Cover Reveal: Undressed Series di Moloko Blaze (Versione unita)
Moloko Blaze ha deciso di riunire le sue splendide novelle in un unico file ed ecco a voi la Cover a opera di Pamela Fattorelli.
THE UNDRESSED SERIES
«Perché mi fai questo?»
domandai con la gola stretta. Spuntò una lacrima, che cancellai immediatamente.
Non potevo cascarci di nuovo.
«E tu perché lo stai
facendo a me? Pensi che non abbia un cuore? Pensi che non si sia spezzato
quando ho visto la mia casa vuota?» sibilò con risentimento, strattonandomi
appena. Anche i suoi occhi parvero lucidi. Aveva smesso di giocare. Aveva
abbandonato ogni sarcasmo. Ora era tutto cuore, tutto stomaco.
«Lasciami!»
«Perché dovrei farlo?
Tu vuoi essere presa. Tu vuoi essere trovata. Tu vuoi essere vista, raggiunta,
plasmata. Da me, dal tuo creatore.»
(da
Undefined)
Attraverso
le barocche contraddizioni della peccaminosa New Orleans, i paesaggi rurali della
Louisiana, le acque più torbide del Mississippi, la serie Undressed racconta le avventure erotiche della
giovanissima e sprovveduta Charlotte e dei due irriverenti artisti che la
dipingono: James La Salle, suo capo e padrone, e Robin Delacroix, il loro
sensuale amante dalla pelle scura.
-ATTENZIONE-
Questa novella contiene scene di sesso
esplicite. Se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole.
N. Pagine: 366
Genere: Erotic Romance
Prezzo: ebook 2,99; cartaceo 14,99
Cover di Catnip Design
BIOGRAFIA
Moloko
Blaze vive con il suo compagno in un luogo ai confini del sogno. Divide il suo
mondo di fantasia in due anime: il contemporary
romance, che scrive da sette anni con un altro pseudonimo, e l’erotico, che
sperimenta da meno tempo ma che le permette di attraversare zone più in ombra,
dove il sole arriva raramente.
La sua
produzione erotica è composta dalle novelle “Undressed”, “Untold” e
“Undefined”, raccolte nel volume “The Undressed Series”. La prossima
pubblicazione s’intitolerà “Playing Time”, un erotic romance ambientato nel mondo dell’off Broadway di New York.
Ama la sua privacy e la difende con ogni mezzo.
«Fammi vedere la tua carta d’identità.»
Spalancai
gli occhi, incredula. «Le ho già detto che sono maggiorenne!» sbottai.
«A
me sembri solo un ragazzino in technicolor che puzza ancora di latte. Mostrami
un documento.»
Sollevò
la mano col palmo all’insù, in attesa.
Roteai
gli occhi al cielo, feci quanto mi stava chiedendo: tirai fuori dallo zaino il
portafoglio e gli sbattei in faccia la mia carta di identità, ignorando la sua
mano.
Appurato
il fatto che il “ragazzino in technicolor” avesse detto la verità, si fece da
parte per farmi entrare nel suo studio. Feci un passo avanti, ma mi bloccai
poco oltre la soglia.
«Entra,
forza. Sei in ritardo di almeno dieci minuti.» Parole implacabili per un tono
implacabile. «Ho cacciato via la modella precedente per i suoi ritardi e la sua
maleducazione. Non farmi pentire già dal primo giorno.»
Mi
guardai intorno, in cerca di uno spogliatoio. Non ne trovai. Ciò che mi balzò
agli occhi però era la serie di quadri di persone nude, uomini e donne, in pose
trasgressive, nei toni di colore che sembravano ispirarsi alla pop art. Nulla a
che vedere con l’arte di Velázquez, Goya, Tiziano, Ingres, Botticelli. Qui non
c’era rispetto per alcuna regola formale, tecniche pittoriche si mischiavano
con il collage, con il frottage, con la fotografia, con l’action painting, con
i supporti e i materiali più eterogenei, fino ad arrivare alla sperimentazione
pura. Nulla di nuovo in fondo, ero una studentessa di arte e ne avevo viste di
cotte e di crude. Ma ciò che mi sconvolse erano i soggetti. Le ragazze, senza
nulla addosso, erano umiliate e sottomesse nelle posizioni più perverse che
avessi mai visto. Io avrei dovuto fare… questo?
E
poi lo sentii, secco come una frustata sulla schiena, l'ordine a cui, da oggi
in avanti, avrei obbedito ogni singolo giorno, per molto, moltissimo tempo.
«Sali
su quella pedana e togliti i vestiti.»
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