza di sé, dei propri limiti, dei propri errori, delle proprie debolezze. Il tutto è inframezzato da struggenti lettere che i due si scrivono a vicenda, senza però mai consegnarsi se non alla fine, che ci aiutano a comprendere meglio la complessità dei loro sentimenti, quando le loro azioni sembrano affermare l'opposto. 

Che dire, Specchietti? 
Io consiglio questo romanzo a tutti, ma proprio tutti, perché non posso fare altrimenti. 
Hana e Andrea mi vibrano ancora nell'anima e credo che lo faranno per un bel po' di tempo. 
Mi sono innamorato di te un milione di volte.
Mi sono innamorata di te una volta sola. E non sono più guarita.  
Non mi resta che assegnare lo specchio speciale a questa storia straordinaria e ringraziare la casa editrice per avermi dato modo di conoscere quest'autrice dalla penna meravigliosa. 


Alla prossima recensione, Specchietti!
La vostra Violet Lily





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