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Recensione "Iron Flowers" by Tracy Banghart, trad. F. Ressi


«Noi non siamo fiori» disse con voce decisa. «Come hai detto tu, Oracolo, siamo fatte di cemento e filo spinato. Noi siamo fatte di ferro.» Fissò le donne che la circondavano. «Siamo intelligenti e pericolose. Le guardie lo sanno. Sanno che abbiamo il potere di soverchiarli, se solo uniamo le forze. Dobbiamo smetterla di ucciderci a vicenda e unire le forze per combattere loro»


Trama: 
Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell'erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l'indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull'isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È così che entrambe si trovano prigioniere, l'una di una gabbia dorata e l'altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c'è soluzione, l'unica soluzione è cambiare le regole.


 


Un libro che ti entra nella pelle già dalle prime righe.
Due donne, due sorelle.
Un destino già segnato.
Serina è impaziente di iniziare la vita per la quale ha studiato un’intera esistenza, per lei, diventare una Grazia è il coronamento di una vita di studio e la possibilità di dare stabilità alla sua famiglia. Una ragazza ligia al dovere e alle regole.
Nomi è sempre stata ribelle, ha sempre avuto un carattere impulsivo e le risulta molto difficile tenere a bada la lingua. Sarebbe disposta a sgobbare sedici ore al giorno in fabbrica come la madre piuttosto che diventare una Grazia e diventare proprietà dell’erede del Supremo.
Proprio il suo carattere esuberante, però, cattura l’attenzione di Malachi, che incuriosito, la sceglierà al posto della sorella.
Nomi diventa una Grazia sotto gli occhi increduli del Regno e Serina deve prendere il suo posto come ancella.
Le due giovani sorelle, però, non rimarranno che una notte insieme. Serina verrà accusata di alto tradimento, viene sorpresa con un libro tra le mani e alle donne è severamente proibito imparare a leggere.
Un malinteso, una leggerezza, un fraintendimento, una manciata di secondi, bastano a far diventare la vita un inferno. Serina si ritrova detenuta nel carcere di Monte Rovina, dove le donne sono costrette a uccidersi tra loro per mangiare e Nomi rinchiusa nella gabbia dorata nel castello, costantemente sorvegliata.
È stato molto interessante, a mio parere, osservare come Nomi e Serina, in due ambienti diametralmente opposti ai loro caratteri e alle loro attitudini, lascino emergere, nel corso della narrazione, la loro vera natura.

Nomi, senza la sorella, è persa. Dovrà fare continuamente i conti con il suo carattere indomabile, dovrà stare attenta a riporre la fiducia nella persona giusta per scoprire cosa è accaduto alla sorella e fare i conti ogni giorno con la malinconia e il senso di colpa che la assale.

Serina, arrivata sul Monte Rovina si interfaccia con nuove regole, che hanno ben poco a che fare con quelle che deve seguire una Grazia per compiacere il Supremo. No. Sul Monte Rovina si parla di sopravvivenza, di lotta quotidiana per la difesa del territorio. Serina dovrà scardinare e distruggere le sue buone maniere, tirare fuori le unghie e lottare per cercare di ricongiungersi con la sorella.

E cosa succede quando la morte è costantemente dietro l’angolo e il senso di inadeguatezza e di assenza di una via di fuga diventano come due mani al collo che impediscono di respirare? Si escogita un piano e si cerca di sovvertire il sistema. È questo l’aspetto che più ho amato di questo libro che trasuda ribellione e mette i personaggi costantemente in discussione: Nomi e Serina non si arrendono, nemmeno davanti alla morte stessa. Mai. E questo a mio avviso è un forte messaggio che viene trasmesso dall’autrice.
Una storia tutta al femminile, dove non ci si arrende, dove si sta con il fiato sospeso fino all’ultima pagina (e oltre perché è il primo volume di una duologia) dove si combatte e si incassano le sconfitte assieme alle protagoniste, insomma un libro che va letto.
Suspance, azione, lotta, amore, amicizia, fratellanza, odio, invidia sono tutti ingredienti che fanno parte di questo distopico con i fiocchi.
Un libro che dovremmo leggere tutte e tutti.
Buona lettura,

Mil Palabras





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