Recensione "Ogni giorno come il primo giorno" by Giorgia Penzo


Ho iniziato a camminare con lo sguardo dritto davanti a me, come se cedere e girarmi avesse significato morire. Ho camminato fino a quando i miei passi non sono diventati una corsa.
Desideravo a tutti i costi conoscere la risposta a quella domanda. Adesso lo so, so cosa siamo. Non c'è più margine d'errore. Siamo l'impossibile.

Petra e Cloe erano diversissime. Una ribelle, insicura, chiusa in se stessa; l'altra solare e amata da tutti. Eppure il loro legame era profondo e sincero. E adesso che è rimasta sola, Petra fa una promessa alla sorella: vivrà anche per lei, si impegnerà a migliorare e a non buttare più la sua esistenza. Niente più rave, niente più alcol, niente più brutti voti a scuola. Ma è tutto così maledettamente difficile, con la famiglia che cade a pezzi e la certezza che è colpa sua se Cloe è morta.
Eppure Petra non si arrende nonostante gli scivoloni e grazie anche a Lore, amica preziosissima quanto inaspettata, e poi a Dario, un ragazzo enigmatico e affascinante che le apre le porte di un futuro radioso. Dario, che nasconde un passato oscuro. Senza Cloe la vita è difficile, ma Petra è solo all'inizio del suo cammino.

Ogni giorno come il primo giorno è un diario di quasi 360 pagine. Un diario che Petra stessa scrive in prima persona, giorno dopo giorno, in una conversazione continua con il fantasma della sorella. Non può ancora lasciarla andare. Non riesce neanche a piangere. E allora scrive, scrive per sentirla ancora vicina, per trovare la forza di andare avanti, per ricordare a se stessa che salvarsi è possibile.

La storia di Petra mi ha riportata indietro nel tempo. Anche io ho dovuto affrontare i miei demoni alla sua stessa età. Anche io sono arrivata alla fine del liceo con la consapevolezza di aver toccato il fondo e che rialzarmi spettava solo a me. Il che, lo ammetto, mi rende alquanto ipercritica con storie del genere.
Come tanti altri, anche io ho attraversato l'inferno, anche io ho dovuto trovare la forza e il coraggio di tornare a respirare, e poi sono andata avanti, attraversando altri inferni e approdando in nuovi, inaspettati, paradisi. Perché la vita è un su e giù continuo. Come tanti altri, anche io so che fa così tanto male da straziare dentro, che rialzarsi è bellissimo e orribile allo stesso tempo, che ogni passo e respiro sono un segno sulla pelle. Bisogna rinascere guerrieri, solo così si può tornare a vivere. E bisogna sfuggire al terrore per tornare a innamorarsi ogni giorno.
Per questo (lo dico qui e me ne prendo la responsabilità anche per le recensioni future) odio quando storie del genere vengono trattate con stupidi sentimentalismi e inutili sensazionalismi.

Ero curiosa di leggere questo libro da quando la Nord ne ha annunciato l'uscita. Soprattutto, lo ammetto, perché ero già innamorata della scrittura della Penzo ed ero curiosa di leggerla in questo nuovo e diverso contesto. 
Ne sono rimasta delusa? Soddisfatta? Ni.

Seppure meno rispetto a Ritratto di dama, lo stile dell'autrice resta molto poetico. Il che non è solo una sua caratteristica distintiva (e uno degli aspetti che mi hanno fatto innamorare della sua penna), ma anche un elemento che riesce ad arricchire Ogni giorno come il primo giorno, un romanzo che racconta un percorso emotivo e psicologico, prima che fisico. La dimostrazione che si può scrivere un testo ricco e capace di scaldare il cuore senza scadere nella banale masturbazione emotiva.
Eppure avrei smorzato alcuni dei toni; ad esempio in alcuni dialoghi, che seppure bellissimi, raggiungono livelli un po' troppo alti per dei diciottenni/ventenni.

Ricordate quando citavo la mia ipercriticità? Ho trovato un po' eccessiva la situazione iniziale di Petra (alcolizzata, non nuova alle droghe, con una pessima situazione scolastica, isolata e vittima di bullismo, disprezzata in famiglia dai suoi stessi genitori che preferiscono palesemente la sorella perfetta, e che quasi si augurano sia stata Petra a morire al suo posto. Nonché responsabile della morte di Cloe. Insomma, ok toccare il fondo, ma forse c'è un limite alle sfighe umane?).

Eppure, anche se forse non è riuscito a convincermi proprio del tutto, Ogni giorno come il primo giorno è riuscito a farmi tornare indietro, a farmi percorrere la strada insieme a Petra e a riprendere la mia; a ricostruire passo dopo passo un percorso di crescita, rinascita e salvezza. Un salvataggio che non riguarda solo la protagonista, ma anche i diversi personaggi che ruotano intorno a lei. Perché ognuno ha il proprio modo di affrontare il dolore. E ognuno ha i propri demoni da combattere.

Non è facile scrivere un libro come Ogni giorno come il primo giorno. Non è facile scriverlo bene. Ma Giorgia Penzo ci ha messo la bravura, l'attenzione, l'anima e soprattutto il cuore; e lo si percepisce a ogni parola, accuratamente pensata e scelta. E forse è per questo che riesce a parlarci dentro, a raggiungere e illuminare le nostre profondità.

La vita non è facile, e ognuno deve affrontare le sue battaglie. Eppure è bello che esistono libri così a ricordarci che possiamo salvarci, possiamo trovare la forza e il coraggio. Possiamo tornare a innamorarci e ad amare quel tesoro meraviglioso che è vivere. Possiamo rinascere e ricominciare.
Sì, possiamo salvarci.
Buona lettura!





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