Recensione: Come due spine di Alessandra Star
E se fossi destinata a
incontrare l’amore della vita, quando ormai non hai più tempo per amare?
Veronica Lodi sa che non troverà mai l’amore. Lo sa perché ha già guardato in
faccia il ragazzo più bello del mondo e lui ha riso di lei. Lo sa perché quel
ragazzo la conosce da sempre, l’ha vista correre nei sacchi durante i giochi
delle suore, l’ha vista sporca di cioccolato e in tutti i modi più
imbarazzanti. Ci sono solo ostacoli tra Veronica e Gabriele. Lui è il migliore
amico di suo fratello. Lei è minorenne. Ma quando Veronica compie quindici anni
le cose sembrano poter cambiare. Anche il corpo di Veronica però cambia. Un
corpo che è sbocciato, ma che all’improvviso rischia di sfiorire. Come una
rosa. E così, quando finalmente Veronica capisce che cosa significa amare la
paura la trattiene: non riesce a dire ti amo, non è mai il momento giusto. O
forse non è più il momento giusto. A volte, per andare avanti bisogna tornare
indietro, ma per tornare indietro occorre tempo, e ormai Veronica non ne ha
più. È davanti a un bivio e deve scegliere. Lasciare che sia il suo corpo
traditore a dettare le regole, o lanciarsi nel vuoto e permettersi di amare
ancora, perché farlo è l’unico modo per vivere davvero.
Ciao Specchietti!
Come state?
La vostra Mil è qui per parlarvi
dell’ultimo romanzo che le ha tenuto compagnia in questi ultimi giorni. Si tratta
di Come due spine di Alessandra Star, edito Dea Planeta.
Che dire, Specchietti, la
storia di Veronica e Gabbo mi ha totalmente rapita e, nonostante la tesi da
scrivere, non sono riuscita a staccarmi dal romanzo. Si è trattato di una
lettura molto intensa, che spesso mi ha lasciata senza fiato e mi ha riempito
il cuore.
Ho capito da subito che la
storia di Veronica si sarebbe radicata nella mia mente perché non appena aperto
il romanzo tutto intorno a me è sparito: la cena sul fuoco, lo studio, il
ritorno di marito dal lavoro… eh sì, marito è rientrato e mi ha trovata in
lacrime sul divano con il libro in mano, completamente avvinta dalle emozioni.
Veronica è ossessionata dai
rovi, li disegna ovunque. Parla poco, va bene a scuola e il suo primo scopo
nella vita è quello di passare inosservata: a casa, a scuola, nel mondo.
Ma ci sono due occhi che la
osservano sempre, senza che lei se ne accorga, e arrivano a cogliere quella
bellezza e quella luce che fa parte di lei e che il resto del mondo non arriva
a vedere.
“«Veronica è sempre da un’altra parte. la guardi e lei sta fissando tutto quello che per gli altri non esiste, lei guarda l’isola che non c’è per nessuno, tranne che per Veronica. Nel suo mondo non si entra, a meno di non tornare piccoli, come attraverso la porta del Biancoliglio. E lei viaggia sul Fortunadrago e tiene la sua fantasia in un granello che brilla nel palmo. Veronica è la radio accesa con Vasco che urla. È centinaia di pagine imbrattate a matita che raccontano le storie che si tiene dentro. Veronica ti passa attraverso, mai accanto. E poi non la puoi afferrare perché lei non sa di essere qui. E, quando lo sai, diventi…»
«Invisibile?»
«Infinito.»”
Gabriele è il migliore amico
di Paolo, il fratello di Veronica, uno dei belli e inarrivabili del liceo. Non
dà confidenza a nessuno ed è cresciuto proprio nella stanza accanto a quella
della ragazzina sciatta e goffa che lo osserva da lontano e scrive di lui sul
suo diario segreto.
Entrambi nascondono un mondo,
entrambi sono pasta della stessa materia, entrambi comunicano riempendo muri e
fogli di colori, di sogni e di sentimento.
Ed è proprio il disegno che
li fa avvicinare, questo legame unico, inscindibile, questo senso di
appartenenza che hanno l’una nei confronti dell’altro. Questo cerchio chiuso,
fatto solo di Gabbo, Veronica e vernice, teso a escludere chiunque tenti di
entrare e di rompere il loro equilibrio.
Si sa, però, che il tempo e
la vita ci mettono sempre lo zampino e quel cerchio indistruttibile viene
attaccato dal “male” in persona e una ragazzina si ritrova a fare i conti con
una bestia molto più forte di lei, che tenterà di schiacciarla in ogni modo.
Allora Veronica lotta, entra
nei panni di una guerriera non tanto perché è coraggiosa, ma perchè è l’unica
scelta che ha. Erge muri per non essere compatita, aspetta che il tempo passi
soffrendo sia nel fisico che nell’anima non accettando l’altra metà di se
stessa: l’amore.
E se è vero che noi tutti
siamo di passaggio su questa Terra, è pure vero che la vita va vissuta a pieno,
senza pensare troppo al domani e tenendo ben piantati i piedi sull’oggi.
Veronica e Gabriele,
soprattutto Veronica, lo impareranno a loro spese, attraverso i loro sbagli, dietro
alle loro parole non dette, a quelle corse scellerate in macchina verso il mare
o il cielo pieno di stelle, a quelle scritte sui muri, all’inchiostro che fa
allergia sulle mani e che, nonostante ciò, li fa sentire più vivi che mai.
Per cui sì, la vita è fatta
di molte spine e molti rovi, più rovi che rose, forse, ma Veronica ci insegna
che anche tra i rovi si può imparare a essere felici, anche tra i rovi si
possono vedere le stelle, anche tra i rovi si può amare e si può essere amati.
“«Non mi hai detto neanche una volta che mi ami».
Avevo tirato un sospiro lungo. Era questo che dovevo dire? Possibile che avesse bisogno di sentirlo? Mi pareva così logico, naturale. «Tu per me sei l’amore.»”
Specchietti, sono sincera,
non mi aspettavo che questo romanzo fosse così bello, così coinvolgente, così
perfetto.
Lo stile di Alessandra è
intimo, crudo in alcuni passaggi, estremamente realista. È stata in grado di
mettere a nudo un tema spinoso – per rimanere in tema, scusate il gioco di
parole – mostrandolo per ciò che è con una naturalezza disarmante. Rende romantico
anche un semplice giro in macchina con una sosta in un parcheggio e una Roma
Nord, silente, fa da cornice alle vicende dei protagonisti e di tutti i
personaggi che intervengono sulla scena.
Ho adorato il contrasto tra lo
stile pulito della prosa in contrasto con i dialoghi in dialetto, il mostrare
oggettivo degli eventi, la rassegnazione alla felicità.
Perché tutti, sani o rotti,
abbiamo diritto a essere felici e sostenuti dalle persone che ci sono intorno
senza sentirci dei pesi.
Perché, in amore, «Se salti tu, salto anche io».
Questa non è solo una storia
d’amore. È una storia di seconde, terze, quarte opportunità, è una storia di
rinascita, di crescita e di compromessi. È una storia dove il tempo è
protagonista tanto quanto i protagonisti stessi e dove i sentimenti diventano
il vero motore trainante del tutto.
Specchietti, che altro dirvi
se non: andate subito a comprare Come due spine e leggetelo?
Specchio speciale per
Alessandra, il suo romanzo e la casa editrice che oltretutto ringrazio
tantissimo per la copia omaggio.
Io, vi saluto e vi do
appuntamento alla prossima lettura!
Vostra,
Mil Palabras
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