Review Tour: La Sindrome di Didone - Tracotanza di Christina Mikaelson

Buongiorno Specchietti,
Oggi le nostre Irish Girl e Mil Palabras ci portano a Roma con La Sindrome di Didone - Tracotanza di Christina Mikaelson.
Vi lasciamo cover e scheda del romanzo, e poi il parere della nostre ragazze. 
Buona lettura!


Titolo: La Sindrome di Didone - Tracotanza
Autore: Christina Mikaelson
Genere: Young Adult
Editore: self publishing
Pagine: 413
Uscita: 23 ottobre 2020
Prezzo: ebook €. 0,99; cartaceo €. 13,52

Trama:
Roma 2006.Cosa faresti se dovessi fingere di essere fidanzata col ragazzo che odi per conquistare quello che ti piace? Caterina Farnesi frequenta l’ultimo anno del liceo classico. È una ragazza spigolosa, saccente e altezzosa che non vuol perdere tempo dietro ai ragazzi o ad altro che potrebbe distoglierla dal suo adorato studio. Purtroppo ha una cotta per il suo migliore amico Leonardo, a sua volta fidanzato con Beatrice, compagna di banco di Caterina. Una mattina, Cat scopre un segreto scottante sul ragazzo che odia: il popolarissimo e irriverente rappresentante d’Istituto Adriano Greco. Lui è tutto ciò che lei detesta e approfitterà di questa occasione per ricattarlo e chiedergli di fingersi il suo ragazzo per fare ingelosire Leonardo. Ma cosa succederebbe se la finzione si mischiasse con la realtà e Caterina si rendesse conto che Adriano non è così terribile come credeva?

*PRIMO VOLUME NON AUTOCONCLUSIVO DI UNA TRILOGIA*


Era davvero l’unica a commuoversi ogni dannata volta che rileggeva per puro masochismo il passo della morte di Didone? Non una donna qualunque, ma la regina di Cartagine, che per amore del pius Enea, un essere insignificante, aveva perso l’onore e si era annientata.
La amava e la odiava per essersi uccisa a causa di un uomo che aveva giocato con i suoi sentimenti ed era stato incapace di darle un addio decente.
Ma la sindrome della crocerossina di Didone era piuttosto comune: troppe donne si facevano tagliare gli attributi da omuncoli senza spina dorsale, e il mondo era pieno di Enea.

Buongiorno, Specchietti.
Inizia così il nostro viaggio assieme nel romanzo che ho letto per voi: La Sindrome di Didone – Tracotanza di Christina Mikaelson.
Inizia così e con novanta minuti di applausi per Caterina, la protagonista, che si ritrova a fare queste considerazioni tra una versione di latino e una di greco.
Siamo a Roma, in uno dei licei classici più importanti della Capitale, e la nostra Cat è la ragazza che in molte, alla sua età, siamo state. Okay, forse non tutte: cioè, io al liceo non è che andassi così bene in latino… Ma questo non ci interessa. Cat, dicevo, è una ragazza acqua e sapone, dedita allo studio, che a una serata in discoteca preferisce una bella chiacchierata con le sue amiche, che non vede un peso studiare la letteratura antica e in generale le tanto odiate “Lingue morte” e che, soprattutto, non ha intenzione di calpestare la sua natura per un uomo.
Caterina è conscia della sua forza, sa perfettamente che donna vuol diventare, e non ha bisogno di un ragazzo per sentirsi realizzata. E che a scuola pensino pure tutti che è lesbica, che sia per questa sua tendenza sessuale che non si è mai fidanzata o che non guardi i ragazzi: non è di certo un suo problema.
Ma cosa succede se a pensarlo è Leonardo?
Leo è il migliore amico di Cat, la sua ancora, la roccia a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà. L’unico ragazzo che sembra capirla davvero. L’unico che lei vorrebbe accanto a sé, in tutti quei modi in cui la fantasia e gli ormoni di un’adolescente suggeriscono. Peccato che sia fidanzato con Beatrice – anche lei amica di Caterina e, diciamolo, i fidanzati delle amiche non andrebbero neanche guardati – e che sembra non essere per nulla interessato alla nostra ragazza sotto il profilo romantico.
Forse.
Dico forse perché, come da copione – sotto questo punto di vista ha ragione Cat, gli uomini sono davvero troppo prevedibili – quando Cat si avvicina ad Adriano qualcosa nel nostro bel moretto muta.
Ora, Specchietti, prendiamoci tutto il tempo che serve per parlare del protagonista assoluto di questo romanzo. Sì, Cat, lo so, sei tu la protagonista, ma Adriano… Oh, avanti, non fare così… Co-protagonista? Okay, ma parla pure di lui…
Vabbè, avrete capito che Cat non sopporta il nostro Adri… Okay, lo odia.
Lo odia come non potrebbe odiare nessun altro al mondo – e il perché dovrete scoprirlo voi – eppure, per una serie di situazioni che non voglio spoilerarvi – si troverà costretta a fingersi la sua ragazza, dando vita a un triangolo amoroso che vi terrà incollati alle pagine.
Adriano potrebbe sembrare il classico bad boy dei romanzi rosa: bello e dannato, è quello che tutte vorrebbero. Il suo sport preferito? Collezionare ragazze da portarsi a letto.
Il bello di questo personaggio, però, è la capacità con cui Christina Mikaelson ha saputo costruirne il background, le sfumature di contorno, donandogli quello spessore che, di primo acchito, nessuno si sarebbe immaginato. Perché Adriano è anche il ragazzo che eccelle a scuola, che ha alle spalle un passato difficile e, di base, il bisogno di ricongiungersi alla sua famiglia. È il ragazzo che capisce di aver sbagliato, anche con la nostra Caterina, e che cerca di porre rimedio ai suoi errori.
Insomma, riagganciandoci all’inizio, è l’Anti-Enea: l’uomo che non scappa, ma che sa affrontare la sua Didone, spogliarsi dell’aurea da eroe – e uomo che non deve chiedere mai – e prendersi la responsabilità delle sue parole e dei suoi gesti.
Quello che dobbiamo chiederci, però, è se Caterina sarà in grado di gestire Adriano, le sfaccettature del suo carattere, ma soprattutto se saprà modulare il suo per evitare che qualcuno si faccia male. E non in senso lato, perché Cat sarebbe capace di mandarlo in ospedale davvero, in un momento di rabbia dei suoi!
A meno che lui non continui a guardarla in un certo modo… a sfiorarla, in un certo modo, a prendersi cura di lei, in una continua caccia del gatto al topo in cui, all’improvviso, vi troverete a chiedervi chi sia davvero la preda e chi il cacciatore.

 

Leggere questo romanzo mi ha riportato tra i corridoi del mio liceo, a quegli anni fatti di scoperte e di delusioni, di amicizie che nascevano improvvise e, altrettanto improvvise, a volte finivano. Di incomprensioni e paure, quando cercavi, primo fra tutti, di imparare a conoscere e comprendere te stesso.
La storia di Caterina non è solo uno young adult, è un viaggio alla scoperta di sé, è la vita di un gruppo di ragazzi messa sotto la lente di ingrandimento, spogliata delle apparenze: è Caterina, che deve scrollarsi di dosso quella tracotanza che dà il sottotitolo al romanzo, che deve imparare ad ascoltare il suo cuore, oltre che quella testa che non la smette mai di arrovellarsi sul mondo e i suoi perché, che deve imparare ad ascoltare il prossimo e a dargli il “beneficio del dubbio”. È Adriano, che cela agli altri il suo universo, le sue angosce, ma che può trovare nel prossimo un rifugio, anche momentaneo, di certo una boccata d’aria alla sua complicatissima esistenza. Dovrebbe solo accettare che anche lui può avere bisogno degli altri. È Nicola – Dio, quanto ho amato Nicola – che scopre sé stesso, la sua omosessualità, che si innamora e, allo stesso tempo, impara cos’è davvero l’amicizia nel momento in cui riesce ad aprirsi e, almeno con Cat, a non nascondersi più. È Leonardo, con i suoi “ma” e i suoi “se”, che deve decifrare i suoi sentimenti per Caterina. È Beatrice, che sembra forte, sicura di sé, e invece è, come tutti alla sua età, piena di paure e dubbi.
Christina Mikaelson, con questo romanzo d’esordio, mostra già tutta la sua bravura nel tessere, oltre alla trama principale, un intrigato reticolo di sottotrame che danno ulteriore corpo e consistenza alla sua storia. Riesce a catapultarci indietro con gli anni, noi che adolescenti non lo siamo più, a farci sentire di nuovo il vento tra i capelli durante le corse in motorino, a farci tremare di fronte a una versione di latino e, soprattutto, a ricordarci quanto era complicato essere dei diciassettenni, anche se ora ci viene da sorridere di quei “drammi” che drammi non erano.
Il finale, poi, vi lascerà col fiato sospeso, in attesa del prossimo volume e di sapere cosa ne sarà di Caterina e del suo complicatissimo cuore.
Io intanto le assegno i nostri quattro specchi e vi do appuntamento alla prossima lettura.

 

La vostra Irish Girl.

 



Ciao Specchietti!
Come vi ha già ampiamente illustrato Marialuisa, oggi il blog partecipa al Review Tour organizzato per La Sindrome di Didone di Christina Mikaelson, primo volume della trilogia Tracotanza.
Un romanzo che ha catturato da subito la mia attenzione e, avendone sentito parlare molto bene, abbiamo deciso di aderire. 

La Sindrome di Didone è uno young adult in terza persona che racconta la storia di Caterina, la sua vita da maturanda in un liceo classico di Roma, Leonardo, il suo migliore amico e Adriano, il belloccio della scuola.
Tra i banchi di scuola, la sfera emozionale di  Caterina verrà messa a dura prova: oltre che alle ultime integrazioni e versioni di greco e latino, la nostra protagonista dovrà fare i conti anche con la sua cotta per Leonardo e il suo rapporto complicato con il misterioso Adriano, al quale proporrà di stringere un patto con lo scopo di cercare di attirare l'attenzione del suo migliore amico. 

Caterina sembra fatta di ghiaccio, è una secchiona, carina nell'aspetto, ma fredda nei modi, è un'appassionata studentessa, pignola, esigente e puntigliosa. Tutti i sentimenti che prova li tiene per lei e nessuno, nemmeno i suoi più cari amici sono in grado di comprenderla fino in fondo. 

Non riusciva ad aprirsi, ad ammettere di avere bisogno di aiuto quando le serviva, a sfogarsi per paura di mostrarsi debole, ma ciò di cui aveva più timore era amare così tanto qualcuno da divenirne dipendente. 

Cerca di cambiare, Caterina, piccata dai pettegolezzi e corrosa dalla gelosia che prova nei confronti di Leonardo e Beatrice. Vuole mostrare a tutti che anche lei è in grado di truccarsi, di divertirsi e di essere come le sue coetanee, è talmente decisa che è disposta a tutto, anche buttarsi tra le braccia di Adriano, il ragazzo dai mille segreti, bello, preparato e ambito da tutte le ragazze della scuola.
La comparsa di Adriano sulla scena dona dinamismo e ritmo al romanzo, fino a quel punto piuttosto introduttivo.


I botta e risposta tra i due sono piacevoli e, attraverso di lui, scopriamo anche altre sfumature del carattere della protagonista.
La terza persona è gestita molto bene e, per essere un romanzo di esordio, lo stile dell'autrice è già fluido con grandi possibilità di crescita.
Mi è mancata un po' l'ambientazione. L'autrice muove i suoi personaggi esclusivamente all'interno di luoghi chiusi come la scuola, la palestra, la discoteca... La cornice romana è ridotta proprio a degli accenni.
Non nascondo che ho subito il fascino di Adriano e che quei due insieme mi piacciono proprio, alla faccia di Leonardo! 

Il finale, come mi aspettavo - trattandosi del primo volume di una trilogia - è sospeso e sono dunque impaziente di conoscere il resto della storia.
Prova superata per Christina Mikaelson, le assegno anche io quattro specchi.

A presto!







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