Review Party: Adagio di Mariarosaria Guarino

 


Buongiorno, Specchietti, e benvenuti al Review Tour di Adagio di Mariarosaria Guarino.
Irish Girl ha letto per voi questa storia e dalla regia ci dicono che ha avuto un fitto (e minaccioso) scambio di vedute in privato con l’autrice.
Cosa sarà successo? Scopriamolo insieme!

Titolo: Adagio
Genere: Romance - drammatico
Autore: Mariarosaria Guarino
Editore: Self Publishing
Data pubblicazione: 27/10/2021
Trama:
La felicità può durare un giorno, come la vita di una farfalla, ma le farfalle vivono intensamente ogni secondo della loro esistenza.    
Kyle e Reese sono giovani, ma hanno conosciuto troppo presto la sofferenza, al punto da isolarsi dal mondo per cercare un modo tutto loro di superare le difficoltà.
Kyle riversa nella musica tutta la rabbia che non riesce a esprimere, Reese cerca nella musica un modo per uscire dal tunnel del suo dolore. Quando a Reese viene assegnato Kyle come tutor, sulle prime le cose non vanno bene. Kyle non è felice dell’incarico, Reese sembra non voler collaborare e quindi l’esperimento sembrerebbe destinato a non funzionare, questo finché un incontro fortuito non cambierà il corso delle loro scelte.
I due non lo immaginano, ma hanno in comune più di una cosa, più di un momento buio da condividere. Lento e dolce, un sentimento nuovo riscalderà loro il cuore. Qualcosa che, forse, è una promessa di luce dopo un periodo di profonda oscurità.
Ma il destino a volte può scrivere note che non vorremmo mai sentire e che potrebbero minacciare per sempre la nostra felicità. Ci sarà posto, nel mondo, per il loro amore? O dovranno soccombere sotto i colpi di una sorte che non vuole dar loro tregua?




Bentrovati, Specchietti
Finalmente è giunto il momento di parlarvi di Adagio, l’ultimo romanzo, autoconclusivo, di Mariarosaria Guarino.
Siamo a Philadelphia e i protagonisti di questa storia sono Reese e Kyle, due ragazzi molto diversi tra loro che si ritrovano a vivere entrambi, all’improvviso, uno dolore immenso.
Kyle studia pianoforte alla Curtis Institute of Music ma, da un anno a questa parte, la sua musica non è più quella di un tempo. Il dolore, la malinconia e il senso di colpa che prova dopo la morte del padre si riversano in un’unica melodia, l’Adagio di Johann Sebastian Bach.
Ed è proprio quella musica che conduce la nostra protagonista fino a lui .
Reese si è trasferita a Philadelphia da un’altra città, dopo la morte dei suoi genitori, ha cambiato vita e, soprattutto, ha cambiato sé stessa. Il sorriso non illumina più il suo volto, i suoi occhi non brillano più di quella luce che ci aspetteremmo da una giovane donna. Il suo cuore si è chiuso nel dolore ma, proprio quando pensa di essere rimasto completamente solo, ecco che si riconosce in quello di Kyle.

 Tornò a fissarmi con disapprovazione ma, per un attimo, mi parve di scorgere nei suoi occhi una tristezza che era speculare alla mia. In lui era evidente, in me era celata dai modi aggressivi e dai tentativi di isolarmi dal resto del mondo. Per qualche ragione che ancora mi sfuggiva eravamo simili e quella somiglianza, forse, mi avrebbe indicato la strada migliore per non perdermi definitivamente. 

L’avvicinamento tra i due non è affatto facile. Se Reese ha deciso di proteggere il suo cuore sotto uno spesso strato di cinismo e rabbia, Kyle sembra essersi completamente estraniato dal mondo; l’apatia lo sta annientando e, anche quando sembra volersi ribellare agli altri e a quella vita già tanto crudele, lo fa quasi lasciando che siano gli eventi a trascinarlo. Pare non essere più padrone della sua vita.
Reese, da questo punto di vista, diviene così una scossa di adrenalina, la miccia che può far detonare la bomba e, allo stesso tempo, l’ancora a cui aggrapparsi per riprendere fiato e poi, con calma, quando le braccia non fanno più male per la fatica, quando le gambe non tremano più, ripartire. 

«E cosa saremmo, allora?»
«Amici?»
«Sei petulante e spesso talmente silenzioso da farmi dimenticare che ci sei. Sei un tipo fuori dagli schemi e, alcune volte, la tua tristezza sembra aleggiarti attorno come accade ai personaggi dei manga. Chi vorrebbe un amico come te?»
«Una ragazza dalla lingua lunga, alcune volte arrogante, che finge indifferenza per nascondere il proprio dolore?»

Eccoli qui, il nostro ragazzo triste e la sua amica dalla lingua lunga. Direi che non c’è definizione migliore per Kyle e Reese. Almeno per quelli della prima parte di Adagio. Quelli che imparano a conoscersi un po’ alla volta, che prendono le misure l’uno dell’altra, che si punzecchiano, a volte feriscono, ma soprattutto che riescono ad abbattere muri che sembrano fatti di cemento armato.
Quelli che riescono a dimostrare che

«Magari il fatto che due vite spezzate si siano incontrate è un modo 
per mostrare a entrambi che si può andare avanti.»

E ce la mettono tutta, Kyle e Reese, per farlo. Ce la mettono tutta anche quando l’amicizia diventa amore e la vita sembra non volergli dare pace. Anche quando una certa autrice ci mette lo zampino…
Okay, Specchietti, non vi voglio prendere in giro. Non voglio mentirvi, indossando il mio sorriso migliore, e raccontarvi una storia che non è ciò che sembra fino al… Eh no, fino a che punto dovete scoprirlo da soli.
Come vi hanno detto in apertura, ho avuto un lungo scambio di opinioni con la Guarino. Sì, Mariarosaria, ce l’ho ancora con te, non ho di certo finito.
Adagio è un romanzo che richiede una scorta di Kleenex formato famiglia da sistemare ben saldo sul divano accanto a voi.
Adagio è un romanzo che entra nell’anima e di cui ho sottolineato decine di passaggi; un romanzo che rileggerei anche domani, e poi domani ancora, ma che, devo dirvelo, vi farà affogare nelle vostre stesse lacrime. Perché non si può restare indifferenti davanti a due giovani che a fatica, con dolore, ma anche ostinazione, cercano di rimettersi in piedi e su cui una sorta di natura arcigna – e una certa autrice, diciamocelo chiaro e tondo – sembra voler comunque infierire. Perché Kyle e Reese ci insegnano che la vita è un bene prezioso, che seppure ci sembra impossibile, delle volte, dobbiamo comunque trovare il coraggio e la forza di pensare a noi stessi, a ciò che ci rende felici, a quello che ci fa stare bene. Lo dice anche Kyle, a un certo punto, un po’ di sano egoismo è ciò che spesso serve a noi stessi.
Ed è così che i nostri protagonisti decidono di riacchiappare quella vita che sembra volergli sfuggire tra le dita, che era stata messa in pausa, troppo pesante il fardello da portare sulle spalle, troppo stanche le gambe per affrontare la salita. Si lasciano andare all’amore, riscoprono rapporti che sembravano chiusi per sempre, si perdonano per colpe che non hanno e che eppure gravavano sul cuore.
Smettono di sopravvivere, per tonare a vivere.
E poi c’è la Guarino.
Be', Specchietti, il fatto che sia una delle mie autrici preferite dovreste averlo già capito se avete letto la mia recensione a Drago di Giada (altrimenti eccola qui https://bit.ly/3mj2hHP), così come non vi dico nulla di nuovo quando ne elogio la capacità di trasformare le parole in musica, di dipingere con vive pennellate di colore le sue tele bianche senza lasciarsi prendere dalla smania di dover strafare, senza fronzoli inutili, senza, soprattutto, cadere nel banale o nel già letto e sentito.
La Guarino va dritta per la sua strada, confonde il lettore, crea il colpo di scena là dove meno te lo aspetti – anche se avevi l’impressione che andasse tutto troppo liscio – agita e sconvolge. E lo fa lasciandoti comunque, nel cuore, un caos di emozioni difficili da descrivere.
Lo ammetto, alla fine della lettura di Adagio non sapevo neanche cosa pensare: la me “autrice” era piena di ammirazione, la "blogger" era già in ansia da prestazione e la “lettrice” avrebbe voluto acciuffare la Guarino e, da brava psicopatica, prenderla a “paccheri” dopo averla abbracciata.
Perché non si fa così, Mariarosaria, e tu saresti da picchiare se non fosse che sei un’autrice meravigliosa a cui si può perdonare tutto se, come stavolta, riesci a scaldare il cuore con gioielli del genere.

 

È con le parole di Kyle che vi lascio, miei Specchietti, consapevole che qualsiasi cosa abbia scritto non renda davvero giustizia a questo romanzo, e con il cuore pazzo d’amore per Kyle e Reese.
A loro e a Mariarosaria Guarino va il mio Specchio Speciale, con la certezza che Adagio entrerà nella mia Top Five di fine anno.



Alla prossima lettura, la vostra Irish Girl.





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