Recensione: Venom - La furia di Carnage
Salve, specchietti!
Oggi il nostro Riflessi Power si tinge di dark perché
parliamo di uno dei cattivi più oscuri e più amati della Marvel, la nemesi per
eccellenza di Spider-Man: Venom.
Sì, stiamo parlando del film Venom – La furia di Carnage,
secondo capitolo della saga sul simbionte e secondo film del Sony’s Spider-Man
Universe (SSU).
E sì, per una volta, pur rimanendo in casa Marvel ci
muoviamo in un altro universo, l’universo di Sony, appunto (che possiede ormai
da diversi anni i diritti su tutti i personaggi dello Spider-verse).
Dopo aver trovato un corpo ospite nel giornalista
investigativo Eddie Brock, il simbionte alieno deve affrontare un nuovo nemico,
Carnage, alter ego dell'assassino seriale Cletus Kasady. Regia di Andy Serkis.
Con Tom Hardy (Eddie Brock/Venom), Michelle Williams (Anne Weying), Woody Harrelson
(Cletus Kasady/Carnage), Naomie Harris (Frances Barrison/Shriek).
Eddie Brock sta cercando di ricostruire la sua carriera
giornalista e al contempo di trovare un certo equilibrio nella convivenza con
un alieno mangiatore di cervelli che abita nel suo corpo. L’opportunità di fare
il salto e tornare in voga gli viene offerta dall’intervista esclusiva a un
serial killer nel braccio della morte: Cletus Kasady. Venom cerca, a modo suo,
di aiutarlo nelle indagini, convito di voler diventare un eroe (non fa altro
che ripeterlo per tutto il film), ma il suo intervento potrebbe peggiorare la situazione, generando il temibile Carnage.
Se già il primo film della saga aveva diviso il pubblico tra
chi l’aveva amato e chi, invece, l’aveva odiato, questo secondo film non ha
fatto altro che accentuare il divario.
Da parte mia, mi trovo esattamente in mezzo tra le due
correnti di pensiero. Ci sono delle cose che mi sono piaciute e anche molto, mentre
altre le ho trovate completamente ridicole e senza senso.
Ma andiamo nel dettaglio.
Partiamo con il presupposto che presentare un Venom senza
farlo interagire con Spider-Man (da cui Venom dovrebbe prendere parte dei suoi
poteri e, soprattutto, il ragno bianco tipico del suo design) non ha molto
senso. È, però, un errore che va attribuito già al primo film, dove, comunque,
questa nuova versione delle sue origini non mi è dispiaciuta in fin dei conti.
Oltre a questo, il maggior difetto del primo film era quello di
aver reso un cattivo come Venom, uno che per sopravvivere ha bisogno di
mangiare le persone, troppo comico.
Beh, non avevo ancora visto il secondo film.
Qui Venom è fin troppo comico, a livelli da essere assurdo. È
una brutta versione di Deadpool che non riesce a essere neanche lontanamente né
sanguinario né divertente come lui. La scena più assurda, poi, è quando Venom ed
Eddie litigano, come una coppia in piena crisi da settimo anno. Le galline,
poi, contribuiscono a rendere il tutto più inverosimile.
Ammetto di aver riso una sola volta: sul finale. Credo che
fosse l’unica battuta che aveva senso di esistere in tutto il contesto del
film.
Un’altra scena che non ha molto senso di esistere è quella in
discoteca. Venom è sensibile al suono, viene ripetuto più volte. Passi per la
musica a tutto volume (non sono un’esperta, ma non credo che raggiunga la
frequenza incriminata), ma il fischio del microfono non è molto diverso da un
allarme antincendio. E poi, sul serio, perché?
La ciliegina sulla torta (in senso negativo) è data dal
personaggio di Shriek, inutile e nocivo. Non sappiamo nulla sul suo background,
non ci viene detto come prendere i poteri, non ci dicono neanche che il suo alias
è Shriek ma viene chiamata semplicemente Frances. Cosa più grave, poi, è che per
tutto lo scontro finale non fa altro che danneggiare Carnage, sebbene in teoria
siano alleati.
Ecco, lo scontro finale (Shriek a parte) è la cosa che mi è
piaciuta di più di questa pellicola (se non consideriamo la scena mid-credit). Un’altra
scena che ho apprezzato e che, a mio avviso, avrebbero dovuto valorizzare
meglio, è quella che segue la discoteca, con Venom che va dalla signora Chan prima
che di fare pace con Eddie. Se avessero caratterizzato il simbionte in questo
modo per tutto il film, l’intera pellicola avrebbe acquisito valore.
Film, tutto sommato godibile, quindi, a mio avviso, ma sarebbero
bastati davvero pochi accorgimenti per migliorare. Certamente lontano dall’essere
un ottimo film, date le premesse, ma consiglio comunque di dargli una chance.
3 specchi e mezzo per Venom – La furia di Carnage, nella
speranza di vedere al più presto un Venom meno giocherellone e più dark.
Alla prossima,
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