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Recensione in pillole: Out - Corto

Buongiorno specchietti!
Oggi vi parlerò di un cortometraggio appena uscito su Disney Plus, appartenente alla serie Sparkshorts, ovvero una serie di cortometraggi della Pixar, a basso budget, ispirati a esperienze personali (abbiamo già parlato sul blog di Float, appartenente allo stesso progetto). Si tratta di Out.
Il cortometraggio è in inglese, ma è facilmente comprensibile e, comunque, chi non avesse una buona padronanza della lingua può sempre attivare i sottotitoli dalla piattaforma.
I protagonisti sono Greg e il suo cane Jim. 
Greg è un omone che dal paesino in cui vive si sta trasferendo in città. Il trasloco per lui rappresenta un cambiamento radicale nella sua vita perché, finalmente, non dovrà più nascondere alla sua famiglia chi è davvero. Ma che succede se i suoi genitori gli piombano in casa il giorno del trasloco?
Il regista, Steven Hunter, utilizza un escamotage magico per trattare un argomento molto reale, una condizione che molti uomini o, meglio ancora, ragazzi si trovano a vivere: la paura di essere rifiutati dai propri genitori perché innamorati di qualcuno del loro stesso sesso.
Come fai a dire «io sono gay»?
Nel cortometraggio, Greg non lo dirà mai, non lo ammetterà neanche con se stesso, quasi come se considerasse quella parola un’offesa. Ma è un’offesa amare?
Greg capirà che non servono le parole, non servono etichette per ricevere l’amore dei propri genitori, per essere felice.
Ammetto che Out mi ha fatta commuovere. In quei 9 minuti appena regala uno spaccato di vita quotidiana che può adattarsi a tantissime situazioni. Ogni figlio teme di non essere accettato dai propri genitori per ciò che è e, magari, non si rende conto che quei limiti sono soltanto nella sua mente, non nel cuore di chi lo ama.
Un’ultima nota va data al disegno. Non sono le linee classiche a cui siamo abituati con i film d’animazione né sono immagini realistiche realizzate in CGI. Sullo schermo scorrono dipinti dai colori brillanti, quasi un sogno a occhi aperti o un ricordo vivido regalatoci da chi quella situazione l’ha vissuta davvero.
Alla prossima,

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