Recensione "Te la sei cercata" by Louise O'Neill



In una cittadina irlandese dove tutti si conoscono, Emma O'Donovan è diversa. Lei è speciale: diciotto anni, bellissima, popolare, potente. È sempre perfetta e ama essere desiderata. Tutte le ragazze vorrebbero essere sue amiche, e tutti i ragazzi vorrebbero uscire con lei.
Fino a quella notte.
A quella festa d'estate, Emma era troppo ubriaca per rendersi conto di cosa stava accadendo, troppo ubriaca per dire basta, troppo fatta per ricordare. Ma quelle immagini, quelle fotografie che tutti hanno visto online, significano che non potrà mai dimenticare. E dopo lo stupro comincia un nuovo incubo: Emma era speciale, ma ora è solo fonte d'imbarazzo. È sulla bocca di tutti, tutti hanno un'opinione sulla sua storia. Ma davvero se l'è cercata? Davvero è sua la colpa?

La postfazione di Luise O'Neill è uno degli elementi che mi hanno fatto innamorare di questo libro e della sua autrice. Forse non sembra che la nostra società appoggi la violenza sessuale, scrive, ma basta andare sotto la superficie per constatare quanto banalizziamo lo stupro e le aggressioni a sfondo sessuale. Le violenze sessuali (...) sono talmente comuni che le consideriamo quasi inevitabili per una donna. Insegniamo alle nostre figlie come non farsi stuprare instillando in loro un senso di predestinazione, l'idea che combattiamo una battaglia persa in partenza.
Mentre scrivevo questo romanzo ho parlato con una serie di amiche che mi hanno raccontato episodi accaduti a loro (...) Tutte le donne e le ragazze che mi hanno raccontato queste storie avevano una cosa in comune: la vergogna. Colpa mia. Colpa mia. Colpa mia. (...) Non voglio più vivere in un mondo così. (...) Dobbiamo parlare dello stupro. Dobbiamo parlare del consenso. Dobbiamo parlare del senso di colpa che imputiamo alle vittime e dello slut-shaming e dei doppi standard che applichiamo ai ragazzi e alle ragazze. Dobbiamo parlare e parlare ancora finché tutte le Emma di questo mondo si sentiranno sostenute e comprese. Finché si sentiranno credute.

Quando ho scelto e chiesto di leggere questo young adult sapevo a cosa andavo incontro. Conoscevo già Louise O'Neill grazie a Solo per sempre tua e sapevo del suo impegno per la denuncia delle violenze e degli aspetti più marci della nostra cultura, con un occhio particolare alla condizione femminile.
Alla fine di Te la sei cercata resto ancora immensamente grata all'autrice per la sua forza e la sua scelta di parlare. Grazie. Grazie per rendere migliore il mondo.

Sebbene qui l'ho trovata meno brutale rispetto al primo romanzo, la penna dell'O'Neill resta assolutamente realista ed efficace: in sole 273 pagine, l'autrice riesce a parlarci di tematiche che così tante persone, giornali, politici, media, oratori, opinionisti e troppi altri tacciono e tentano di nascondere. E lo fa con la storia di Emma, portandoci dentro la sua pelle, il suo cuore, i pensieri e le emozioni. Lo fa raccontandoci una storia come tante, troppe, altre. Con la sua incredibile bravura nel delineare e farci comprendere tutti i numerosissimi personaggi e gli infiniti, diversi, meccanismi culturali e comportamentali in atto.

Ma soprattutto riesce a farlo senza inutili sentimentalismi né sovraccaricando il racconto di emozioni eccessive o stupidi pietismi. No, Louise O'Neill riesce a rendere così veritiera, realista ed efficace la sua narrazione perché racconta fatti, reazioni, pensieri, comportamenti e sentimenti in modo oggettivo. Ponendoci sotto gli occhi dinamiche, spiegazioni e meccanismi così come sono, senza pretendere di essere lei a spiegarceli o di dirci come dobbiamo sentirci. Toglie quella patina nebulosa che la società per prima mette sugli stupri e sulle violenze, sul victim e sullo slut-shaming, insegnandoci a non parlare, a fingere di non vedere. Luoise O'Neill toglie la patina e ce li mostra così come sono, ce li mette sotto agli occhi e ce li fa vedere, guardare, osservare. E basta questo.

Basta perché non c'è bisogno che qualcuno ci dica quanto orrendo sia uno stupro, o qualsiasi altra violenza, per sentirlo fin nelle ossa. Basta perché è così sbagliato e meschino colpevolizzare le vittime e redimere i violentatori, che anche solo un'occhiata è sufficiente a farci indignare. Basta perché il dolore, l'umiliazione e la rottura di Emma non hanno bisogno di essere spiegate per essere comprese e sofferte anche dentro di noi.

Basta perché in un mondo che nega e nasconde mentre violenta, umilia e incolpa le sue figlie, parlare e urlare quanto tutto questo sia sbagliato è già un enorme passo avanti verso il cambiamento. Noi vittime esistiamo, meritiamo di essere ascoltate. E non è mai colpa nostra.
Allora parliamo, denunciamo e indigniamoci.
Io non voglio più un mondo così. E voi?
Buona lettura!






http://libririflessi.blogspot.it/2015/07/presentazione-moony.html

Commenti

  1. Questa recensione mi ha stregata. La trama è tremendamente attuale, mi ha fatto venire una voglia matta di divorare questo libro, grazie per l'opportunità di vincere una copia, ci spero tantissimo. Ho lasciato il mio commento al post come Fabiola Bruna.

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    Risposte
    1. Ciao Fabiola (:
      Grazie a te per partecipare al Give Away e per il commento!
      Sono contenta che la recensione ti sia piaciuta. I libri dell'O'Neill riescono sempre a denunciare aspetti di cui difficilmente si vuole parlare e credo sia davvero importante contribuire (anche se in minima parte) a diffonderli il più possibile. Quando ho iniziato a scrivere questa recensione sapevo di avere un'opportunità e una responsabilità enormi; perciò sono davvero contenta se sono riuscita a trasmettere la grandezza di questo romanzo.
      Buona fortuna per il Give!!
      - moony

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