Recensione di "Uragiri wa boku no namae no shitteiru (Il tradimento conosce il mio nome)" by Hotaru Odagiri
Nel prendere la penna e scrivere questa recensione, mi ritrovo a scontrarmi con una vera e propria tempesta emozionale. No, non è solo la paura e l'incertezza del dare per la prima volta un giudizio ufficiale a dei manga. Uragiri, il cui titolo, ricco di significato, è un pò troppo lungo per essere scritto per intero, ha la straordinaria e meravigliosa capacità di trasformarmi in una ragazzina urlante. Mi scuso fin da subito, perciò, se dal ruolo di giudice avrò qualche leggera scivolata nei panni di una fangirl sfegatata. Manterrò comunque il contegno, lo prometto.
Uragiri nasce come serie di manga nel 2006, dalla penna di Hotaru Odagiri, e ne verrà tratto, in seguito, anche un anime. Arriva in Italia nel febbraio del 2011, edito dalla Planet Manga. Fu proprio 4 anni fa che, casualmente, mi approcciai al primo volume. Devo ammettere che al momento non mi fece una particolare impressione. Fortunatamente, qualcuno o qualcosa lassù volle farmi ritrovare l'intera saga a una bancarella dell'usato, questo inverno. Da allora non riesco a fermare il bisogno spasmodico di rileggerlo, ancora e ancora, almeno una volta al mese. O di convertire ogni essere vivente nel raggio di un chilometro. Credo di aver trovato l'amore; in tutti i sensi. Chiunque sia tu, che hai deciso di rivendere questo manga, sappi che non riuscirò mai a capirti; ma ti sarò sempre, immensamente, grata.
Avevo detto che avrei mantenuto il contegno.
La trama di Uragiri può sembrare molto semplice: la classica lotta fra bene e male, tra demoni e umani per il dominio della Terra. Attenzione, però, ho scrito "può sembrare". Questo perché Hotaru Odagiri ha la straordinaria abilità di trasformare quella semplice frase, che può apparire come una trama più che banale, in qualcosa di più. Riesce, infatti, a donarle e ad arricchirla con tutte le sfumature di cui essa può venarsi.
Protagonista della storia è Yuki, un liceale in cerca di risposte che si ritrova all'improvviso a far parte di questa lunga guerra, iniziata più di mille anni fa, e che si svolge tra generazioni e rigenerazioni. Diversamente dai suoi compagni, gli Zweilt, Yuki non ha ricordi delle sue vite precedenti, ma sente comunque di appartenere a questa battaglia. Nella lotta tra bene e male, il ragazzo cercherà e scoprirà le risposte alle sue domande, vivendo il presente e inseguendo il suo passato; trovando, infine, qualcosa di più prezioso, qualcosa che ha sempre cercato: una famiglia...e l'amore, in tutti i suoi aspetti.
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Credo sia importante dedicare spazio e attenzione anche alla parte più tecnica, ovvero a quella riguardante l'immagine. I disegni di Hotaru Odagiri presentano lo stile del manga. Non viene loro richiesto, perciò, di essere del tutto reali. La mangaka, però, pur restando fedele al suo stile, riesce comunque ad avvicinarsi molto alla realtà. I personaggi, così, nonostante alcune caratteristiche (come gli occhi e gli sguardi) siano necessariamente poco puliti, non vengono minimamente sproporzionati. Un'altra caratteristica di Uragiri è l'inesistenza quasi totale dei paesaggi, che vengono costruiti con pochissimi elementi. Anche qui l'autrice dimostra la sua abilità: nonostante i pochi dettagli, infatti, il lettore è costantemente cosciente del luogo in cui ogni scena si svolge. Hotaru Odagiri, inoltre, gioca con gli sfondi, utilizzandone anche di vuoti, completamente scuri o bianchi, e riuscendo a trasmettere a meraviglia le emozioni del personaggio e/o del contesto. È bene porre l'accento anche sulle linee cinetiche. Se nei comics americani danno movimento alla scena, nei manga esse vengono comunemente usate per donare intensità alla situazione; e in Uragiri vengono sfruttate alla perfezione. Data la complessità della trama (o dovrei dire delle trame), inoltre, le scene vengono riempite di baloons, che rendono possibile comprendere cosa stia accadendo. Ciò potrebbe infastidire chi pone più attenzione al disegno che alla trama, poiché rischiano di soffocare, non lasciando il tempo e lo spazio dovuti per osservare nel dettaglio la scena. Vengono, tuttavia, concesse delle tregue in cui è solo il disegno a parlare e a trasmettere quelle emozioni che il manga, come genere, riesce a donare.
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Buona lettura!
Aggiornamento: Il 18 gennaio 2018 Planet Manga ha pubblicato in Italia il tredicesimo e ultimo volume di Uragiri, che ne conclude la serie.
n.b. Nella realizzare questa recensione, mi sono più volte avvalsa della consulenza tecnica (riguardante lo stile del disegno) di Irene Balboni. Per la sua disponibilità, efficacia e pazienza la ringrazio ancora, ed infinitamente.
Il manga Uragiri wa boku no namae no shitteiru riprenderà la serializzazione nel Febbraio 2016! Leggi qui la notizia
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