Recensione "Scusate Tutti" - Marco Missiroli

TRAMA:

Questa volta niente trama, preferisco recensire il libro e nel frattempo raccontare gli avvenimenti.



***

Il libretto è di sole ventiquattro pagine - stando al mio lettore Adobe - perciò molto probabilmente nell'arco di questa recensione vi saranno spoiler. Consiglio perciò di leggere questo libro prima di leggere la recensione, perché dopotutto sono poche pagine e sono convinta che leggerlo aiuterà a capire anche il mio punto di vista.

Maurizio perde il lavoro a cinquantadue anni, ha un piccolo problema ad una mano - due dita più corte delle altre - e non sa come troverà un lavoro a quell'età e con quel problema. Non sa nemmeno come dire a sua moglie Maria e alle sue due figlie Elisa e Lucia che adesso in poi saranno in difficoltà economica per qualche tempo. Perciò finge, per non far preoccupare nessuno e nel frattempo cerca lavoro dovunque tra agenzie interinali, uffici collocamento e passaparola. Una realtà che è sempre più vicina, sempre più concreta ad oggi - nel 2017, e consideriamo che questo libro è del 2014 - ma che già al momento della pubblicazione di "Scusate Tutti" era pressante e non ancora totalmente evidente. Maurizio è uno come tutti gli altri, non ha un handicap fisico che gli impedisca lavori pesanti e non si tira indietro davanti a nulla. Commette errori, come tutti, come nel momento in cui rifiuta il lavoro in un supermercato poiché la paga è inferiore a quella che prendeva con il precedente impiego. Ma in ogni singola pagina si legge l'amore per la propria famiglia, l'amore che ci mette nel cercare di tenere tutto nascosto per evitare preoccupazioni e procede nella propria vita di tutti i giorni. Chiaramente ci si rende conto ad un certo punto delle stranezze del capofamiglia, perciò inizialmente il dubbio sale a tutte e tre le donne della sua vita, che si domandano se ci sia un'altra. Invece no, non c'è nessun'altra per Maurizio. Tra proposte di lavoro pressoché al limite dello sfruttamento, tra le due dita che lo mettono in difficoltà ed in svantaggio rispetto agli altri, Maurizio si ritrova alle strette e chiede in prestito dei soldi ad un uomo conosciuto al supermercato in cui aveva rifiutato il lavoro. Questo non è altri che uno strozzino che oltre ad aumentare vertiginosamente il debito con interessi altissimi, richiede il pagamento della somma il prima possibile arrivando a pestare Maurizio, a minacciare una delle due figlie fuori dalla facoltà in cui studia. Maurizio intanto vive - o meglio, dorme soltanto - nella fabbrica dalla quale lo hanno licenziato, entrando quando non c'è nessuno di turno e grazie ad una copia delle chiavi fattesi anni addietro poiché ci teneva una vecchia bicicletta. In quella stessa fabbrica dove dopo sedici anni di lavoro è stato licenziato da un giorno all'altro, nella stessa fabbrica nella quale verrà trovato morto. Sommerso dai debiti e probabilmente dai sensi di colpa per non aver detto niente alla propria famiglia, con la consapevolezza però che tutto verrà presto scoperto a causa di un "amico" che ha raccontato tutto alla moglie e che questa racconterà poi tutto a Maria, mettendola finalmente al corrente. Il libro, come finale recita: "A Maurizio G., morto di non lavoro l'11 dicembre 2012. Aveva cinquantadue anni." Bene, finito il libro ho cercato su Google di questo Maurizio G. per capire se qualcuno avesse parlato di lui, detto qualcosa. Niente. Nulla, nemmeno un trafiletto. Questo libretto è quello che rimane della sua memoria, al giorno d'oggi. Ma leggendo questa storia, leggendo questa vicenda così reale, così vicina e vera, recensendola in questo momento mi rendo conto che tutto ciò che ho in mente e tutto ciò che vorrei dire non sembra sufficiente, non pare abbastanza perché Maurizio era una persona come tanti altri che ha vissuto una cosa che adesso accade a tanti altri e così come lui tanti altri non vengono ricordati o considerati a sufficienza. 

~Newt


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