Salve, specchietti!
Sentite anche voi ululare in lontananza?
Esatto, stiamo per parlare (tanto per cambiare) dei miei amati Lupi e lo
facciamo con Bride di Ali Hazelwood, edito, in Italia, da Sperling&Kupfer.
Misery Lark, la figlia del più potente
consigliere dei Vampiri del Sud-ovest, è ancora una volta un’emarginata. I suoi
giorni nell’anonimato tra gli Umani sono finiti: è stata chiamata a sostenere
una storica alleanza per mantenere la pace tra i Vampiri e i loro più acerrimi
nemici, i Lupi, e non vede altra scelta che arrendersi a un matrimonio di
convenienza.
I Lupi sono spietati e imprevedibili e
il loro capo, Lowe Moreland, non fa eccezione. Governa il suo branco con severa
autorità, ma non senza giustizia. E, a differenza del Consiglio dei Vampiri,
non senza sentimento. È chiaro, dal modo in cui segue ogni movimento di Misery,
che non si fida di lei. Se solo sapesse quanto ha ragione…
Perché Misery ha i suoi motivi per
accettare questa proposta, motivi che non hanno nulla a che vedere con la
politica o le alleanze, e molto a che fare con l’unica cosa che le sia mai
importata. Ed è disposta a tutto pur di riavere ciò che le appartiene, anche se
questo significa una vita nel territorio nemico… da sola con il lupo.
In un mondo equamente diviso tra
Umani, Lupi e Vampiri, la pace si mantiene su sottili alleanze. Alleanze sigillate
grazie allo scambio di garanti.
Misery, la nostra protagonista, lo sa
bene, perché per ben due volte è stata chiamata a ricoprire questo ruolo. La
prima volta aveva solo otto anni ed è stata inviata dal padre a vivere nel
territorio degli Umani. Se fosse scoppiata una guerra, lei sarebbe stata la
prima a morire.
La seconda volta ha visto l’alleanza
ancora più azzardata con un branco di Lupi. Misery viene mandata nel loro
territorio come moglie del loro nuovo giovane e determinato Alfa, Lowe
Moreland. L’unico motivo che spinge Misery ad accettare non è un senso di
abnegazione nei confronti della sua gente (gente che, tra l’altro, la odia), ma
il bisogno disperato e viscerale di trovare la sua migliore e unica amica:
Serena Paris, l’umana che le era stata affiancata durante il suo periodo da
garante e l’unico essere vivente per cui Misery nutra una qualche forma di
affetto.
Questo matrimonio sarà un problema. Lei sarà un problema.
Misery e Lowe. Vampiro e Lupo. Una
ragazza a cui non importa nulla e un ragazzo disposto a rinunciare ai suoi sogni
per il bene del branco. Due mondi opposti e distanti che collidono, che si
fondono e imparano l’uno dall’altro. Imparano ad affezionarsi ad altre persone,
specie quando queste non tentano di ucciderti, e imparano a essere egoisti in
modo salutare, dando voce a quel desiderio profondo che sembra irrealizzabile.
Mistery e Lowe imparano a conoscere
l’una la razza dell’altro, andando oltre ogni tabù e pregiudizio. Ma,
soprattutto, imparano a conoscersi come persone e, poco alla volta, diventano la
prova che Lupi e Vampiri possono vivere in pace.
Ho letteralmente amato i due
protagonisti. Da una parte Misery, con la sua schiettezza, la sua poca
dimestichezza con l’ampia gamma di emozioni umane e con la sua ironia
tagliente. Le scene in cui si diverte a tormentare il povero Alex sono in
assoluto tra le mie preferite. Come anche quelle in cui, un po’ alla volta,
impara ad amare, a fidarsi di qualcun altro, a tenere a qualcun altro.
Grazie anche alla piccola Ana che trova quasi divertente vivere con qualcuno
così diverso da lei.
Questo, credo, è Lowe. Non Lowe l’Alfa, Lowe il fratello, Lowe l’amico, il figlio, lo sfortunato marito dell’altrettanto sfortunata moglie. Semplicemente Lowe. Stanco, mi pare. Solo, direi. Arrabbiato, scommetto.
Dall’altra parte Lowe, chiuso dietro
un rigido guscio ma con un senso di abnegazione totale. Lui ci tiene davvero.
Tiene a ciascuno dei suoi uomini, tiene a sua sorella più della sua stessa vita
e tiene a Misery, in un modo talmente intenso da essere disposto a qualsiasi
cosa per lei. Lowe che non si mostra quasi mai davvero, ma quando lo fa non
puoi fare a meno di amarlo. E questo Misery lo sa bene.
Questa particolare chimica tra i due
viene subito messa in mostra all’inizio del romanzo, con la cerimonia del
matrimonio. Ogni loro mossa, parola o pensiero è studiata nel minimo dettaglio
e ci aiuta a delineare con precisione ciò che ci aspetta nelle pagine
successive.
Tu pensi ma non sai. Non sai niente di cosa voglia dire trovare la tua metà. Accetterei tutto, qualunque cosa dovesse decidere di darmi… la sua parte più piccola oppure tutto il suo mondo. La accetterei per una sola notte, sapendo che la perderò al mattino, oppure me la terrei stretta senza mai lasciarla andare. La accetterei sana o malata, stanca, arrabbiata, forte, e sarebbe comunque un assoluto privilegio. Accetterei i suoi problemi e i suoi pregi. I suoi stati d’animo, le sue passioni, le sue battute, il suo corpo… accetterei qualunque cosa lei decidesse di darmi. Ma non ho intenzione di toglierle nulla. Soprattutto, non le toglierei la libertà. Non quando in tanti lo hanno già fatto.
La storia rapisce il lettore e lo fa
precipitare nel cuore del Branco. Sentiamo la diffidenza dei Lupi nei confronti
di Misery e la loro totale fiducia nei confronti di Lowe, restiamo con il fiato
sospeso in cerca di risposte alle domande che si pongono i nostri protagonisti,
avvertiamo l’adrenalina come se noi stessi stessimo per mutare da un momento
all’altro, ci arrabbiamo di fronte al tradimento come se fossimo noi stessi
quelli feriti. E sentiamo l’eccitazione vibrare nel corpo durante i momenti più
caldi tra Misery e Lowe.
Era diverso tempo che non mi capitava
di leggere un libro così, che mi spinge a volerne sapere di più, a leggere,
sempre, anche a costo di fare tardi al lavoro. Un libro che ti fa sentire quasi
orfana al termine della lettura. Per fortuna, esiste “Mate” per riempire quel
vuoto.
Non posso fare altro che assegnare lo specchio
speciale a Bride.
Se anche voi amate perdervi tra gli
ululati dei lupi o la particolare sete dei vampiri, fatevi un favore e correte
a leggere questo romanzo.
Alla prossima,
-IronPrincess





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