Recensione: Olga di Carta- Jum fatto di Buio

Trama

È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.

Recensione
"[...] No, i buoi non c'entrano, di bui. Però, è vero, non esiste questa parola. Forse la nostra grammatica non prevede che possa esistere più di un buio alla volta. Eppure Olga mi ha appena dimostrato il contrario, e cioè che di bui si può persino essere fatti, pensa un po'."

Jum fatto di buio, è la seconda avventura di Olga di Carta. Entrambi sono stati scritti da Elisabetta Gnone, scrittrice italiana che ha accompagnato molti lettori durante l'infanzia con Fairy Oak e anche se le avventure di Olga sono sullo scaffale dei "libri per bambini", possono essere lette davvero da tutti.

Questo romanzo parla del buio, della tristezza, delle lacrime e dopo averci fatto riflettere su ogni tipo di solitudine e disperazione, illumina il nostro cuore con la speranza che le cose possono sempre cambiare.

"Tu non hai paura di me?- dissi.- Tu che mi segui e mi scavi dentro! Tu che mi spegni e m'inondi di buio! Tu che ti disseti del mio dispiacere e mi geli l'anima! Non mi rispose e sai perchè? Perchè mi sbagliavo: Jum non aveva paura di me, ansimava perchè era stato scoperto. Lo avevo sentito e adesso che sapevo della sua esistenza potevo combatterlo.E fu esattamente ciò che feci."
Lo stile è dolce, semplice e scorrevole. Tenete a portata di mano una matita per sottolineare delle frasi davvero belle, ricopiatele su un foglio di carta e dimenticatelo ovunque per condividere con gli altri il messaggio che Elisabetta vuole lasciare; un messaggio di rinascita che è adatto per questo periodo invernale in cui la neve sembra ricoprire un po' anche gli esseri umani.

"Gli orizzonti hanno sempre un odore."
La storia si svolge in un paesino innevato, con un fiume e degli abitanti un po' strani e creduloni e altri più intelligenti del previsto. Ci sono pesciolini e cagnolini fedeli, ci sono ombre e latte di mandorla. Tramite racconti e ricordi conosciamo la storia di tanti personaggi, anche quelli che non ci sono più e impariamo ad amarli o a cercarli nel cielo con un telescopio.
"Come vedi tu il cielo, mamma? Non te l'ho mai chiesto.Sei dall'altra parte delle stelle? Se tendo la mia mano destra verso di te e tu tendi la tua mano sinistra verso di me, ci tocchiamo? - Olga tese la mano verso l'altro,chiuse gli occhi e poco dopo sorrise."
Olga, la protagonista, rappresenta ognuno di noi e allo stesso tempo nessuno. Lei è curiosa, gentile, testarda; una bambina con il cuore da adulta che deve ignorare le male lingue che sparlano alle sue spalle.
"Quella bambina aveva ciò che di più caro avesse al mondo e, non avendo più nulla da amare, e per cui essere felice, desiderava essere fatta di buio. E desiderava esserlo in fretta, perchè chi è fatto solo di buio, e di niente altro, non prova sentimenti, nè gioia nè di dolore, perciò non soffre."
Jum rappresenta invece ciò di cui l'uomo ha paura; qualcuno che non possiamo vedere, ma che sappiamo esiste. Jum è l'ombra che scorgiamo con la coda dell'occhio, è il brivido di freddo in una giornata calda e la paura per l'indefinito. Jum è qualcosa che però deve esistere per farci splendere più forte.

" [...] Ogni vuoto che si crea è uno spazio nuovo che attende d'essere riempito, e che buio è una parola singolare, i bui non esistono. Vuoi sapere perchè? Perchè esiste un buio alla volta, mio caro Jum, e ci sei già tu. Io dovrò essere diversa e ho deciso che sarò luce. Sarà più facile, perchè di luci ce ne sono tante e possono essere infinite. Come ho fatto a non capirlo? Siamo lumini che attendono di splendere, il buio non ci appartiene."
Ammetto di essere partita con "Sicuramente questo libro non rientrerà nei miei gusti", però alla fine mi sono rimangiata tutto e l'ho letto velocemente e volentieri. Jum fatto di buio è perfetto per Natale, ma anche per Pasqua o per le vacanze estive perchè il Buio c'è sempre e Elisabetta fa bene a ricordarcelo.
Leggetelo anche se vi sentite grandi; leggetelo alle vostre figlie, ai vostri nipoti o alle vostre sorelle. Leggetelo per voi.
Scoprirete che esiste un solo tipo di buio, uno alla volta e quel Buio non potete essere voi. Quindi assegno, senza dubbi, il massimo del voto per la mia ultima recensione dell'anno.
- CuorediInchiostro

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