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Recensione: Mate di Ali Hazelwood

Salve, specchietti!

Come promesso, torno in men che non si dica a parlarvi dei lupi di Ali Hazelwood con la recensione a Mate.


Serena Paris è sola, senza branco e diversa da chiunque altro. Nata dall’unione proibita tra un Umano e un Lupo, la sua esistenza avrebbe dovuto rappresentare un ponte tra le specie, un simbolo di riconciliazione dopo anni di conflitti. Ma il mondo non è pronto per ciò che rappresenta. Serena ha riacceso le tensioni: ora tutti la vogliono usare o uccidere. Vampiri, Umani e Lupi bramano il controllo su di lei, e le loro trame si stringono come una rete sempre più fitta.

Con il passato che minaccia di riaffiorare e nuovi nemici all’orizzonte, Serena ha un’unica possibilità: rifugiarsi da Koen Alexander, Alfa del branco del Nord-ovest, l’unico abbastanza potente da proteggerla… e l’unico che non ha mai smesso di vederla per chi è davvero.

Koen non è disposto a perderla. Non importa se Serena non ricambia i suoi sentimenti, o se ha tentato di allontanarsi da lui. Finché respira, lui sarà il muro tra lei e il mondo. Ma i Vampiri e i Lupi assetati di potere non sono gli unici pericolo che incombono sulla vita di Serena. Prima o poi, il suo passato finirà per raggiungerla, e quando accadrà Koen potrebbe essere il solo in grado di salvarla… anche da sé stessa.


Questo libro mi ha conquistato, mi ha rapito, mi ha sconvolta e mi ha lasciata con un senso di vuoto tale che, dopo averlo terminato, non sono riuscita a iniziare un’altra lettura.

Questo libro… e Koen Alexander, che in un istante e inaspettatamente è riuscito ad ascendere direttamente nell’Olimpo dei miei book boyfriend preferiti.

Questo, in estrema sintesi, è Koen. Beffardo, incomprensibile e forse anche un po’ crudele, ma, quando c’è da fare qualcosa, lo fa e basta.

Ma andiamo con ordine.

Abbiamo conosciuto Serena e Koen in Bride. Lei è la migliore amica nonché sorella acquisita di Misery, lui è quasi un fratello maggiore per Lowe, l’uomo che l’ha cresciuto durante l’esilio e gli ha insegnato come essere un Alfa.

Serena si è presentata al mondo come il primo esemplare di ibrido Lupo-Umano e Koen… Koen l’ha riconosciuta come sua compagna e, benché faccia finta che la cosa non gli interessi, sente un bisogno viscerale di proteggerla dai pericoli che la circondano. E di pericoli ce ne sono tanti.

Lui dice che non è interessato a una relazione, lei… che non è interessata a lui. Ma sarà vero?

“Dato che sei così sicuro che la odiano tutti, incluso me, mettiamo bene in chiaro una cosa. Infastidisci di nuovo la mia compagna e ti ucciderò così lentamente, ti farò soffrire talmente a lungo, che le placche tettoniche si sposteranno e creeranno nuove catene montuose. E quando il resto della tua famiglia verrà a vendicarti, farò la stessa cosa con ciascuno di loro. E non mi fermerò neanche quando verranno i tuoi amici. Neanche se di questo branco non dovesse restare nulla a parte me e lei. Tingerò di verde tutto l’intero territorio prima che uno di voi possa versare una singola goccia di sangue rosso. Ci siamo capiti?”
Questo romanzo ti prende al cuore e allo stomaco. E anche più in basso. Si percepisce la tensione, l’adrenalina, la paura di un attacco imminente, ma anche quella particolare vibrazione nell’aria ogni volta che Serena e Koen si trovano l’una di fronte all’altro.

Passo dopo passo imparano a conoscersi, a scavare sotto gli strati di menzogne, a demolire i muri che ciascuno di loro si è costruito attorno. La convivenza quasi forzata diventa una piacevole scoperta reciproca, con i secondi del branco che circondano la coppia di affetto, creando un bel clima familiare.

La tensione e il desiderio tra i due protagonisti crescono pagina dopo pagina, portando quel santo di Koen sull’orlo della follia, vincolato a un voto che le impedisce di toccarla, mentre Serena impazzisce per lui.

E quando la passione esplode… Non sono una fan delle scene molto esplicite, ma qui siamo davanti a un’escalation ben costruita, goccia dopo goccia, pagina dopo pagina. Quando esplode, se ne percepisce tutta l’intensità senza mai essere volgare.

Lo sguardo che ci scambiamo vale più di un milione di tacite parole, ma potrebbe essere condensato in una frase che ne conta meno di dieci. È sbagliato. Facciamolo lo stesso, però.

Pensavo di non poter amare qualcuno più di Lowe, ma Koen, come già detto, mi ha veramente rapito. È quel giusto mix tra il rozzo e il sensibile, è potente eppure è quasi sottomesso a Serena.

Serena, in realtà, mi è piaciuta meno di Misery, ma è solo gusto personale. Trovo la pungente ironia di Misery imbattibile, infatti ho adorato le scene in cui compare anche in questo romanzo.

Ovviamente, non posso non dare il mio specchio speciale e spero che Hazelwood ci delizi con qualche altro romanzo ambientato in questo universo (un mio personalissimo sogno sarebbe un romanzo su Owen).



Alla prossima,

-IronPrincess



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