Review Party: Le bugie che cantiamo alle onde

Trama

Nel regno di Itaca ogni estate si compie un sacrificio barbaro: dodici fanciulle vengono impiccate sulla spiaggia per placare la furia del dio Poseidone. Leto è una di loro: ostinata e tenace, ha tentato fino all'ultimo di sottrarsi a quel patibolo ingiusto, ma non ce l'ha fatta. Eppure la morte non sembra troppo interessata a portarla via con sé. Infatti, la ragazza si risveglia su un'isola misteriosa, dove è accolta da Melanto, una creatura dalla bellezza soprannaturale. È quest'ultima a spiegarle che i sacrifici di Itaca hanno origine in tempi lontani, da quando le dodici ancelle di Penelope vennero accusate di tradimento e uccise per ordine di Odisseo, e infine gettate nel mare. Un atto feroce e ingiusto che fece imbestialire Poseidone al punto che di lì in poi, come riparazione per quelle morti innocenti, pretese, ogni anno, il sacrificio di dodici fanciulle dell'isola. Una maledizione che perseguita le giovani donne di Itaca ormai da secoli. Ma esiste una possibilità per spezzarla una volta per tutte, questa maledizione: occorre uccidere l'erede al trono, il principe Mathias. Per riuscirci, Leto e Melanto dovranno entrare a far parte della corte e guadagnarsi la fiducia del ragazzo. Ma le cose non vanno come previsto. Divisa dal crescente amore che prova sia per Melanto sia per Mathias, Leto dovrà scegliere la strada da seguire: spezzare la maledizione, rinunciando a Mathias ma salvando migliaia di vite, o lasciare che le maree del destino li sommergano tutti.



“Non era della morte che aveva paura, perché da tempo si era preparata all’idea, ma di ciò che si trovava dopo di essa”
Non leggo spesso i retelling mitologici, tanto sono affezionata alle storie originali che sembrano, seppur lontane nel tempo, storie vere e non miti. Nella mia mente da bambina ho sempre creduto a Zeus, a Poseidone, alle ninfe e ho sempre sognato di vedere con i miei occhi il monte Olimpo perché per me, quegli Dei così simili a noi umani, erano veri. 
Però, quando mi è stato proposto di partecipare a questo review party, mi sono sentita chiamare, come il mare il chiama le sue figlie, come reclama ogni goccia d’acqua per sentirsi completo, quindi ringrazio la Mondadori per l’opportunità e "Gli occhi del lupo" che ha organizzato l’evento per avermi dato la possibilità di trovare questa meraviglia. Vi lascio qui sotto la lista dei blog che partecipano, passate anche da loro per scoprire cosa ne pensano. 
“Benedette dodici. Nel nome di Itaca, vi ringrazio per il vostro sacrificio”
Tutto inizia con una donna. Perché le Storie iniziano così… Una giovane che sta per morie perché qualcuno ha scelto così, una giovane che però, nonostante sia sola al mondo, non vuole morire… 
Inizia con un Principe, il cui destino è stato segnato da un padre morto troppo presto e da una sorella che non è riuscito a salvare, un principe che sogna solo di essere libero pur non sapendo che sapore abbia la libertà. 
No, aspettate. La storia inizia con un’ancella, una figlia del mare, una donna che è stata punita per un crimine che non ha commesso lei.
Scusatemi… 
“Suppongo che tutto sia iniziato con una regina. Si chiamava Penelope, moglie di Odisseo, e aveva dodici ancelle”
Ecco, sì, così va bene. Penelope, suo marito e una Maledizione che in realtà sembra più il vile scherzo del destino. Perché gli uomini sbagliano e le donne ne pagano il prezzo, oggi come allora. 
Lo stile di scrittura della Underwood mi ha subito catturata e presto ho dimenticato dove fossi, chi fossi, in che tempo storico mi trovassi e sono diventata acqua che paziente ascolta una storia che nessuno ricorda. Sono diventata corpo… il corpo di una delle dodici ragazze che ogni anno viene scarificata per proteggere un intero regno ormai in rovina. Sono diventata parole, quelle scritte da una futura regina che voleva cambiare le cose e che credeva che la tradizione di placare le ire del dio del mare fosse rispettata solo perché a morire erano le donne… le Donne non sono mai così importanti nelle storie di grandi Re e di grandi Dei. Nelle storie degli uomini.
“Gli dei si nutrono del terrore dei mortali. Dove non c’è paura, non ci sono preghiere”
Questo è un romanzo corale, fatto di voci che si intrecciano tra loro per una storia che per me è finita troppo presto, una storia che non avrei mai pensato di amare. Il libro mi stava chiamando, io ho risposto e mi sono trovata a Itaca, a Pantoù e sono stata Leto, Melanto e Mathias, ma soprattutto sono stata Mare, che per me resta il protagonista indiscusso della vicenda. 
Ho apprezzato tantissimo il triangolo amoroso che si è creato e il fatto che Leto si innamori delle persone in quanto tali, non del loro genere e che il tutto sia trattato in maniera molto delicata. L’amore è il fine di tutto, non importa come, dove e perché. 
All’inizio del romanzo c’è un disclaimer che ci informa degli argomenti che si andranno a trattare che sono forti e potrebbero infastidire qualcuno e questa cosa davvero è stata utile per fare quantomeno una lettura consapevole. 
Non vi dirò altro per non rovinarvi la lettura e spero che non vi lasciate toccare dalle polemiche sorte intorno all’autrice (che ho scoperto solo prima) perché non è con lei che dobbiamo avere a che fare, ma con il suo libro che è più che valido. 


Consigliato: 
- A chi ama le Ancient Greek Vibes
- I retelling mitologici 
- L’amore in tutte le sue forme
Non consigliato:
- A chi è sensibile ad argomenti quali il suicidio, la violenza sessuale e quella psicologica
- A chi è troppo fiscale per quanto riguarda la mitologia
Voto? 4/5


Alla prossima,





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