Recensione: Quelli dimenticati - L'amore tra i ricordi di Daphne Ali


Quelli dimenticati - L’amore tra i ricordi (VOLUME AUTOCONCLUSIVO)
Best friend's sister
Hate to love
Grumpy
Emotional scars
Trama:
Il passato tormenta Al fin dall’adolescenza: ha commesso un errore a cui non può rimediare. Ciò che lo tiene a galla è il suo talento come tatuatore, ma è sull’orlo del fallimento. Se perde lo studio di tatuaggi, non gli resta nulla.
Neanche Shanti ha avuto un’infanzia felice: è il frutto di una relazione occasionale tra una prostituta e un suo cliente, ma prende la vita di petto. Quando viene licenziata, si accorge di non avere un piano di riserva.
Ma il destino trova sempre il modo di far incontrare due anime che hanno bisogno di risalire la china.
Al e Shanti iniziano a collaborare per risollevare lo studio di lui. Caos contro organizzazione. Non c’è convivenza più difficile, soprattutto per il carattere schivo di Al, che allontana tutti e odia il mondo intero.
Non sembrano avere niente in comune, se non una forte avversione reciproca e per questo fanno scintille. Il problema è che nessuno dei due vuole ammettere che il fastidio si sta trasformando in attrazione.

“Le cicatrici restano per ricordarti quello che eri.
L’inchiostro le copre per dirti chi hai scelto di essere.“


Eccoci di nuovo qui, Specchietti!
Oggi vi parlo, con un pochino di ritardo e per questo mi scuso tantissimo, del terzo volume della Broken guys, Quelli dimenticati - L'amore tra i ricordi di Daphne Ali.
Prima di iniziare vi ricordo che, sebbene la storia di Al e Shanti appartenga a una trilogia, i singoli romanzi possono essere letti singolarmente perché autoconclusivi.
I precedenti sono:

- Quelli sbagliati - L'amore tra le macerie
- Quelli perduti - L'amore nell'ombra
(Trovate le recensioni nel blog)

Quindi, questa è la storia di Al.
Se avete letto i volumi precedenti, di sicuro, avrete inquadrato il tipo.
Un ragazzo schivo, a tratti burbero, musone, ma che darebbe tutto e dà tutto per la sua found family.
Al è un solitario, un artista, un uomo ferito dalla sua infanzia inesistente e dalle profonde cicatrici che tiene ben nascoste come fa con il suo corpo.
L'arrivo di Shanti, la sorella di Ludovico, nella sua vita è come un raggio di sole che ti colpisce gli occhi all'improvviso: destabilizzante e fastidioso.
Shanti è organizzata, non ha peli sulla lingua e, soprattutto, non ha intenzione di lasciare l'ultima parola ad Al, anzi.

Daphne ci regala un inizio con i fiocchi, con due personaggi in netto contrasto che dovranno combattere per risolvere i loro tumulti interiori, lavorare sulle proprie fragilità e su quei mostri del passato che continuano a urlare per poter trovare l'incastro ideale.

Come per i volumi precedenti, i personaggi sono integrati alla perfezione nel contesto quasi corale in cui si muovono, lasciando grande spazio ai personaggi secondari, colonne molto importanti nella narrazione.
Daphne con questa serie tocca dei temi molto delicati e lo fa con grande sensibilità e accuratezza, senza lasciare nulla al caso.

Ho amato anche questi personaggi, il loro arduo percorso verso la rinascita e ho trovato lo stile di Daphne migliorato e più consapevole se possibile rispetto agli altri due volumi.

Che dire in più se non "Beccate 'sti cinque specchi, mia cara?"


E voi, se amate i protagonisti grumpy e gli hate to love, non potete perdervi questa piccola grande perla!


Io vi saluto e vi do appuntamento alla prossima lettura!
Vostra,
Mil Palabras

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