Review Tour - Double check: Dancing in the Dark di Moloko Blaze

Buongiorno Specchietti,
oggi il blog partecipa al Review Tour di Dancing in the Dark di Moloko Blaze.
A parlarcene sono Irish Girl e Mil Palabras.

Titolo: Dancing in the Dark

Autore: Moloko Blaze
Genere: Spicy and Music Romance
Numero di pagine: 475
Costo ebook: 2,99 euro
Costo cartaceo: 14,99 euro
Trama: 

Non mi sarei mai liberato del sogno di lei. Mi sarebbe rimasto incollato all’anima come una canzone, una lacrima invisibile che avrebbe solleticato il mio cuore per sempre. Un cuore che per molto tempo avevo creduto inutilizzabile.

Quando le viene proposto di diventare la violoncellista dei Cult Of Essence, band indie folk in ascesa, capitanata dall’ambizioso frontman Eric Jordan, River Price sale su quel bus senza guardarsi indietro. In fondo, non ha nulla da perdere visto che ha già perso tutto, compresa una vaga affezione nei confronti della vita. River vive suonando per strada, le sue radici le ha recise da tempo e non ha il sogno di un futuro a cui affidarsi. Al contrario di Eric, che invece da quel futuro è tragicamente ossessionato. Un sogno che coltiva da dieci anni e che sarà il riscatto per la sua famiglia, che merita tutto ciò che lui sarà in grado di offrire con la fama e la ricchezza. E poi c’è la musica, su cui lui ha basato la sua intera esistenza, a costo di rinunciare a tutto il resto, amore compreso. Niente e nessuno dovrà frapporsi fra lui e quel futuro, nemmeno quella violoncellista prelevata dalla strada e che lo ha stregato dal primo istante. Ciò di cui Eric non tiene conto però è l’amore sconfinato che quella ragazzina a cui piace “danzare nell’oscurità” ha tutta l’intenzione di donargli, persino senza ricevere nulla in cambio.

Bentrovati, miei adorati Specchietti.
La vostra Irish Girl torna e lo fa con una doppia recensione, assieme a Mil Palabras, dell’ultima pubblicazione di Moloko Blaze: Dancing in the Dark.

 Tu che non hai radici
Il mondo è la tua casa.
Appartieni a tutti i posti che incontri
E loro appartengono a te
Nulla è mai definitivo

È così che si presenta River, la protagonista di questo Spicy & Music romance, ricco, ve lo dico fin da subito di angst, che è – come sempre quando parliamo della penna di Moloko Blaze, l’alter ego di Elle Eloise – difficilissimo da inserire nei margini fissi a cui siamo abituati.
River ha perso tanto. Ha perso la persona più importante della sua vita, quella che definiva il suo essere, che le aveva mostrato la strada da seguire, che le aveva dato il coraggio per intraprenderla, quella strada.
Ora si è isolata dal mondo. Al suo fianco il violoncello, i suoi vecchi quaderni, una penna. Perché la musica è la sola forza che sembra ancora tenerla coi piedi ancorati al suolo. Più della famiglia, degli affetti, di quei sogni che stava facendo volare fuori dal cassetto.

 Da un paio d’anni le sembrava di essere fatta di un vuoto cosmico
che la stava risucchiando piano piano

E a risvegliare quei sogni, in un giorno che sembra uguale a tutti quelli precedenti, mentre sta facendo dono della sua musica nella cornice del Washington Square Park, ci pensa Eric, il frontman dei Cult of Essence, un gruppo indie-folk che sta muovendo i primi passi sulla scena nazionale.
Eric vede in River il talento, sì, ma soprattutto quell’ancora di salvezza che possa evitare che tutto vada a morire prima ancora di iniziare, visto che deve assolutamente sostituire uno dei componenti del gruppo.
Ma se lei per Eric è una salvezza, per la nostra River lui si presenta da subito come l’unica persona che non avrebbe mai dovuto incrociare sul suo cammino.
Bello e dannato, circondato da groupies adoranti, abituato a non chiedere mai e a ottenere sempre e solo ciò che vuole, Eric risveglia quasi sin da subito in River sentimenti da tempo sopiti, quel fuoco che sembrava spento e la cui scintilla, in realtà, aspettava solo di riaccendersi sotto cumoli di cenere. Sentimenti, però, che River non è disposta ad accettare, pulsioni che non vuole seguire, prigioniera del passato e di quel senso di colpa che le bussa alla porta del cuore.
E poi, diciamolo, Specchietti, noi ragazze siamo molto diverse tra di noi: c’è chi riesce a vivere in assoluta tranquillità una relazione basata solo sul sesso e chi, come River, sa che tanto finirà col rimetterci il cuore. Ed Eric, senza alcuna maschera, non dà molto adito a fantasticherie romantiche. 

Tutti ci siamo sentiti almeno una volta nella vita come se non fossimo le persone giuste per qualcuno, anche se lo desideravamo con tutte le nostre forze. 

Ma sarà davvero così?
La maestria di Moloko, nel rapporto tra Eric e River, è quella di tratteggiare due personaggi vividissimi, con le loro paure, gli errori passati e la lunga sequela di sbagli e catastrofi personali che finiscono per compiere giorno dopo giorno alla ricerca di sé stessi. Perché, vedete Specchietti, il tour dei Cult of Essence, in cui improvvisamente viene catapultata River, si rivela essere una metafora del cammino stesso che i due protagonisti faranno alla ricerca del loro vero Io. I successi professionali sembrano andare di pari passo con gli errori, le cadute, gli imprevisti che si ritrovano a commettere e ad affrontare, nel tentativo si sopravvivere – sì, direi proprio sopravvivere – a quel mondo che sembra volerli fagocitare.
La dipendenza affettiva, che i due maturano l’uno per l’altra, si scontra e specchia allo stesso tempo con la dipendenza dalle droghe e da quel successo che pretende con forza dei compromessi.
Ritrovare se stessi, capire chi si è veramente e quale futuro sogniamo davvero per noi è già di per sé molto complicato ma, quando passi dall’anonimato all’esaltazione delle folle e una serie di personaggi poco raccomandabili incrocia il tuo cammino, scindere davvero il bene dal male – non solo in senso assoluto – diviene quasi impossibile.
E se fino a quel momento il personaggio più problematico sembra essere Eric, ecco che Moloko ci spiazza, buttandoci sotto al naso, quasi con violenza, un’immagine di River che fon avremmo mai neanche lontanamente immaginato. 

Prima di River, non avevo mai conosciuto una creatura così luminosa
danzare a braccetto con l’oscurità. 

Luci e ombre si alternano per l’intero romanzo, mentre Moloko riesce a farci vivere le emozioni di un gruppo di ragazzi che finalmente vede il suo sogno realizzarsi e allo stesso tempo si rende conto di quanto costi e di come sia facile perdersi. Forse per sempre.
Non hanno remore a buttarsi nel fango, così come non ne ha avute la loro autrice a sporcarli, marchiarli, renderli meravigliosamente e tristemente reali.
Dancing un the Dark non è un romanzo facile, ve lo dico senza mezzi termini, Specchietti.
I temi trattati sono spesso difficili da mandare giù e non per moralismi di sorta, ma perché la capacità dell’autrice di immergere il lettore nella storia, di farlo affezionare ai suoi protagonisti, è così alta e totalizzante da far sentire ogni graffio all’anima, ogni schiaffo sulla pelle, ogni paura.
Allo stesso tempo, però, non posso che consigliarvene la lettura, ringraziando Moloko per avermi regalato un'altra meravigliosa storia e aver dato fiducia, ancora una volta, al nostro blog.
Prima di lasciarvi alla recensione di Mil Palabras, Specchietti, assegno quindi i miei primi cinque specchi del 2023 a River, Eric e tutti i Cult of Essence di cui, ve lo dico, vorrei leggere ancora tanto altro.


Noi, Specchietti, ci rivediamo prestissimo.
Alla prossima recensione, la vostra Irish Girl.



Salve Specchietti!

Eccomi dopo Irish Girl per parlarvi dell'ultimo romanzo di Moloko Blaze, Dancing in the dark, una storia torbida, tormentata, in pieno stile Moloko, che mi è arrivata dritta al cuore.

River è una giovane donna sola. Ha reciso le sue radici da tempo ormai e, dopo aver perso ogni speranza verso il futuro, per sostentarsi suona per strada.

È proprio così che la trova Eric, il frontman dei Cult of Essence, un gruppo indie folk emergente e prossimo a un tour lungo l'East cost.

La giovane violoncellista sarebbe perfetta per coprire quelle poche settimane di concerti.

Lei accetta non avendo niente da perdere. Lui ha puntato tutta la sua carriera su questo tour e si aspetta il cento per cento da ogni singolo membro dello staff.

River rimane subito affascinata dal leader della band. Eric, d'altra parte è carismatico, sensuale, un amante passionale e anche lui è incuriosito dalla nuova musicista di poche parole e con lo sguardo malinconico.

Nessuno può immaginare quali cicatrici nasconde la ragazza e quanto talento abbia.

Potevamo essere ad anni luce di distanza pur essendo a meno di un metro l’uno dall’altra, ma appena le nostre voci si incontravano eravamo di nuovo uniti da un filo invisibile che, per quanto sottile, a me sembrava ogni giorno più.

Attraverso la musica i due si avvicineranno, i muri di protezione innalzati da River inizieranno a cedere, quel silenzio assordante verrà riempito di nuove note e della possibilità di un futuro che fa paura, spaventa e annienta.

Il rapporto tra i due protagonisti è torbido, complicato e Moloko è bravissima a scavare dentro di loro e a regalarci tutte le sfumature dei loro stati d'animo, della loro unione, del loro caos interiore e di quello che mostrano agli altri usando uno stile forse più romantico e introspettivo rispetto alla trilogia (almeno secondo il mio parere).


Una storia che mi ha coinvolta dalla prima all'ultima pagina. Una storia dal sapore retrò, tanto sofferta quanto resiliente.

Sapevo che questo romanzo non mi avrebbe delusa e sapevo già che avrei letto qualcosa di unico e indimenticabile.


Grazie per la possibilità, Moloko.

Assegno cinque specchi a Dancing in the dark e, come sempre, vi do appuntamento alla prossima recensione!


Vostra,

Mil Palabras

 

 


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